Daniele Struppa, matematico e rettore della Chapman University in California, ci spiega l’attrazione esercitata dai dittatori. Tutto effimero: la libertà e la democrazia vinceranno sempre.
Per spiegare l’attrazione esercitata dai dittatori, però, il professor Struppa ricorre alla psicologia: «A volte è come se ci spazientissimo per le lungaggini imposte dall’equilibrio dei poteri in democrazia e allora invocassimo un uomo forte, per decidere tutto e subito. Faccio l’esempio della California, dove gli ambientalisti sognano il treno superveloce da Los Angeles a San Francisco, che non si può realizzare proprio a causa delle leggi volute… dagli ambientalisti. “Se questa fosse la Cina – dicono, senza accorgersi del paradosso – il Partito avrebbe già fatto costruire il treno”. Quello che dimenticano è che i sistemi autocratici vanno benissimo per chi comanda. E basta».
Oggi, con i carri armati di Putin in Ucraina, è più difficile simpatizzare con il dittatore, ma conosciamo gli abbagli occidentali. Il professor Struppa ha studiato e lavorato proprio in Ucraina, in particolar modo a Karkiv, che vanta un centro di ricerca matematica, di analisi complessa e di fisica delle temperature basse fra i più importanti al mondo. «Vedere le immagini della città e delle vittime, pensare ai miei colleghi è devastante. Ancor più, perché la comunità degli scienziati è per definizione senza confini e bandiere. Ho lavorato con gente di ogni provenienza, estrazione e inclinazione sessuale, per uno scienziato la guerra è ancora più incomprensibile e penosa. Però, poi, la mia attitudine prende il sopravvento e sa che le dico? Le guerre sono terribili, ma temporanee. A lungo termine, continuo a pensare che lo spirito umano sia indomabile. È proprio questo il momento in cui ricordare che l’arco lungo della Storia va in una direzione opposta a quella cui vorrebbero ricondurla azioni come la guerra di Putin».
Si prende una piccola pausa il professor Struppa, perché anche per uno scienziato è impossibile razionalizzare tutto: «Col tempo, queste cose diventano note a piè di pagina della Storia ma per chi ora è a Kiev, per i miei amici di Karkiv e di Arlov sono giorni di una drammaticità incredibile, che per fortuna noi italiani non abbiamo dovuto vivere negli ultimi settant’anni».
Da quest’uomo, che ci ha raccontato la sua abitudine di contare i sanpietrini quando passeggia o calcolare le formule matematiche che consentono alle arcate di sostenere le chiese, un ultimo ammonimento: «Le dittature sono stupide, fanno di tutto per allontanare i migliori. Pensate a nazisti e fascisti, all’antisemitismo dell’Accademia russa. L’ho conosciuta da vicino e alla caduta del Muro i più grandi scienziati ebrei fuggirono. Queste cose si pagano e sono convinto che in Russia si stia sviluppando una tensione verso la vera libertà».
Quanto ai tempi, non c’è risposta in una formula matematica.
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Tag: politica
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