Arriva la condanna del G7 dopo l’aggiornamento della dottrina nucleare di Mosca
Ferma la condanna dei paesi del G7 che, al vertice Esteri di Fiuggi, solidarizzano con l’Ucraina e criticano le dichiarazioni del Cremlino sull’utilizzo dell’atomica
Arriva la condanna del G7 dopo l’aggiornamento della dottrina nucleare di Mosca
Ferma la condanna dei paesi del G7 che, al vertice Esteri di Fiuggi, solidarizzano con l’Ucraina e criticano le dichiarazioni del Cremlino sull’utilizzo dell’atomica
Arriva la condanna del G7 dopo l’aggiornamento della dottrina nucleare di Mosca
Ferma la condanna dei paesi del G7 che, al vertice Esteri di Fiuggi, solidarizzano con l’Ucraina e criticano le dichiarazioni del Cremlino sull’utilizzo dell’atomica
Ferma la condanna dei paesi del G7 che, al vertice Esteri di Fiuggi, solidarizzano con l’Ucraina e criticano le dichiarazioni del Cremlino sull’utilizzo dell’atomica
Ferma la condanna dei paesi del G7 che, al vertice Esteri di Fiuggi, solidarizzano con l’Ucraina e criticano le dichiarazioni del Cremlino sull’utilizzo dell’atomica. Il 19 novembre, infatti, dopo l’utilizzo di missili statunitensi a lungo raggio Atamcs per colpire il territorio russo, Putin ha aggiornato la dottrina nucleare siglando l’utilizzo dell’atomica anche contro le nazioni che non la posseggono riportando che: “l’aggressione alla Russia da parte di qualsiasi stato non nucleare, ma con la partecipazione o il sostegno di uno stato nucleare sarebbe da considerarsi come un attacco congiunto alla Russia.”. Appena quattro giorni prima gli Stati Uniti hanno presentato al Congresso il Rapporto 491 che aggiorna le linee guida sul nucleare imponendo una pianificazione per la “dissuasione simultanea di più avversari dotati di armi nucleari”. Inoltre, si ribadisce l’impegno a promuovere il coordinamento con i paesi alleati per rafforzare la deterrenza estesa. Tutto questo serve a fronteggiare l’incombente minaccia rappresentata da Russia, Corea del Nord, Cina e Iran sottolineando la crescente intesa tra questi paesi.
Le azioni di Putin non sono mera strategia comunicativa e per capire fino a che punto le minacce di Mosca non siano da prendere sottogamba sono sufficienti le parole di un ex ufficiale russo di stanza in una base missilistica nucleare. Lo stesso, sotto anonimato, avrebbe recentemente confessato alla BBC che nel febbraio 2022 – all’inizio del conflitto con l’Ucraina – il Cremlino avrebbe diramato l’allerta totale revocandola tre settimane dopo: “Eravamo pronti a lanciare le forze in mare e in aria e, in teoria, a effettuare un attacco nucleare”. Questo scenario sembra fare da eco a un “equilibrio del terrore” del tutto simile a quello che vigeva durante il periodo della Guerra Fredda, quando la deterrenza nucleare e la corsa agli armamenti sembravano il solo mezzo per scongiurare l’attacco nemico. Che cosa sappiamo oggi sugli arsenali nucleari sparsi per il globo? Attualmente si contano circa 12 mila testate in tutto e il 90% sarebbero detenute da Stati Uniti con 5.244, di cui 1744 operative, e Russia con 5.889, di cui 1.588 pronte all’uso. Seguono Cina (500), Francia (290), Regno Unito (225), Pakistan (170), India (164) e Corea del Nord (30). Israele viene universalmente riconosciuto in possesso dell’atomica anche se ufficialmente continua a tenere un’ambiguità strategica, si stima un arsenale tra le 90 e le 200 testate.
Nell’ambito del “nuclear sharing”, un accordo di condivisione dell’arsenale, all’incirca 100 testate statunitensi sono state distribuite sul territorio di 5 paesi NATO, trattasi di Germania, Belgio, Turchia, Paesi Bassi e Italia. Si stima che 30 di queste vengano custodite nelle basi di Aviano (PN) e Ghedi (BS), trattasi dei modelli B61 (3, 4 e 7) detti anche a “basso impatto” il cui uso è adatto al campo di battaglia. Le armi nucleari “tattiche” a caduta sono meno potenti e distruttive di quelle “strategiche” e hanno diverse opzioni di potenza selezionabili a seconda dell’obiettivo da colpire. Parlando di ordigni nucleari strategici è necessario fare un distinguo tra bombe A e bombe H. Le prime sfruttano la fissione di uranio o plutonio e hanno una potenza distruttiva che varia da alcune centinaia a decine di migliaia di tonnellate di trinitrotoluene (TNT), vi rientrano Little Boy (Hiroshima) e Fat Man (Nagasaki). Tutt’altra storia le bombe H che, invece, sono innescate dalla fusione di isotopi dell’idrogeno come deuterio e trizio e sprigionano una potenza di milioni di tonnellate di TNT. La più potente mai detonata è la “Bomba Tsar” che nel 1961 ha sprigionato una potenza pari a 50 megatoni e un fungo alto 64 chilometri, 13 volte il Monte Bianco. L’ordigno fece tremare la terra con una magnitudo 5.5 e l’URSS al tempo dichiarò di averne intenzionalmente dimezzato la potenza per evitare danni irreparabili al territorio russo. Gli americani dalla loro avrebbero la B83, capace di sprigionare fino a 1,2 megatoni.
di Angelo Annese
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