Trasversale antisemitismo
Secondo il gruppo specializzato Rias, nel 2023 i casi di antisemitismo sarebbero aumentati dell’80% rispetto al 2022
Trasversale antisemitismo
Secondo il gruppo specializzato Rias, nel 2023 i casi di antisemitismo sarebbero aumentati dell’80% rispetto al 2022
Trasversale antisemitismo
Secondo il gruppo specializzato Rias, nel 2023 i casi di antisemitismo sarebbero aumentati dell’80% rispetto al 2022
Secondo il gruppo specializzato Rias, nel 2023 i casi di antisemitismo sarebbero aumentati dell’80% rispetto al 2022
Circa un anno fa, nel novembre del 2023, il filosofo tedesco Jünger Habermas scelse di prendere posizione sul conflitto in Medio Oriente e sul crescente clima antisionista nel suo Paese: «L’etica democratica della Repubblica Federale Tedesca, orientata all’obbligo del rispetto della dignità umana, è legata a una cultura politica per la quale la vita ebraica e il diritto di esistere di Israele sono elementi centrali degni di particolare tutela alla luce dei crimini di massa dell’era nazista». Questa premessa è fondamentale per comprendere che la Germania post-nazista è oggi messa in discussione. Secondo il gruppo specializzato Rias, nel 2023 i casi di antisemitismo sarebbero aumentati dell’80% rispetto al 2022, arrivando a quota 4.782. E ora le parole del capo della polizia di Berlino, Barbara Slowik, non fanno che confermare questa tendenza. «Ci sono zone della città, dobbiamo essere perfettamente onesti, in cui consiglierei alle persone che indossano la kippah o sono apertamente gay di stare più attente». Slowik si riferisce in modo specifico ad alcune aree della capitale: «Ci sono alcuni quartieri dove vive la maggioranza delle persone di origine araba, che hanno anche simpatie per i gruppi terroristici, apertamente ostili verso gli ebrei». Come riporta “The Telegraph”, il giorno del pogromebraico organizzato da Hamas a Tel Aviv, nel quartiere berlinese con la più alta percentuale di arabi – Neukölln – vennero distribuiti dei dolci per festeggiare l’attacco. In generale, le indagini aperte per antisemitismo dal 7 ottobre a oggi sono seimila in tutta la Germania.
L’antisemitismo è una componente ineliminabile del fondamentalismo islamico. Basti pensare all’uso della locuzione “ente sionista”, che serve a negare l’esistenza stessa di uno Stato chiamato Israele, oggi sempre più diffusa ma già presente nel Manifesto del 1985 di Hezbollah e poi nel documento diffuso da Hamas a pochi mesi dall’attacco del 7 ottobre per spiegare l’operazione “Diluvio Al Aqsa”. Lo stesso termine presente nei discorsi di Saddam Hussein, antisemita convinto della veridicità dei “Protocolli dei savi di Sion”. Si pensi anche alle parole pronunciate da Ahmadinejad il 27 ottobre 2005 durante un convegno intitolato “A World without Zionism”: «Chi accetta l’esistenza di Israele firma la sconfitta del mondo islamico». Pensiero fortemente condiviso, fra gli altri, da Osama bin Laden. L’antisemitismo è parte integrante del revanscismo che vorrebbe assistere alla restaurazione dell’impero ottomano.
Ora gli ebrei rischiano di doversi nascondere nella capitale tedesca per via di una pressione culturale estremamente polarizzata contro di loro, alimentata anche dalla contro-narrazione fatta della guerra in corso. Un certo uso politico e improprio della religione islamica, definito “islamismo”, è dunque al centro delle dichiarazioni di Slowik. In Italia realtà come i Giovani Palestinesi usano con noncuranza una terminologia apertamente antisraeliana, che travalica il contesto di questo conflitto. Definiscono l’attacco di Hamas «un eroico attacco da parte della Resistenza palestinese» e chiedono una «intifada universitaria». Queste forme di antisionismo sono fortemente legate, purtroppo, alle correnti di sinistra – come spiega lo storico David Goldhagen in “The Devil That Never Dies: The Rise and Threat of Global Antisemitism” – e proprio questa connivenza lascia alla destra lo spazio necessario per fare proprio il tema della sicurezza, nonostante gli studi più recenti – fra cui la ricerca di Daniel Allington, David Hirsh e Louise Katz pubblicata nel 2023 su “Humanities and Social Sciences Communications” (Nature) – mostrino come l’antisemitismo sia in realtà una forma d’odio trasversale a tutte le correnti politiche e per questo particolarmente insidioso.
di Riccardo Canaletti
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Tag: società
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