app-menu Social mobile

Skip to main content
Scarica e leggi gratis su app
politica francese

Estremismi in aumento

Il problema serio non sorge quando gli estremismi si coalizzano, ma quando le ragionevolezze non riescono a fare altrettanto

|

Estremismi in aumento

Il problema serio non sorge quando gli estremismi si coalizzano, ma quando le ragionevolezze non riescono a fare altrettanto

|

Estremismi in aumento

Il problema serio non sorge quando gli estremismi si coalizzano, ma quando le ragionevolezze non riescono a fare altrettanto

|
|

Il problema serio non sorge quando gli estremismi si coalizzano, ma quando le ragionevolezze non riescono a fare altrettanto

Il problema serio non sorge quando gli estremismi si coalizzano, ma quando le ragionevolezze non riescono a fare altrettanto. Per loro natura, gli estremismi possono anche vincere, ma non vanno da nessuna parte o portano il loro Paese in quella peggiore. Eppure vediamo crescere in giro l’arte di estremare. Nel senso sia di spingere verso gli estremismi sia di sfinire i tessuti istituzionali sui quali danzano.

Lo spettacolo francese è istruttivo anche in casa nostra, dove se ne svolge uno diverso eppure affetto dallo stesso problema. Le Pen, a capo della destra estrema, da sola non governerà. Ove anche vincesse le elezioni presidenziali – cosa che lei e il padre provano a fare da decenni senza mai riuscirci – perderebbe il controllo di un Paese che ancora due anni fa alle presidenziali e quest’anno alle politiche le si è schierata largamente contro. Mélenchon, capo della sinistra estrema, da solo non governerà mai: idem come sopra. I due si presentano come duramente contrapposti e distanti, ma votano assieme all’Assemblea e hanno anche molto in comune: dall’antieuropeismo alla passione per Putin, che poi è la stessa cosa detta in due modi diversi.

Le distanze e le diversità che corrono dai gollisti ai socialisti sono minuscole, rispetto a quelle che corrono fra tutti loro e questi estremisti. Ma i ragionevoli sono rimasti nel secolo scorso, alleandosi troppo temono di perdere sé stessi. Mentre Macron, il fenomeno che ha trascinato la Francia, incarna la dimostrazione che le democrazie hanno bisogno dei partiti, non potendo essere a trazione personale. E lui i partiti li ha distrutti.

Leggo che molti si rallegrano del fatto che altrettanto non succede in Italia. Ma perché è già successo: il falso racconto dell’instabilità e l’essere i precursori della distruzione dei partiti dotati di storia ci hanno messo avanti ma non meglio. Quel che succede in Francia da noi ha una rappresentazione diversa ma una simile natura. Il fronte degli estremisti seppe coagularsi anche da noi, tutto sommato in modo onesto, con il primo governo Conte. Stesse caratteristiche: antieuropeisti e putiniani. Né la Lega né i Cinque Stelle hanno perso quelle caratteristiche, ma le hanno portate dentro le due false coalizioni. Non in modo eguale, visto che elettoralmente la Lega già conta meno ma è indispensabile alla maggioranza, mentre i grillini contizzati è probabile perdano ancora voti ma resteranno decisivi nella gara fatta con il falso maggioritario contenente il trucco delle coalizioni.

Non è finita, perché sia per quel che riguarda la Francia che per quel che riguarda l’Italia (e vale anche per la Germania e per ogni dove), i ragionevoli hanno saputo fare maggioranza assieme. È già accaduto, ma soltanto al Parlamento europeo. L’idea che ciò sia avvenuto per propiziare la posizione di Fitto è un mezzo insulto: a lui, a Meloni e all’intelligenza altrui. Anche l’Ungheria di Orbán ha un commissario indicato dal governo e di area Fidesz, ma il suo partito non ha votato a favore della Commissione (come la Lega, che è nello stesso gruppo di Orbán e nello stesso governo di Meloni, sim sala bim). Quel voto favorevole di Fratelli d’Italia ha una ragione politica, che protegge rispetto alle visite di Orbán quale messaggero di Putin. La convergenza dei ragionevoli contro gli estremisti estremanti è già avvenuta, ma soltanto nel Parlamento meno osservato, meno immediatamente traducibile in lingua nazionale.

Forse ai francesi è già chiaro che non porta bene non saper fare a Parigi quel che si fa a Bruxelles. Mentre in Italia si pratica l’arte di addomesticare gli estremisti – puntando sul loro trasformismo per convenienza – ma si finisce con il correre loro appresso, non potendo fare quel che sarebbe necessario governando.

In fondo, qual è la sola possibilità che il governo Meloni entri in crisi? Non certo che le opposizioni sappiano prendere una efficace iniziativa, ma che gli estremisti interni rompano per non soccombere, dopo avere indotto lo stallo.

Di Davide Giacalone

La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!

Leggi anche

Divisioni e difesa

11 Dicembre 2024
Se si vogliono avere più divisioni armate di difesa si devono avere meno divisioni politiche eur…

Ceto medio

11 Dicembre 2024
Il governo, spiegano i giornali, rinvia il taglio dell’Irpef per il ceto medio. È una notizia. M…

Scalatori e politici: banche, non bancarelle

10 Dicembre 2024
Di materia per interessare la politica alle banche ce n’è tanta, tanto più che quelle territoria…

Oltre le cialtronate

04 Dicembre 2024
In tutta franchezza, dei destini di ciò che resta del Movimento 5 Stelle mi interessa il giusto

Iscriviti alla newsletter de
La Ragione

Il meglio della settimana, scelto dalla redazione: articoli, video e podcast per rimanere sempre informato.

    LEGGI GRATIS La Ragione

    GUARDA i nostri video

    ASCOLTA i nostri podcast

    REGISTRATI / ACCEDI