**Musica: Zampaglione, ‘mio horror ambientato a Sanremo? Sarebbe un bagno di sangue’**
Roma, 11 dic. (Adnkronos) – “Era un periodo difficile perché non ero stato bene: doveva essere un intervento di colecisti che sembrava di routine e purtroppo sono subentrate delle complicazioni molto pesanti. Sono stato all’ospedale parecchio tempo, e mi attraversavano emozioni contrastanti, stai lì sei sospeso in una dimensione in cui anche il cielo non sai più da che prospettiva lo devi guardare. Così è nato ‘Il Cielo'”. A raccontare all’Adnkronos la nascita del suo nuovo brano ‘Il Cielo’ (uscito il 15 novembre su etichetta Emy Records/Universal) è Federico Zampaglione, ospite negli studi dell’agenzia per un’intervista a tutto tondo e uno show-case in esclusiva. “Avevo sul telefono un’applicazione di piano, e quando mi sono sentito meglio ho cominciato a mettere giù degli accordi. Di fatto, sono uscito da lì che il pezzo c’era”.
“È una canzone che mi ha dato l’idea di condividere qualcosa di profondamente personale quando è uscita -spiega il frontman dei Tiromancino, che ha poi perfezionato il brano con Franco 126- E’ un brano che amo perché mi fa pensare di esserne uscito fuori, di avercela fatta. E quindi lo dedico anche a tutti quelli che hanno bisogno del cielo in questo momento”. Il pensiero che ci sia qualcosa di più oltre il mondo terreno l’ha attraversato. “Era una possibilità”, ammette Zampaglione. Il sound del brano ricorda molto i Tiromancino prima maniera: “Anche in quegli anni c’era dentro di me la sensazione che ce la dovevo fare. Dovevo superare una serie di ostacoli, forse quello che connette questo pezzo con quelle canzoni è quel senso di urgenza, di metterci dentro tutta l’emozione che puoi metterci”, dice.
Un anno molto intenso e professionalmente florido per l’artista romano, tra tour, film (è uscito ‘The Well’, in cui recita l’ex Claudia Gerini e la figlia Linda) e il brano ‘Puntofermo’, in cui si parla delle certezze della vita. “Bisogna sempre ricordarsi che ogni cosa, anche quelle che noi diamo come fattori acquisiti della nostra vita, non lo sono. Non bisogna dare nulla per scontato, la sfida è riuscire a dare molto valore alle cose positive che si hanno intorno”. Della musica attuale gli piace molto il rap, e invece “quello che non tanto mi piace è il pop di questi anni. Se io devo sentire un certo tipo di pop da ascensore per capirci, cioè quella cosa che ascolti mentre stai andando al quinto piano e c’è quella la musichetta, insomma ecco quella è una cosa che io proprio purtroppo non sopporto. Quella è una cosa che mi fa orrore, è una cosa che detesto”.
E sulla passione per gli horror (“The Substance’ con Demi Moore credo che sia uno dei film migliori del decennio -dice- E’ scritto e girato in maniera meravigliosa, un body horror”), scandisce: “La paura, lo spavento, l’ansia sono comunque sensazioni forti”. Anche la figlia Linda, rivela, è un’appassionata, e averla diretta è stato semplice. “A lei piace molto, è un’appassionata. Lei ha una bella esperienza, ha fatto già diversi film, quindi il rapporto era quello che avevo con gli altri attori, cioè di cercare da ognuno di loro di ottenere il massimo che si poteva. E’ una piccola professionista per cui si è comportata come un’attrice già navigata”.
Se Zampaglione potesse scegliere, tra gli attori che vorrebbe dirigere in un suo horror c’è “Michael Fassbender. Secondo me con lui potrei fare un super thriller, di quelli angoscianti”, spiega all’Adnkronos. L’horror “richiede un certo tipo di fisicità da parte degli attori. Cioè alcuni volti, alcune facce sono perfette, altre invece no, perché magari portano verso un qualcosa di più rassicurante, di più simpatico – spiega il cantautore e regista- Per esempio Claudia (Gerini, ndr), che ho utilizzato in ‘The Well’ benché in Italia abbia fatto tante commedie, può avere un volto da thriller, da horror con questi occhioni chiari, questa espressione”.
Avvicinandoci a febbraio 2025, impossibile non aprire il capitolo Sanremo. E’ escluso il ritorno, per citare il suo amato Califano? “Mai non si può mai dire, anche perché io ci sono già stato due volte quindi teoricamente non c’è due senza tre”, sorride Zampaglione. Ma racconta quello che gli succede tutti gli anni: “Tutti gli anni in primavera dico questo è l’anno in cui devo tornare a Sanremo. Dopodiché, verso l’estate comincio a dire ma è proprio questo l’anno in cui ci devo tornare? Poi di solito verso settembre ottobre decido che non è l’anno e questo succede da circa ormai 15 anni”. Il motivo, spiega, “è che la musica e la gara sono due cose che messe insieme a me disturbano. Ci sono miei colleghi a cui questa cosa da’ l’adrenalina. A me mi mette l’ansia. E siccome non amo l’ansia, a meno che non la metta io con un film, la mia condizione ideale per Sanremo è seduto sul divano, con tutta una serie di cose da spizzicare olive, pop corn, e una serie di bevande e gli amici. Io tutti gli anni partecipo così”. Un film horror ambientato a Sanremo, come lo vedrebbe? “Benissimo -risponde Zampaglione- Sarebbe una strage di quelle pazzesche. Un bagno di sangue, il mio horror ambientato a Sanremo sarebbe uno degli horror più splatter che si siano mai visti”.
(di Ilaria Floris)
La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
Leggi anche