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Nuovo pacchetto di aiuti americani a Kiev, vale 2,5 miliardi di dollari

Gli Stati Uniti hanno formalizzato oggi un nuovo pacchetto di aiuti militari all’Ucraina, per un valore complessivo di 2,5 miliardi di dollari

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Nuovo pacchetto di aiuti americani a Kiev, vale 2,5 miliardi di dollari

Gli Stati Uniti hanno formalizzato oggi un nuovo pacchetto di aiuti militari all’Ucraina, per un valore complessivo di 2,5 miliardi di dollari

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Nuovo pacchetto di aiuti americani a Kiev, vale 2,5 miliardi di dollari

Gli Stati Uniti hanno formalizzato oggi un nuovo pacchetto di aiuti militari all’Ucraina, per un valore complessivo di 2,5 miliardi di dollari

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Gli Stati Uniti hanno formalizzato oggi un nuovo pacchetto di aiuti militari all’Ucraina, per un valore complessivo di 2,5 miliardi di dollari

Gli Stati Uniti hanno formalizzato oggi un nuovo pacchetto di aiuti militari all’Ucraina, per un valore complessivo di 2,5 miliardi di dollari. È una delle ultime mosse dell’amministrazione Biden per tentare di blindare il sostegno a Kyiv prima dell’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca.

Il pacchetto comprende decine di migliaia di proiettili di artiglieria, pezzi di ricambio per veicoli, nuovi mezzi blindati e armi leggere. Sono inclusi anche diversi missili Himars, per riempire i depositi ucraini rimasti quasi a secco.

A soli 22 giorni dalla fine della sua presidenza, Joe Biden tenta ancora il tutto per tutto, nella speranza di dare ancora respiro a Zelensky prima dell’inizio dell’era Trump. Un’era che si annuncia complessa è assai magra per le forze armate ucraine. Il Tycoon non molla, vuole cessare l’assistenza a Kyiv almeno finché non scenderà a patti con la Russia. Dopo, come ha ammesso lo staff del presidente eletto, sarà inevitabile che armi e munizioni continuino ad arrivare: serviranno a garantire la pace.

Ma, come da quasi tre anni a questa parte, è il Cremlino a non volersi sedere al tavolo delle trattative. Dopo aver espresso una certa soddisfazione per la proposta di pace trumpiana (che, di fatto, era modellata sulle richieste moscovite), ora il ministro degli esteri Lavrov ci ha ripensato. Il piano? «Insoddisfacente». La linea di demarcazione? «Irrealistica». La presenza di truppe europee con mandato Onu a dividere le parti? «Inaccettabile». Insomma, inutile parlare di pace con un guerrafondaio come Putin. Forse, davanti a questo, anche Trump sarà costretto a rivedere le sue posizioni.

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