Acca Larenzia: Rampelli (Fdi), ‘commissione d’inchiesta per fare luce’
Roma, 8 gen. (Adnkronos) – “Nella Costituzione italiana ci riconosciamo tutti e non abbiamo nulla da dimostrare come Fdi e come parte politica che all’origine viene dal Movimento Sociale, e che non ha intenzione di rinnegarlo. Oltretutto rammento che il Msi nasce per far accedere alla democrazia coloro, milioni di persone, che provenivano dal ventennio fascista. È stato un percorso importante. Se non ci fosse stato questo accesso, quelle persone avrebbero fatto altre scelte antidemocratiche. Percorso ampiamente accettato e favorito dai politici dell’epoca, con tanto di amnistia e altri strumenti di riconciliazione. Ma noi non c’entriamo nulla, non eravamo neanche nati. Sembra assurdo che tutto ciò che fu fatto nell’immediato secondo dopoguerra debba continuamente essere messo in discussione oggi per questioni di sciacallaggio politico”. È quanto ha dichiarato il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia intervenendo a Radio Anch’io, tornando su Acca Larenzia e invocando “una commissione d’inchiesta per fare luce”.
“Quello che era accettato subito dopo il ventennio da democristiani e comunisti viene oggi strumentalmente messo in discussione, senza che ci sia alcun pericolo per la nostra democrazia. Tutti sanno che le organizzazioni extraparlamentari nostalgiche di quell’esperienza storica hanno percentuali elettorali da prefisso telefonico. La mia generazione -ha aggiunto- ha preso le distanze da epoche remote, non da adesso perché stiamo al governo. I giovani del Fronte della Gioventù rompono con la cerimonia dei saluti romani negli anni ’80 proprio perché non intendevano essere sovrapposti a quei rituali. Abbiamo costruito un progetto politico nuovo e moderno, distinto e distante da qualunque nostalgismo. Dall’epoca per questo motivo ci rechiamo sul luogo dove sono stati uccisi Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni alle 9 del mattino in delegazione”. Sulla presenza di Castellino nel 2008 accanto a Giorgia Meloni, Rampelli puntualizza: “Giorgia Meloni anche quell’anno si recò con noi alle 9 del mattino per deporre fiori a Via Acca Larenzia. Castellino non faceva parte della delegazione perché non è mai stato parte della nostra comunità, si trovava lì semplicemente perché lui e il suo movimento gestivano quella sede”.
Sul perché di una commissione d’inchiesta, Rampelli chiarisce: “I ragazzi uccisi hanno diritto sia alla giustizia sia alla verità storica. Sarà difficile avere giustizia dopo 50 anni, anche se non disperiamo che la Procura della Repubblica possa riaprire le indagini su questa strage perché ci sono evidenti elementi che lo rendono possibile. Ma la commissione serve per capire perché c’è stata impunità verso chi ha usato armi da guerra per uccidere ragazzi innocenti di destra e di sinistra. Serve a capire chi ha messo armi da guerra, come la mitraglietta Skorpion con cui sono stati uccisi Bigonzetti e Ciavatta, perfino chili e chili di esplosivo nelle mani di giovani di 18 anni. A chi si debba attribuire la responsabilità politica e morale di quella guerra civile strisciante che va sotto il nomignolo di strategia della tensione. Centinaia di famiglie, migliaia di persone sono state rovinate da quell’odio calcolato e incentivato dal sistema. Cui oggi è necessario dare un nome e un cognome, nel nome della verità e per rispetto delle vittime”, conclude l’esponente di Fdi.
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