I primi tre ostaggi sono tornati a casa. Romi Gonen, Emily Damari e Doron Steinbrecher riconsegnate da Hamas, stanno bene
Dopo alcuni ritardi, Hamas ha consegnato a Israele i primi tre ostaggi. L’Idf si ritira da Rafah, mentre dall’Egitto entrano centinaia di camion di aiuti
I primi tre ostaggi sono tornati a casa. Romi Gonen, Emily Damari e Doron Steinbrecher riconsegnate da Hamas, stanno bene
Dopo alcuni ritardi, Hamas ha consegnato a Israele i primi tre ostaggi. L’Idf si ritira da Rafah, mentre dall’Egitto entrano centinaia di camion di aiuti
I primi tre ostaggi sono tornati a casa. Romi Gonen, Emily Damari e Doron Steinbrecher riconsegnate da Hamas, stanno bene
Dopo alcuni ritardi, Hamas ha consegnato a Israele i primi tre ostaggi. L’Idf si ritira da Rafah, mentre dall’Egitto entrano centinaia di camion di aiuti
Dopo alcuni ritardi, Hamas ha consegnato a Israele i primi tre ostaggi. L’Idf si ritira da Rafah, mentre dall’Egitto entrano centinaia di camion di aiuti
ORE 19:40 – Romi, Emily e Doron sono libere. Poco dopo le 17:30 (le 16:30 in Italia) Hamas ha consegnato i primi tre ostaggi al personale della Croce Rossa. La piazza, gremita di miliziani, è stata teatro di un trasferimento assai poco ordinato, quasi frettoloso. La gente si arrampicava sulle auto (anche quelle dei soccorsi), in atteggiamento di vittoria. Non è un segreto che, per Hamas e molti palestinesi che vivono a Gaza, la tregua con Israele sia vista come logica conseguenza della stanchezza di Tel Aviv, che sarebbe a sua volta causata dalla “strenua resistenza” dei gazawi.
Le tre ragazze sono arrivate in Israele, dove hanno riabbracciato le famiglie. Sarebbero tutte in buone condizioni di salute, anche se Emily ha perso due dita per un colpo d’arma da fuoco, ricevuto il 7 ottobre. Ora sono in elicottero, dirette in un ospedale di Tel Aviv per un check-up completo di routine. Imbustate in abiti lunghi e sportivi, i loro volti sembrano raccontare storie differenti. Romi non nasconde la tensione, sembra quasi spaesata. Di Doron quasi non si vede il volto: piange a dirotto, nascosta nell’abbraccio della madre. Emily appare più distesa: sorride, non ha paura di mostrare la mano mutilata con cui accenna uno scherzoso gesto di corna ai parenti in videochiamata.
In contemporanea Tel Aviv ha iniziato a rilasciare i primi 90 prigionieri palestinesi dalle sue carceri.
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ORE 15:20 – Un elicottero delle televisioni israeliane ha filmato il convoglio della Croce Rossa che ha finalmente preso in consegna Romi Gonen, Emily Damari e Doron Steinbrecher. Le tre ragazze al centro del primo scambio di prigionieri tra Israele e Hamas. Nonostante i ritardi della mattinata, la liberazione degli ostaggi è avvenuta con grande puntualità: era prevista alle 16 ora locale e non è slittata. Ora sono dirette al corridoio di Netzarim, che taglia in due la striscia di Gaza. Le attendono i militari israeliani per le procedure di identificazione, un check-up medico e il successivo trasferimento in elicottero fuori dalla striscia.
Ma la giornata è frenetica anche su altri fronti. A Rafah, al confine con l’Egitto, i cancelli si sono finalmente aperti e centinaia di camion si stanno riversando all’interno dei territori palestinesi. Sotto lo sguardo vigile dei soldati israeliani, che hanno iniziato a ritirarsi, arrivano a Gaza gli aiuti a lungo attesi. Cibo, medicinali, acqua, carburante. In attesa di partire ci sarebbero quasi 4 mila veicoli: il doppio rispetto a quanto riportato inizialmente.
In Israele è tutto pronto per il rilascio dei primi 90 prigionieri palestinesi, detenuti per vari motivi nelle carceri dello Stato ebraico. A fine tregua saranno stati messi in libertà 1.890 tra uomini, donne e minori. Alcuni sono semplici civili, arrestati per violazioni (vere, supposte o previste) delle leggi di sicurezza israeliane. Altri sono militanti, comandanti o esponenti politici di spicco dei gruppi palestinesi. Tra i liberi oggi (tutti provenienti dalla Cisgiordania e da Gerusalemme Est) c’è anche Khalida Jarrar. Parlamentare del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, è stata arrestata a Ramallah nel 2023. In passato era già stata detenuta, per gran parte del tempo senza accuse, dal 2019 al 2021.
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ORE 10 – Nel cielo di Gaza si fa buio all’improvviso. Poi torna uno spiraglio di luce. Per quanto drammatica possa sembrare quest’immagine è esattamente ciò che è accaduto questa mattina, quella del giorno di avvio del tanto atteso cessate il fuoco. La tregua, prevista per le 8:30, sembra inizialmente sul punto di saltare. Hamas, infatti, si è impegnata a consegnare i nominativi degli ostaggi che intende liberare almeno 24 ore prima della loro consegna. Il primo scambio, quello di oggi, era previsto per le 16 ma ieri sera, quando Netanyahu ha parlato alla nazione, ancora non c’erano informazioni.
Alle 8:30, quando la tregua doveva cominciare, tornano a cadere le bombe. L’aviazione e l’artiglieria israeliane battono il nord della striscia: nel mirino ci sarebbe un covo di terroristi. Sotto le bombe muoiono almeno in 13. Sembra una tragedia, ma d’altronde Tel Aviv era stata molto chiara: o si rispettano alla lettera i patti, o la guerra riprende.
I segnali che, nonostante tutto, il cessate il fuoco fosse in vista c’erano però tutti. Già dall’alba l’Idf aveva iniziato un lento e graduale ritiro dall’area di Rafah, a ridosso del confine con l’Egitto. Qui, dall’altra parte del muro che segna la frontiera, sono in attesa 2 mila camion di aiuti umanitari.
Alle 10:40 circa (le 9:40 in Italia), Hamas batte un colpo: il ritardo, spiegano, è dovuto a loro problemi di comunicazione interni. L’elenco sta per arrivare. E infatti arriva: le prime a essere rilasciate saranno tre donne. Romi Gonen ha 23 anni e di lei si era persa ogni traccia il 7 ottobre 2023, mentre tentava di fuggire dal festival Supernova. Emily Damari di anni ne ha 27, ha doppia cittadinanza britannica e israeliana ed era stata rapita dal kibbutz di Kfar Aza. Un anno fa una giovanissima ostaggio appena liberata confermò di aver incontrato entrambe le ragazze in un tunnel di Hamas. La terza rilasciata è Doron Steinbrecher, infermiera di 31 anni, anche lei proveniente da Kfar Aza.
Tanto è bastato: Israele ha confermato di aver finalmente ricevuto la lista degli ostaggi e, quindi, di essere pronto per la tregua. Si parte alle 11:15 locali. Il caos al fronte – bellico e umanitario – ha fatto passare in sordina le dimissioni degli estremisti di destra messianici dell’ex ministro per la Sicurezza Nazionale, Itamar Ben Gvir. Ma la politica, in fondo, sarà tema per un altro giorno.
Di Umberto Cascone
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