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La Casa Bianca non aspetta Merz

Secondo il futuro Cancelliere tedesco Merz l’Europa deve cercare di “raggiungere l’indipendenza” dagli usa

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Le attenzioni Oltreoceano sono tutte rivolte all’affermazione in Germania da parte dell’estrema destra di Alice Weidel. La crescita dell’AfD era ampiamente prevista, anche negli Stati Uniti, grazie all’accuratezza dei sondaggi tedeschi. Tuttavia, il raddoppio dei consensi dell’ultradestra ha colto molti di sorpresa.

Per questo oggi la parola d’ordine più ricorrente sui media americani è “indipendenza”. E lo sottolinea anche il leader della CDU, Friedrich Merz. Secondo il futuro Cancelliere, infatti, l’Europa deve cercare di “raggiungere l’indipendenza” dagli USA. Di Merz la CNN sottolinea la collocazione all’interno della “vecchia scuola conservatrice”, pur evidenziando come il 69enne non abbia mai ricoperto in precedenza ruoli governativi.

In realtà “Merz ha coronato in qualche modo il sogno coltivato a lungo, di sottrarre alla Merkel il riconoscimento di massima playmaker della politica nazionale tedesca. Ma bisognerà vedere con che prospettiva e che politiche”, evidenzia intanto Massimo Nava, editorialista del Corriere e autore del libro “Angela Merkel. La donna che ha cambiato al storia (Rizzoli)” . Ma se in Europa ci si aspettano interventi importanti di Berlino in ambito economico e ambientale e – auspicabilmente – di difesa per rafforzare quella comunitaria, da Washington si attende, “anche perché i tempi tedeschi sono enormemente più lenti e in contrasto con la rapidità che sta contraddistinguendo la decisionalità di Donald Trump.

Merz, il punto di vista della Casa Bianca

Purtroppo è difficile ipotizzare una prospettiva di Governo, specie per un Paese come la Germania che ha passaggi istituzionali e burocratici che lasciano pensare che non ci sarà un esecutivo fino ad aprile, mentre nel resto del mondo e soprattutto negli Stati Uniti la leadership agisce nell’arco di poche ore a livello globale”, osserva ancora Nava.

Alla Casa Bianca arrivano il presidente francese, Macron, e il premier Starmer, “che oggi sono le due potenze nucleari del Vecchio Continente e le uniche due che hanno un seggio permanente alle Nazioni Unite, ossia quelle che possono aver più peso negoziale nei confronti di Trump. La Germania – sottolinea ancora l’analista – resta però pur sempre una potenza economica, la prima in Europa e la terza o quarta al mondo, e questo gli Usa lo sanno bene”.

Nel frattempo i Repubblicani americani osservano, ma con un certo distacco, l’esito elettorale in Germania: la Fox News relega la notizia a fondo pagina, concentrandosi sul “terremoto Elon Musk” che sta effettuando tagli drastici nella pubblica amministrazione. Lo stesso Musk che non ha nascosto il suo endorsment, unito a quello del Vice Presidente USA JD Vance, all’AfD tedesca.

Probabilmente l’appoggio di entrambi può aver dato una ulteriore spinta, così come gli hacker russi e i siti di propaganda di Mosca. Entrambi auspicavano questo risultato per disarticolare il fronte europeo del sostegno all’Ucraina e la solidità del ‘motore dell’Europa’, che come Unione europea mostra grossi limiti. Basti pensare alla Francia, dove c’è un Presidente dimezzato e condizionato da Marine LePen, mentre appunto in Germania ora pesa il risultato di Alice Weidel”.

Forse la Casa Bianca non si aspettava un voto che, se da un lato premia un partito di estrema destra con componenti neonaziste, dall’altro ha portato alle urne oltre l’80% dei tedeschi. Considerando l’assenteismo dilagante di Paesi democratici come Francia, Italia, ma anche Stati Uniti, questo rappresenta un importante esercizio di democrazia, è un sintomo di salute, esattamente come le manifestazioni e la mobilitazione di piazza contro le destre”. 

di Eleonora Lorusso

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