Israele, donne e riservisti. Parla Nir, deputata di Yisrael Beiteinu
Israele, donne e riservisti. Oggi circa il 20% delle Forze armate israeliane è costituito da donne. “Al momento la priorità assoluta è riportare a casa gli ostaggi in un’unica fase”, ci spiega la deputata Sharon Nir, che dal 2022 rappresenta Yisrael Beiteinu all’interno della Knesset, il Parlamento israeliano

Israele, donne e riservisti. Dopo il 7 ottobre, uno degli errori che sono stati maggiormente imputati al premier Benjamin Netanyahu da parte dell’opinione pubblica israeliana è stato l’aver permesso ad Hamas di rafforzare il proprio dominio su Gaza per anni, facendo entrare flussi di denaro che sono stati usati per costruire tunnel anziché per migliorare le condizioni di vita dei civili.
Non tutti gli esponenti della destra israeliana si sono sempre uniformati a tale strategia. Chi vi si era già opposto in tempi non sospetti è Avigdor Lieberman, leader del partito nazionalista Yisrael Beiteinu. Nel 2018 si è dimesso dal suo incarico di ministro della Difesa nel governo Netanyahu proprio per protestare contro questa politica.
«Al momento la priorità assoluta è riportare a casa gli ostaggi in un’unica fase» ci spiega la deputata Sharon Nir, che dal 2022 rappresenta Yisrael Beiteinu all’interno della Knesset, il Parlamento israeliano.
«I nostri ostaggi sono stati tenuti in cattività per oltre 500 giorni, sopportando torture fisiche e mentali. Il loro rilascio è la mossa giusta sia dal punto di vista morale che in termini di sicurezza. Abbiamo già appreso che le manovre dell’esercito nel centro di Gaza sono inefficaci quando gli ostaggi si trovano ancora nell’area. Dopo la loro liberazione, i nostri militari saranno maggiormente in grado di prevenire le violazioni della tregua o il riarmo da parte di Hamas».
Per quanto riguarda invece la controversa proposta di Donald Trump per il futuro della Striscia, Nir sostiene che «il popolo di Gaza dovrebbe avere il diritto alla libertà di movimento. La dichiarazione del presidente americano rappresenta un’opportunità per cambiare la realtà della vita in quell’area. C’è bisogno di una soluzione internazionale, che includa una coalizione di Stati arabi».
E in merito all’opposizione da parte dell’Egitto e della Giordania, afferma che «la Lega Araba dovrebbe partecipare alla definizione della soluzione del ‘giorno dopo’ per Gaza».
Nato per tutelare principalmente gli interessi degli immigrati russi, nel corso degli anni Yisrael Beiteinu si è evoluto. Oggi rappresenta soprattutto quella parte dell’elettorato di destra che desidera uno Stato laico e non si riconosce né nel Likud di Netanyahu né nei partiti religiosi suoi alleati. Anche per questo ha fatto proprie battaglie come quella per una maggiore integrazione delle donne.
Prima di entrare in politica, Sharon Nir era un alto ufficiale dell’esercito israeliano ed è stata consigliera per gli Affari di genere del capo di Stato Maggiore. «Nel corso degli anni, c’è stata un’evoluzione assai positiva nel servizio militare femminile e oggi circa il 20% delle Forze armate è costituito da donne. Il loro eroismo è stato dimostrato in prima linea durante gli eventi del 7 ottobre.
Tuttavia ci sono ancora posizioni che non sono aperte al sesso femminile: c’è ancora molta strada da fare prima di raggiungere la piena parità nelle opportunità».
Un’altra categoria che secondo Nir non riceve il giusto riconoscimento è quella dei riservisti. Motivo per cui nel dicembre 2024 la deputata di Yisrael Beiteinu è stata tra i firmatari di un disegno di legge per facilitare la loro ammissione all’università. «Sebbene il servizio come riservista sia obbligatorio per legge, in pratica è in gran parte volontario. In qualità di legislatore, devo garantire che le istituzioni accolgano gli studenti che hanno messo in pausa la loro vita per proteggere il Paese e li reintegrino nel mondo accademico».
Una delle tante battaglie da affrontare, in un periodo assai critico per Israele.
Di Nathan Greppi
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