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Sanità: Ecdc, ‘Ue lontana da obiettivi 2030 contro malattie infettive’

23 Aprile 2025

Milano, 23 apr. (Adnkronos Salute) – “L’Europa non è sulla buona strada per raggiungere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sdg) per il 2030 su Hiv, tubercolosi (Tb), epatite virale B e C e malattie sessualmente trasmissibili (Ist). Sebbene siano stati compiuti progressi verso l’obiettivo 3.3” degli Sdg – ossia “porre fine alle epidemie di Hiv e Tb, e combattere l’epatite virale B e C e le Ist entro il 2030 – l’Unione europea/Spazio economico europeo (Ue/See) è fuori strada per molti” dei punti, secondo il primo rapporto di monitoraggio sugli Sdg pubblicato oggi dall’Ecdc, Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie. Il report, informa l’agenzia Ue, dà conto dei “dati più recenti su incidenza, prevenzione, test, trattamento e mortalità nell’Ue/See per i 4 gruppi di malattie monitorati dall’Ecdc per gli Sdg. Nonostante i progressi compiuti in alcuni settori – si legge in una nota – molti Paesi non sono sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi 2030 e significative lacune nei dati ostacolano una valutazione completa”.

Ora bisogna “sfruttare al meglio i prossimi 5 anni”, è l’appello dell’Ecdc. “L’Europa ha bisogno di un’azione coraggiosa e coordinata in materia di prevenzione, test e trattamento – dichiara la direttrice dell’agenzia, Pamela Rendi-Wagner – per raggiungere i nostri obiettivi di sviluppo sostenibile per il 2030. Queste malattie sono prevenibili, così come l’onere che impongono ai sistemi sanitari, ai pazienti e alle loro famiglie. Abbiamo 5 anni per agire, dobbiamo far sì che abbiano un impatto”, è necessario metterli a frutto.

In particolare, spiega l’Ecdc, per raggiungere gli obiettivi 2030 serve “impegnarsi per potenziare gli interventi di prevenzione come la PrEP (profilassi pre-esposizione, ndr) per l’Hiv, la vaccinazione contro l’epatite B e i servizi di riduzione del danno per le persone che fanno uso di droghe iniettive, oltre a promuovere l’uso del preservativo”. E’ inoltre “fondamentale espandere i servizi di test integrati per infezioni multiple in diversi contesti, inclusi i test basati sulla comunità, per raggiungere le persone a rischio in una fase più precoce”. Ancora, “migliorare il collegamento con le cure e sostenere l’aderenza al trattamento è fondamentale per migliorare i risultati individuali e prevenire la trasmissione, soprattutto per la tubercolosi e l’epatite virale. Rafforzare la qualità e la completezza dei dati di sorveglianza e monitoraggio è” poi “essenziale, così come la raccolta di dati specifici per le popolazioni chiave più colpite da queste infezioni”. Infine, “per ridurre la mortalità da malattie prevenibili sono necessari sforzi costanti, e migliorare la disponibilità e la qualità dei dati di sorveglianza è fondamentale per monitorare accuratamente i progressi”.

L’Ecdc entra nel dettaglio delle malattie monitorate. Riguardo all’Hiv, “il numero stimato di nuove infezioni è diminuito del 35% rispetto al 2010 nell’Ue/See – rileva l’agenzia – ma i progressi sono più lenti del necessario per raggiungere l’obiettivo intermedio del 2025. I progressi nei test e nel trattamento dell’Hiv sono incoraggianti, ma raggiungere i pazienti non diagnosticati e garantire l’accesso alle cure rimane una sfida in tutta l’Ue/See. L’uso di strumenti di prevenzione, come la PrEP per l’Hiv, è in aumento, ma necessita di un ulteriore potenziamento”.

Per la tubercolosi, “l’incidenza stimata di Tb è diminuita del 35% dal 2015, ma i tassi di successo del trattamento rimangono al di sotto dell’obiettivo del 90%, in particolare per la tubercolosi farmacoresistente”. Quanto all’epatite virale B e C, “causa la maggior parte dei quasi 57mila decessi annuali attribuiti ad Aids, tubercolosi ed epatite virale nell’Ue/See. Per l’epatite B e C, le informazioni disponibili suggeriscono significative carenze nel raggiungimento degli obiettivi di copertura dei test e del trattamento, e i tassi di mortalità non mostrano segni di declino”.

Infine le malattie sessualmente trasmissibili: “Le Ist come la sifilide e la gonorrea sono in aumento in tutta l’Ue/See – si ricorda – raggiungendo il numero più alto da quando è iniziata la sorveglianza da parte dell’Ecdc nel 2009. I dati sulla copertura dei test e del trattamento per le Ist sono in gran parte indisponibili, il che complica il quadro generale”.

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