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Caso Menendez, Lyle ed Erik a un passo dalla libertà vigilata: la nuova sentenza

14 Maggio 2025

(Adnkronos) – Lyle ed Erik Menendez, condannati per l’omicidio dei genitori, potrebbero ottenere la libertà vigilata. Dopo oltre 35 anni di reclusione per l’uccisione dei genitori nella loro residenza di Beverly Hills, il giudice della corte superiore di Los Angeles, Michael Jesic, ha ridotto la loro pena, dichiarandoli idonei alla libertà vigilata.

Nel 1996 al termine del processo, che aveva attirato un’enorme attenzione mediatica in tutti gli Stati Uniti, i due fratelli erano stati condannati all’ergastolo ostativo. Ma il mese scorso, anche grazie a un rinnovato interesse per la vicenda sulla scia di due diverse serie televisive dedicate al caso, i Menendez, hanno vinto il ricorso per ottenere la nuova sentenza, emessa il 13 maggio.

Nella nuova sentenza, il giudice Michael Jesic ha ridotto la pena ad un minimo di 50 anni fino al massimo dell’ergastolo, togliendo però la condanna del ‘fine pena mai’. Il giudice ha affermato che è stato commesso un crimine orribile, ma è rimasto altrettanto scioccato dalle lettere degli ufficiali carcerari e penitenziari, affermando che è straordinario ciò che hanno fatto i fratelli. “Credo che abbiano fatto abbastanza negli ultimi 35 anni per avere un giorno la possibilità” di essere liberati, ha affermato.

Per la legge della California, i due fratelli, che avevano 21 e 18 anni quando uccisero i genitori nel 1989, possono da subito chiedere la libertà condizionale perché avevano meno di 26 anni al momento del crimine. La commissione statale per la libertà condizionale dovrà però valutare il caso prima di una possibile scarcerazione.

“In un giorno come questo la redenzione è possibile, questa è una decisione che si riverbererà sul sistema giudiziario”, ha dichiarato l’avvocato difensore, Mark Geragos. “Avevano le lacrime agli occhi e sorridevano”, ha dichiarato l’avvocato dei fratelli Menendez, Cliff Gardner, a KNBC-TV, descrivendo la reazione dei suoi assistiti al verdetto.

Considerato il tempo già scontato, la richiesta è imminente, e un’udienza è già prevista per il 13 giugno.

“Siamo profondamente grati e felici per la nostra famiglia”, ha dichiarato Lyle Menendez, ora 57enne, parlando al telefono con i suoi avvocati fuori dal tribunale, secondo quanto riferisce il Los Angeles Times. Prima i due fratelli erano intervenuti, in collegamento zoom dalla prigione, in aula, assumendosi la piena responsabilità dei loro crimini. “Mi assumo la piena responsabilità per tutte le mie scelte, per aver scelto di puntare l’arma contro la mia mamma e il mio papà, la scelta di ricaricare, la scelta di fuggire, nascondermi e fare di tutto per farla franca”, ha rincarato Lyle in lacrime.

Erik, il minore che ora ha 55 anni, ha parlato di “atroci azioni di brutalità contro due persone che avevano ogni diritto di vivere, non ho nessuna scusa, giustificazione per quello che ho fatto”.

Le dichiarazioni dei fratelli hanno provocato la commozione dei loro familiari che chiedevano sentenze più lievi per i due giovani. “Noi da entrambi i lati della famiglia diciamo che 35 anni di prigione sono sufficiente, sono stati perdonati da entrambi i lati della famiglia”, ha detto in aula, anche lei in lacrime, Anamaria Baralt, una delle cugine dei fratelli Menendez.

Cresciuti nella villa a Beverly Hills, i due ragazzi uccisero il 20 agosto 1989 il padre, Jose Menendez, alto dirigente di uno studio di Hollywood, e la madre Kitty, esplodendo decine di colpi. Lyle telefonò poi alla polizia dicendo di aver trovato i genitori uccisi a casa, spingendo gli investigatori a credere che fosse stato un crimine della mafia legato agli affari del padre.

I sospetti degli investigatori si spostarono quando i ragazzi in pochi mesi spesero 700mila dollari dell’eredità dei genitori. I due furono arrestati nel marzo del 1990, dopo che la polizia appresa che Erik aveva confessato il delitto durante una sessione con l’analista registrata.

Iniziò così una lunga saga giudiziaria, che fu uno dei primi processi trasmessi dalle tv via cavo negli Usa, con i due giovani che sostennero di aver ucciso i genitori per difesa personale, dopo essere stati per anni vittime di abusi fisici e sessuali da parte del padre, con la madre che sapeva e sceglieva di ignorare. L’accusa sostenne invece che i due giovani uccisero i genitori per i soldi. Nella richiesta di un nuovo processo, i difensori dei Menendez hanno presentato quelle che hanno definito nuove prove a sostegno delle accuse di abusi da parte del padre.

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