Hamas prende in ostaggio la popolazione di Gaza
Hamas è pronto a prendere in ostaggio l’intera popolazione di Gaza. E a servirsene per far versare il sangue che inorridisce il mondo

Hamas prende in ostaggio la popolazione di Gaza
Hamas è pronto a prendere in ostaggio l’intera popolazione di Gaza. E a servirsene per far versare il sangue che inorridisce il mondo
Hamas prende in ostaggio la popolazione di Gaza
Hamas è pronto a prendere in ostaggio l’intera popolazione di Gaza. E a servirsene per far versare il sangue che inorridisce il mondo
Si terrà una manifestazione per solidarizzare con la popolazione palestinese di Gaza e mostrare sdegno per le innumerevoli vittime civili della guerra. La sinistra italiana ha deciso di prendervi parte. E fa bene. Essendo una manifestazione politica la ragione politica non deve essere sommersa dall’aspetto emozionale, tanto più che essere solidali con qualcuno che soffre serve a poco, se non si prova a fermare quel che causa la sofferenza.
Quindi si spera che sia l’occasione per ricordare che il nemico dei palestinesi è Hamas, che pur di colpire Israele è pronto a prendere in ostaggio l’intera popolazione di Gaza e servirsene per far versare il sangue che inorridisce il mondo e difendere le proprie armi – di cui dispone grazie all’appoggio economico e logistico della dittatura iraniana – e fare da scudo per i rifugi dove vengono tenuti gli altri ostaggi, rapiti fra i civili israeliani. Se la manifestazione non indicherà in Hamas il nemico della sicurezza e della pace palestinese allora manifesterà ipocrisia politica e inutilità.
Certo, il fondamentalismo s’è impadronito anche di Israele. Hamas voleva innescare una reazione cieca e rabbiosa e il governo Netanyahu non s’è sottratto a questo ruolo. Il danno che Israele arreca a sé stesso e agli ebrei della diaspora, nonché a noi che gli siamo amici e fratelli, è enorme. La carica di odio di cui si riempiono gli occhi dei bambini che assistono ai massacri potrà smaltirsi soltanto in molti anni. Epperò noi europei e noi democrazie occidentali non siamo il tribunale morale del mondo, non possiamo limitarci a emettere condanne vagolanti e abbiamo il dovere di ricordare che Israele ha più volte firmato accordi per restituire terra in cambio di pace e sicurezza. Come anche per propiziare la nascita di uno Stato palestinese, mentre Hamas mai. Lo fecero altri palestinesi, che Hamas individuò subito come propri nemici. È Hamas il nemico della pace e dei palestinesi.
Molti sperano di corrompere la realtà cercando di mettere sullo stesso piano i bombardamenti sui civili ucraini e quelli sui civili palestinesi, ma è impossibile: la Russia ha torto e compie atti criminali, Israele ha ragione e compie atti criminali. Nel primo caso si deve combatterla e fermarla, nel secondo garantire la sicurezza che faccia cessare i massacri. Quindi il tema è: come si fa a eliminare Hamas senza sterminare i palestinesi che Hamas tiene in ostaggio?
Occorre coinvolgere i Paesi arabi, che più di ogni altro hanno chiara una cosa: il nemico che agisce travestito è l’Iran. Iran che è il fornitore delle armi a Putin ed è connesso alla Corea del Nord per la tecnologia e i vettori atomici. Corea del Nord che non soltanto è alleata di Putin, ma direttamente combattente al suo fianco in Ucraina. Un asse delle carogne che non potrebbe reggere se non avesse le spalle coperte dalla Cina.
Non si conceda troppo alla retorica bergogliana della «guerra mondiale a pezzi», perché di guerre ce ne sono tante, purtroppo, ma questi due fronti – quello ucraino e quello palestinese – sono attraversati da un filo rosso, con gli stessi protagonisti. Per questo è mera illusione il credere che ci si possa chiamare fuori. Illusione americana (oggi) che alimenta l’altrui illusione di poter effettivamente vincere sul terreno della guerra, cosa che non sarà possibile né alla Russia né a Israele. Illudersi di chiamarsi fuori abbandona alla carneficina i popoli travolti dalla guerra, ma lascia spazio d’azione a chi scommette e lavora per produrre squilibri, in questo modo indebolendo le forze che gli sono ostili. L’Iran non potrebbe svolgere questo ruolo con altrettanta efficacia senza l’asse delle carogne.
Se non vogliamo restare ostaggi delle illusioni, le armi della diplomazia vanno attivate su ciò che consente alle guerre di durare e non soltanto per momentanee tregue, che pare si torni ad annunciare. L’approccio di Trump alla Cina e il suo atteggiamento dissennato verso l’Unione Europea – dazi compresi – peggiorano le cose. A danno anche degli Usa.
Di Davide Giacalone
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