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Trump spettinato da Putin

«Con me alla Casa Bianca tutto questo non sarebbe successo» è un concetto su cui Trump e i suoi seguaci insistono commentando l’aggressione di Putin all’Ucraina. L’ex presidente USA avrebbe anche alcune proposte -alquanto insolite- per risolvere il conflitto.  
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Trump spettinato da Putin

«Con me alla Casa Bianca tutto questo non sarebbe successo» è un concetto su cui Trump e i suoi seguaci insistono commentando l’aggressione di Putin all’Ucraina. L’ex presidente USA avrebbe anche alcune proposte -alquanto insolite- per risolvere il conflitto.  
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«Con me alla Casa Bianca tutto questo non sarebbe successo» è un concetto su cui Trump e i suoi seguaci insistono commentando l’aggressione di Putin all’Ucraina. L’ex presidente USA avrebbe anche alcune proposte -alquanto insolite- per risolvere il conflitto.  
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«Con me alla Casa Bianca tutto questo non sarebbe successo» è un concetto su cui Trump e i suoi seguaci insistono commentando l’aggressione di Putin all’Ucraina. L’ex presidente USA avrebbe anche alcune proposte -alquanto insolite- per risolvere il conflitto.  
  Mentre Trump sostiene che bisogna bombardare la Russia con i sommergibili nucleari, un suo sostenitore ha ottenuto asilo politico in Bielorussia. Il fuggiasco è il 48enne californiano Evan Neumann, incriminato per 14 capi di imputazione per quanto combinato il 6 gennaio 2021 durante l’assalto a Capitol Hill (in particolare, l’aver preso a pugni due poliziotti). Che un trumpiano estremista abbia pensato proprio a uno stretto alleato di Putin come Lukashenko per scamparla proprio mentre il suo idolo parla di guerra nucleare è forse casuale, ma appare simbolico dell’intreccio fra quei due scandali paralleli chiamati Russiagate e Ucrainagate. Il primo è l’inchiesta sulle sospette ingerenze da parte della Russia nella campagna elettorale che nel 2016 vide la vittoria di Trump. Condotte dal procuratore speciale Robert Mueller, le indagini attestarono che 9 giugno 2016 Donald J. Trump e Jared Kushner, figlio omonimo e genero, avrebbero incontrato alla Trump Tower l’avvocato russo Natalia Veselnitskaya, fiduciaria di Putin. Con loro vi era il lobbysta Paul Manafort, che per questa storia è stato poi arrestato. Anche 12 cittadini russi funzionari del Gru, l’intelligence militare russa, sono stati incriminati. Nell’agosto del 2020 il Senato Usa ha infine confermato l’esistenza di contatti tra la campagna di Donald Trump e il governo russo. Il secondo scandalo è la minaccia dell’allora presidente Usa di tagliare gli aiuti all’Ucraina se non avesse aperto una inchiesta su Hunter Biden, il figlio del suo avversario alle presidenziali, assunto per 50mila dollari al mese come consulente da Burisma Holdings, la maggiore compagnia del Paese. Nel novembre del 2019 l’ex ambasciatrice americana in Ucraina Marie Yovanovitc testimoniò addirittura di essere stata richiamata da Trump in fretta e furia quando Zelensky si rifiutò di collaborare. Nel corso della stessa audizione l’ambasciatore Usa presso la Ue, Gordon Sondland, dichiarò: «Mi opponevo fortemente alla sospensione degli aiuti all’Ucraina perché gli ucraini avevano bisogno di quei fondi per combattere contro l’aggressione russa. Cercai di chiedere perché gli aiuti fossero stati sospesi, ma non ricevetti mai una risposta chiara». «Con me alla Casa Bianca tutto questo non sarebbe successo» è un concetto su cui Trump e i suoi seguaci insistono commentando l’aggressione di Putin all’Ucraina. Adesso l’ex presidente Usa ha aggiunto: «Putin continua a dire che la Russia è una potenza nucleare, ma noi lo siamo ancor di più, abbiamo i più grandi sottomarini atomici al mondo». Nei giorni scorsi da Trump era venuta un’altra modesta proposta: mettere la bandiera cinese sugli F-22 e bombardare la Russia per far credere a Mosca di essere stata colpita da Pechino, scatenando così una guerra tra i due Paesi. Poche ore prima dell’invasione dell’Ucraina aveva invece definito Putin «un genio. Ha dichiarato una parte dell’Ucraina indipendente. Meraviglioso. È intelligente e la sua forza di peacekeeping riporterà la pace. Ce ne vorrebbe una simile da noi al confine meridionale. Putin è saggio, lo conosco bene, molto bene». Per capirci, Trump aveva appena proposto di invadere il Messico.   di Maurizio Stefanini

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