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Raul Gardini

Il sogno anticipatore di Gardini

L’agricoltura è chimica. Usare i carboidrati al posto degli idrocarburi oggi è un procedimento scontato. Ma quando Raul Gardini si mise a produrre carburanti, plastica, inchiostri e detergenti da scarti e materie prime agricole, il mondo la pensava diversamente.
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Il sogno anticipatore di Gardini

L’agricoltura è chimica. Usare i carboidrati al posto degli idrocarburi oggi è un procedimento scontato. Ma quando Raul Gardini si mise a produrre carburanti, plastica, inchiostri e detergenti da scarti e materie prime agricole, il mondo la pensava diversamente.
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Il sogno anticipatore di Gardini

L’agricoltura è chimica. Usare i carboidrati al posto degli idrocarburi oggi è un procedimento scontato. Ma quando Raul Gardini si mise a produrre carburanti, plastica, inchiostri e detergenti da scarti e materie prime agricole, il mondo la pensava diversamente.
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L’agricoltura è chimica. Usare i carboidrati al posto degli idrocarburi oggi è un procedimento scontato. Ma quando Raul Gardini si mise a produrre carburanti, plastica, inchiostri e detergenti da scarti e materie prime agricole, il mondo la pensava diversamente.
Padova, 1990. Nel corso di un convegno dove erano presenti tremila fra dirigenti e quadri dell’Enimont, il presidente del Gruppo Ferruzzi, Raul Gardini, chiarì il ruolo suo e della Montedison nella chimica italiana, negando allo Stato qualsiasi possibilità di fare l’industriale e dichiarando che «la chimica italiana sono io. Ho il coraggio, la determinazione, i progetti e i capitali per fare una grande chimica». Usare i carboidrati al posto degli idrocarburi è oggi un procedimento scontato. Ma quando Gardini si mise a produrre carburanti, plastica, inchiostri e detergenti da scarti e materie prime agricole, il mondo la pensava diversamente. Argentina, 1984, vigilia di Natale. Seduto a tavola per colazione, Gardini afferma: «Fra quattro anni entrerà in vigore la nuova normativa europea per rimuovere il piombo dalla benzina, che viene usato per le sue proprietà antidetonanti ma inquina. Per sostituirlo si potrebbe usare etanolo prodotto tramite le eccedenze agricole comunitarie e risolvere così due problemi in una volta sola». Gardini ha però contro, in questa sua visione, gli agricoltori italiani e gran parte dell’imprenditoria. La Fiat contesta che il mercato dell’auto è già abbastanza in crisi e che la sostituzione del piombo va condotta in porto «senza improvvisazioni». La visione di Gardini non si ferma al surplus agricolo e all’etanolo: «Possiamo risolvere il problema delle eccedenze con l’etanolo e indirizzare la ricerca sulle piante e sull’utilizzo di proteine, grassi e carboidrati in modo innovativo. Questa presa di coscienza ci porta dentro l’ambiente, sul versante agricolo-energetico e dell’industria chimica, comunque in alternativa agli idrocarburi». L’assioma è rivoluzionariol’agricoltura è chimica. In un articolo Gardini scrive: «Come dimostra il meraviglioso processo della fotosintesi, l’agricoltura è chimica e la chimica verde è la prossima rivoluzione che si svilupperà in modo esponenziale. (…) Nel prossimo futuro le agro-biotecnologie avranno un ruolo di primo piano. Grazie a loro sarà possibile ridurre drasticamente l’impiego in agricoltura di prodotti chimici i quali, se hanno reso possibile la prima Rivoluzione verde, contribuiscono all’inquinamento dell’ambiente. Questo nuovo modo di fare agricoltura, oltre che più ecologico, sarà in grado di offrire all’industria nelle quantità necessarie materie prime rinnovabili e più pulite: detergenti, plastificanti, adesivi, lubrificanti potranno essere prodotti partendo dalle materie prime agricole. Per non parlare dell’impiego delle biomasse a fini energetici, che in diversi Paesi già costituisce un’importante realtà e che, sotto l’incalzare dell’inquinamento urbano e del rialzo del prezzo del petrolio, si presenta come una necessità, oltre che un’opportunità, ecologica, economica e strategica imprescindibile». Una rivoluzione che avrebbe anticipato di oltre trent’anni quello di cui si discute oggi. Sappiamo, però, com’è finito quel sogno. Con un colpo di pistola.   di Andrea Pamparana

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