Pnrr: Cida, incentivare collaborazione con Epr e aziende
Roma, 14 apr. (Labitalia) – Rendere effettivo ad efficace l’orientamento scuola-università, in particolare verso gli studi dove le aziende denunciano carenza di specialisti, motivando i giovani verso le discipline stem (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) anche con la collaborazione incentivata delle aziende, e favorire il coinvolgimento delle ragazze verso percorsi rinnovati ed integrati secondo una logica interdisciplinare. È quanto ha sostenuto la vicepresidente di Cida, Licia Cianfriglia, intervenendo al tavolo di partenariato sull’attuazione del Pnrr con il ministro dell’università e della ricerca, Maria Cristina Messa. “Per realizzare tutto questo – ha aggiunto – è strategico l’investimento sulla didattica e sulle competenze universitarie avanzate e la creazione dei Teaching and learning centers, che potranno avere nel medio periodo una ricaduta necessaria anche sull’insegnamento nelle scuole”. Per quanto riguarda la ricerca, la vicepresidente di Cida ha sottolineato che “gli investimenti sulla ricerca nel nostro Paese sono sempre stati insufficienti, e nonostante questo i risultati ottenuti da ricercatori universitari e ricercatori e tecnologi degli enti pubblici di ricerca sono di ottima qualità. Il Pnrr fornisce l’opportunità per innalzarne ulteriormente il livello qualitativo e quantitativo, ma è necessario, da subito, destinare alla ricerca un’adeguata parte del pil per mantenere lo standard che si andrà a consolidare e migliorare con le risorse del Pnrr”.
Per Cianfriglia, “è inoltre necessario favorire la circolarità/mobilità dei ricercatori fra pubblico e privato con modelli contrattuali/accordi e incentivi adeguati. Così come è strategico valorizzare il ruolo degli enti pubblici di ricerca nel contesto generale dell’eco-sistema della ricerca che col Pnrr si intende realizzare, sviluppando procedure rapide e semplificate per percorsi di circolarità e mobilità, così da potenziare l’efficacia del sistema ricerca del Paese in termini di avanzamento delle conoscenze e di trasferimento delle stesse alle imprese ed alla pubblica amministrazione”. “A tal proposito – ricorda – abbiamo elaborata una proposta per l’introduzione di due norme. La prima riguarda la revisione del reclutamento e progressione di carriera negli enti pubblici di ricerca e raccordo con università e ricerca privata. L’obiettivo è quello di superare l’attuale compartimentazione del capitale umano dedicato alla ricerca, favorire l’effettiva circolarità e mobilità nel sistema ricerca del Paese e aumentarne la flessibilità, garantendo la crescita delle varie componenti (università, epr, imprese e Pubblica amministrazione) e l’impiego più efficace delle risorse disponibili”.
La seconda norma “prevede l’attivazione di dottorati di ricerca da parte di enti pubblici di ricerca e relative modalità di accreditamento. Lo scopo è favorire un collegamento costante e strutturato con il mondo delle imprese per la realizzazione di dottorati svolti per una parte significativa anche presso quelle imprese che intendano procedere in attività di r&s finalizzate all’immissione sul mercato di nuovi prodotti e/o servizi o a reali innovazioni di processo produttivo e/o gestionale con sbocchi occupazionali nelle imprese e nelle pubbliche amministrazioni”.
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