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Proteggere Venezia, anche dalle polemiche inutili

La scelta di varare un ticket d’ingresso per Venezia, per quanto apparentemente antidemocratica, dimostra buon senso e amore nei confronti della città.
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Proteggere Venezia, anche dalle polemiche inutili

La scelta di varare un ticket d’ingresso per Venezia, per quanto apparentemente antidemocratica, dimostra buon senso e amore nei confronti della città.
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Proteggere Venezia, anche dalle polemiche inutili

La scelta di varare un ticket d’ingresso per Venezia, per quanto apparentemente antidemocratica, dimostra buon senso e amore nei confronti della città.
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La scelta di varare un ticket d’ingresso per Venezia, per quanto apparentemente antidemocratica, dimostra buon senso e amore nei confronti della città.
Venezia si appresta a varare un ticket d’ingresso per poter regolare le visite in città e contenerne l’assalto. La misura sarà graduale e dovrebbe dissuadere (non vietare, recarsi a Venezia sarà sempre possibile) la visita mordi e fuggi nei giorni di maggiore e incontrollabile afflusso. Chi pernotterà in laguna non pagherà il ticket, pagando già la tassa di soggiorno, mentre potrà probabilmente usufruire di uno sconto chi prenoterà per tempo. La misura entrerà in vigore, senza essere una novità assoluta dopo l’esperimento dei tornelli nel 2018, a partire dall’anno prossimo. Anche l’idea stessa di contingentare gli ingressi in alcuni dei gioielli del nostro paese (il numero chiuso è stato più volte ipotizzato per l’isola di Capri) non è certo una novità, come le polemiche che inevitabilmente genera. Far pagare per potere godere di un luogo unico e irripetibile come Venezia può dar fastidio in linea di principio e non fatichiamo a comprenderne le ragioni, ma al contempo è probabilmente l’unico modo per impedire che una simile bellezza – così fragile per natura – venga lasciata esposta al rischio di essere gravemente compromessa. La folla incontrollata a lungo andare può causare danni permanenti, materiali e non. Venezia è delicatissima e non può restare in balia di orde di persone – chiunque l’abbia sperimentato ci darà ragione – anche perché risulta controproducente lasciare nel turista il ricordo di una visita resa invivibile da una folla incontrollabile. Il discorso è sempre lo stesso: scegliere fra il raccattare quanto più possibile oggi o far sì che anche economicamente i gioielli del nostro Paese si garantiscano un futuro a lungo termine. È demagogico, facile e gravemente fuorviante lamentarsi per una scelta apparentemente antidemocratica, in realtà di puro buon senso e animata da quel senso di amore e protezione che dovremmo tutti sviluppare nei confronti dei luoghi del cuore d’Italia. di Fulvio Giuliani

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