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L’azienda tedesca che ha violato le sanzioni per il Cremlino

Mentre i caduti nella resistenza ucraina aumentano, la Russia addestra nuove armate grazie ad un centro costruito dalla tedesca Rheinmetall. 
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L’azienda tedesca che ha violato le sanzioni per il Cremlino

Mentre i caduti nella resistenza ucraina aumentano, la Russia addestra nuove armate grazie ad un centro costruito dalla tedesca Rheinmetall. 
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L’azienda tedesca che ha violato le sanzioni per il Cremlino

Mentre i caduti nella resistenza ucraina aumentano, la Russia addestra nuove armate grazie ad un centro costruito dalla tedesca Rheinmetall. 
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Mentre i caduti nella resistenza ucraina aumentano, la Russia addestra nuove armate grazie ad un centro costruito dalla tedesca Rheinmetall. 
«Un carro armato russo viene verso la nostra posizione. Ci pensiamo noi». Questo è stato l’ultimo messaggio di Ivan “Brest” Marchuk, comandante del battaglione “Volat” (“Gigante”) che è parte di quel reggimento “Kastus Kalinouski” istituito per raccogliere tutti i volontari bielorussi arruolati nell’esercito ucraino. Il mezzo nemico è stato distrutto ma nel combattimento Brest ha riportato delle gravi ferite a una gamba e alla testa. Così il 26 luglio scorso è spirato a Sjevjerodonec’k mentre copriva la ritirata verso Lysyčans’k delle truppe al suo comando. In quei giorni lui e almeno altri sei valorosi bielorussi si sono sacrificati, motivati nella lotta dal pensiero che la libertà degli ucraini equivalesse alla loro e che una Kyiv libera avrebbe aiutato la liberazione della loro Minsk. Anche se molti più attaccanti che difensori sono periti in quegli scontri, nell’ambito della difficile situazione che l’esercito ucraino affronta ora nel Donbass la scomparsa del comandante “Brest” è un brutto colpo. Era infatti un militare di carriera, addestratosi nella legione straniera francese dopo aver abbandonato la professione di ingegnere. La sua folta barba era poi diventata un simbolo della resistenza dopo il 24 febbraio, grazie ad alcuni video propagandistici che aveva girato per mostrare l’addestramento dei volontari. LEGGI TUTTI GLI ARTICOLI “CRONACHE DI GUERRA” I suoi commilitoni, ancora numerosi e con sempre nuove reclute in arrivo dalla Bielorussia, continueranno ora la battaglia; ma per ogni eroe di quel calibro vi sono sempre una torma di pavidi che invece agevolano il maledetto lavoro dei dittatori. Come ad esempio l’azienda tedesca Rheinmetall, specializzata nel settore bellico, che oggi scalpita per mandare nuove armi in Ucraina ma che negli anni scorsi scalpitava invece per aiutare il criminale Putin ad ammodernare il suo esercito. Servendosi di una società di comodo chiamata Garnison, l’azienda con sede a Monaco di Baviera ha infatti proseguito il lavoro su una commessa che aveva vinto nel 2011 ma che le sanzioni inflitte alla Russia nel 2014 non le avrebbero permesso di completare. In barba alle restrizioni economiche – come molte aziende francesi, a essere onesti – ha quindi consegnato alle forze armate della Federazione Russa la base di Mulino, a 300 chilometri a Est di Mosca. «Grande più di 500 chilometri quadrati, il centro d’addestramento di Mulino è la massima avanguardia tecnologica per l’armata russa ed è progettato per addestrare una brigata di fanteria meccanizzata o una brigata corazzata», questa la descrizione orgogliosa che compare ancora oggi sul sito Internet della compagnia. L’annessione illegale della Crimea e l’invasione russa nel Donbass non hanno quindi dissuaso i vertici della Rheinmetall ad aiutare gli sforzi di ammodernamento dell’esercito del Cremlino e ora Mosca ringrazia, dacché in queste settimane a Mulino si registra grande fermento. Proprio lì si sta addestrando il nuovo Terzo corpo d’armata russo, che prosegue la numerazione degli eserciti miliziani degli pseudo-Stati proclamati nel Donbas. Queste migliaia di nuovi soldati sarebbero stati addestrati comunque in qualche altro modo dai siloviki, ma grazie all’aiuto alemanno potranno ora laurearsi Z truppen più in fretta e con lode. Per citare invece un grande tedesco: «Beato quel popolo che non ha bisogno d’eroi».   di Camillo Bosco

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