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Unjected: l’app a cui possono accedere solo i no-vax

Esiste un’app riservata ai no-vax: si chiama Unjected e va molto oltre le solite app di dating. Qui si può anche offrire sangue, latte materno, anche ovuli e sperma. A patto che non vi sia traccia di vaccino contro il Covid.
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Unjected: l’app a cui possono accedere solo i no-vax

Esiste un’app riservata ai no-vax: si chiama Unjected e va molto oltre le solite app di dating. Qui si può anche offrire sangue, latte materno, anche ovuli e sperma. A patto che non vi sia traccia di vaccino contro il Covid.
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Unjected: l’app a cui possono accedere solo i no-vax

Esiste un’app riservata ai no-vax: si chiama Unjected e va molto oltre le solite app di dating. Qui si può anche offrire sangue, latte materno, anche ovuli e sperma. A patto che non vi sia traccia di vaccino contro il Covid.
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Esiste un’app riservata ai no-vax: si chiama Unjected e va molto oltre le solite app di dating. Qui si può anche offrire sangue, latte materno, anche ovuli e sperma. A patto che non vi sia traccia di vaccino contro il Covid.
Se esistono siti di incontri di qualunque genere, c’era da immaginarsi che ne potesse nascere uno dedicato ai no-vax. È quello che è successo: si chiama Unjected e la sua particolarità è l’essere riservato a chi, per le più svariate ragioni, non si è vaccinato. Ma non si tratta solo di una rivisitazione di altre app di dating, perché qui è possibile richiedere od offrire sangue, latte materno, anche ovuli e sperma. A patto che naturalmente nei “donatori” non vi sia traccia di vaccino contro il Covid. Nei mesi scorsi l’applicazione era stata bandita da Apple ma era rimasta disponibile su Android, dove chiunque poteva iscriversi (i download sono diverse migliaia). Una falla nel sistema ha fatto sì che i dati personali di molti di loro diventassero accessibili ma –problemi di sicurezza a parte – Unjected ha riscosso un certo successo tra i più convinti anti-vaccinisti. Certo, si farebbe un torto agli stessi no-vax se si volesse fare di tutta l’erba un fascio. È ovvio che non tutti quelli che non si sono vaccinati ritengono che un compagno, una compagna o addirittura una madre surrogata debbano essere selezionati solo fra chi ha condiviso la medesima scelta. Si tratta un po’ di una riedizione di estremismi che abbiamo già visto in passato accompagnarsi a particolari confessioni religiose o sette. Anche perché sono proprio i no-vax nei mesi scorsi ad aver sostenuto di essere stati in qualche modo trattati come “untori” o comunque che le misure adottate dai vari Stati avessero di fatto creato una sorta di divisione fra cittadini di serie A e di serie B. C’è pure chi, con cattivo gusto, ha tirato in ballo paragoni razziali. Adesso si scopre che esiste invece tutta una galassia che funziona esattamente al contrario. Nella quale non ha diritto di accesso, anche se solo virtuale, chiunque abbia fatto il vaccino. Naturalmente ciascuno può scegliere liberamente chi frequentare e chi no. Colpisce però come gli stessi che si lamentavano delle libertà perdute si siano poi affidati a un’applicazione che tutto è tranne che un simbolo di tolleranza e apertura: rappresentazione plastica di quanto certe spaccature si siano radicate. E al di là della posizione di ciascuno, al di là del fatto che certe teorie sono assolutamente estranee alla realtà, questo problema (che oggi fa meno rumore) rischia di riesplodere qualora dovessimo misurarci di nuovo con nuovi obblighi o restrizioni. Di Annalisa Grandi

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