Progetto Open Data INPS, trasparenza e accessibilità per imprese e cittadini
(Adnkronos Salute) – Sempre più spesso si parla di Open data ovvero di dati aperti e resi accessibili da un’azienda privata o da una pubblica amministrazione, al fine di essere riutilizzati per diversi scopi. Nel percorso di evoluzione e transizione tecnologica e digitale intrapreso dall’INPS la scelta di mettere a disposizione i dati aperti riveste particolare importanza, specie in ottica di:
maggiore trasparenza
completezza di informazione
qualità dei servizi agli utenti
In questo senso con il progetto Open Data l’Istituto ha deciso di semplificare e agevolare la divulgazione dell’enorme mole di dati raccolti, dando la possibilità a chi ne abbia necessità di accedere a tali informazioni tramite una specifica sezione del proprio sito web. Il progetto che ha preso il via già nel marzo del 2012 con la pubblicazione dei primi dataset, è stato creato per aderire alle direttive europee in materia di condivisione dei dati degli enti pubblici.
Attraverso l’apposita sezione Open Data su Inps.it è possibile accedere e scaricare in diversi formati i data base di informazioni gestite dall’Istituto, archiviati e catalogati per argomento e fonte. Si tratta esclusivamente di tipologie di dati che rientrano nei principi che regolano l’Open Government, ovvero:
disponibilità, grazie all’accesso libero a tutti
accessibilità, attraverso le tecnologie digitali in formati aperti
riusabilità, ovvero la possibilità per persone fisiche o giuridiche di riutilizzare i dati a fini commerciali o non commerciali diversi dallo scopo iniziale
Open Data, differenti tipologie e a cosa servono
L’importanza degli Open Data è sottolineata anche a livello internazionale dalle istituzioni comunitarie. Il Parlamento Europeo e il Consiglio, infatti, con la direttiva 2003/98/CE sensibilizzano gli enti pubblici alla condivisione dei propri dati al fine di incentivarne le potenzialità in ottica di miglioramento dell’offerta del servizio pubblico, oltre che per contribuire a creare nuove opportunità produttive legate al riuso dei dati stessi.
Esistono diverse tipologie di dati che si differenziano per il formato di esposizione Open Data e sono classificati sulla base della loro capacità di essere riutilizzati:
testo (formato PDF, TXT)
struttura proprietaria (formato XLS)
struttura aperta (formato CSV, XML)
struttura con Url, Linked Data (RDF+link)
Le possibilità di riutilizzo di Open Data sono molteplici, tra cui:
favorire la partecipazione attiva da parte dei cittadini e delle imprese
supportare organizzazioni pubbliche o private nell’utilizzo produttivo dei dati, creando nuove opportunità di occupazione e assicurando una maggiore diffusione delle informazioni stesse
agevolare la condivisione di dati di pubblico interesse tra enti, favorendo un proficuo dialogo e confronto tra le parti
Ricordiamo che il riutilizzo degli Open Data è legato alle specifiche contenute nelle licenze d’uso indicate nelle rispettive schede descrittive di ogni dataset.
La diffusione degli Open Data INPS
Quali sono gli Open Data più utlizzati? Accedendo alla pagina web “Scarica gli Open Data INPS” sul sito inps.it si scopre che tra i dataset online più scaricati si trovano: “Importo contributi lavoratori domestici italiani e stranieri”, un dataset creato nel febbraio 2017 che ha visto oltre 60 mila download nei diversi formati disponibili e “Legge 104 e congedo straordinario”, creato nel giugno 2016 con un totale di scaricamenti leggermente inferiore rispetto al precedente.
Dal punto di vista invece della diffusione territoriale, quali sono le regioni più interessate agli Open Data INPS? Un dato interessante che si ricava dall’analisi numerica dei download effettuati per regione. Considerando tutto il periodo storico, a livello regionale il Lazio è al primo posto con oltre 268 mila download, che corrispondono a un’incidenza del 23,37% sul totale nazionale. Al secondo posto la Lombardia con oltre 243 mila download, il 21,25% del totale. Sul terzo gradino del podio la Campania con poco più di 110 mila download, il 9,60% del totale.
Tra le città, la diffusione maggiore degli Open Data INPS è stata registrata a Roma con oltre 256 mila download, più del 95% del totale della regione Lazio. Seguita da Milano, con 160 mila download che corrispondono al 65% di quelli effettuati in Lombardia. Terza Napoli con oltre 73 mila scaricamenti, il 66% del totale della Campania.
Come scaricare gli Open Data INPS
L’accessibilità ai dati è un punto particolarmente importante per permettere a tutti gli interessati di scaricare le informazioni disponibili. Per questo INPS ha predisposto diverse opzioni e tecnologie digitali per poter consultare e scaricare i dati. Prima di tutto collegandosi al portale Open Data, dove è possibile recuperare le risorse open disponibili come file di download nei diversi formati (pdf, xls, csv, xml, json, owl). Per accedere più rapidamente alla lista completa di dataset e dei relativi metadati, sono previste le specifiche API, Application Programming Interface, che descrivono un set di funzioni a disposizione dell’utente per poter dialogare in tempo reale con il DataCatalog Opendata.
Un ulteriore passo di INPS verso la trasparenza e l’interoperabilità è stato intrapreso con la pubblicazione del primo set di Linked Open Data sul tema della sicurezza sociale e del welfare che ha visto l’esposizione dei dati legati alle prestazioni pensionistiche ed assistenziali dell’Istituto. Questo progetto è stato attuato attraverso il formato OWL (Ontology Web Language), un modello semantico multidimensionale di rappresentazione dei dati che arricchisce e completa i formati di distribuzione degli open data già presenti sul sito inps.it. Infine, per avvicinare ulteriormente gli utenti ai propri datastore, l’offerta è stata ampliata con il formato JSON (Javascript Object Notation) di scambio tra server e applicazioni web che permette una maggiore leggibilità dei dati e quindi incentiva un uso più concreto degli Open Data.
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