“È un grande passo perché si tratta della prima volta per una donna in un mondo che, almeno in Italia, è prevalentemente maschile. Si tratta di un cambiamento culturale, ma certamente avrà tutte le attenzioni su di sé, la si osserverà pronti a cogliere un eventuale errore, molto più di quanto non si farebbe con un uomo”. Ai Mondiali in Qatar le donne arbitro saranno 3 (su 36) e “questo indica l’inizio di un cambio di prospettiva a livello mondiale”, ma “le donne dovrebbero imparare a correre dietro a un pallone anche per imparare a fare gioco di squadra, fin da bambine, cosa che invece generalmente apprendono solo una volta nel mondo del lavoro”, spiega Monica D’Ascenzo.