Calderone: “Welfare aziendale è centrale, dobbiamo fare tesoro di esperienze pandemia”
Roma, 23 feb. (Labitalia) – “Il tema del welfare aziendale è centrale, abbiamo necessità di fare tesoro di quello che abbiamo passato durante la pandemia. In quel periodo sono nati stimoli importanti a livello organizzativo”. Lo ha detto il ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Marina Elvira Calderone, intervistata da Fabio Tamburini, direttore Il Sole 24 Ore, in occasione dell’evento ‘Welfare & HR Summit 2023. Nuovi scenari normativi e organizzativi per le imprese del futuro’ organizzato da Il Sole 24 Ore, in collaborazione con 24 Eventi.
“Una transizione – spiega – che pone al centro la qualità della vita. E’ importante, per il governo, accompagnare le aziende nel corso di welfare. In Finanziaria abbiamo fatto interventi importanti nonostante il periodo non facile. Siamo intervenuti sui ‘fringe benefit’ allargando al soglia di deducibilità, per il resto interverremo sulla contrattazione di secondo livello”.
“Sul reddito di cittadinanza – sottolinea – ci stiamo lavorando, perché dobbiamo guardare allo scenario futuro dopo il 31 dicembre di quest’anno. Il reddito non finisce a luglio. Noi guardiamo al nuovo strumento di inclusione attiva che stiamo progettando, le persone vengono prese in carico valutando loro le condizioni professionali per poi avviarle in un percorso lavorativo oppure nella presa in carico. La presa in carico è un punto importante, perché ci sono 600mila lavoratori che non stati mai presi in carico dai servizi per l’impiego. Per i navigator stiamo lavorando a una misura di protezione e su questo coinvolgeremo i Comuni e il terzo settore. Le Regioni e i Comuni non saranno lasciati solo e saranno riorientati a livello di obiettivi per assistenza e accompagnamento”.
“La scommessa – rimarca il ministro Calderone – è quella di poter rimettere in gioco una platea importante di lavoratori in un momento in cui le aziende denunciano la difficoltà di trovare profili lavorativi”.
“In materia di pensioni – aggiunge – nell’ambito del sistema contributivo è importante trovare un equilibrio dei contributi individuali. E’ importante valorizzare ancora di più il ruolo della previdenza complementare per l’erogazione di pensioni dignitose. L’obiettivo è di ridurre cuneo fiscale contributivo di 5 punti. Abbiamo fatto un intervento che per qualcuno può essere stato solo un primo ‘assaggio’ ma era quello che si poteva fare in quel momento. Ora dobbiamo stabilizzare il percorso e cercare di intervenire nel corso dei periodi più vicini per avvicinarci a step all’impegno che abbiamo preso”.
“Occorre garantire – auspica Mirja Cartia d’Asero, amministratrice delegata – Il Sole 24 Ore – l’equilibrio tra la vita della persona e il lavoro per questo il welfare aziendale può essere una leva fondamentale ed è importante adattarsi ai cambiamenti sociali che hanno determinato nuove esigenze soprattutto fra le nuove generazioni. Per le imprese è importante creare nuovi modelli organizzativi ed economici più inclusivi e improntati alla sostenibilità, lavorando sull’inclusione dei collaboratori, su un’agenda inclusiva e inserire una equità salariale”.
Mirja Cartia d’Asero ricorda poi l’importanza di creare e sviluppare “un patto fra pubblico e privato per l’evoluzione verso modelli di sostenibilità in cui le aziende devono essere sostenute dal pubblico nei loro progetti. Noi al Gruppo 24 Ore abbiamo intrapreso un importante cambio di passo in direzione di un’ottica sostenibile ed inclusiva. Si va dalle 5 donne presenti nel consiglio di amministrazione alla certificazione che abbiamo ottenuto per la parità di genere fino al bonus bollette per gli asili nido e alle nuove regole per le assunzioni e la formazione, mercato in cui siamo appena rientrati”.
“Quando ci interroghiamo sul welfare ci interroghiamo sulla sostenibilità economica”. A dirlo Pierangelo Albini, direttore Area lavoro, welfare e capitale umano – Confindustria. “Mai come in questo momento – avverte – occorre riflettere sul nostro sistema di welfare che è uno dei più generosi al mondo. Noi destiniamo a questa voce il 60% di tutto ciò che sono le entrate fiscali e contributive del Paese. Oggi si sono aperti dei tavoli che invitano tutte le parti sociali a discutere su questo aspetto; c’è un aspetto non solo quantitativo ma anche qualitativo”.
“Le persone dopo la pandemia e con la guerra – sostiene – chiedono di capire il senso del lavoro e quindi la centralità sulla persona è fondamentale”. “Sul lavoro ibrido la parola fondamentale è flessibilità. Noi abbiamo sviluppato dei link personali in azienda che devono essere intercettati dall’azienda stessa. Come esseri umani siamo più tranquilli e lavoriamo meglio se abbiamo flessibilità. Per questo è opportuno permettere alle persone di chi vuole lavorare in ufficio di favorire un feeling di comunità e per chi preferisce lo smart working creare delle regole non stringenti”.
“Il sistema pubblico – suggerisce Gianpiero Belligoli, vicepresidente Agi-Avvocati giuslavoristi italiani – dovrebbe avere una struttura più agile per poter aiutare nella formazione e collocare nella struttura di mercato figure che per ora rimangono fuori”.
Per Matilde Marandola, presidente Aidp-Associazione italiana per la direzione del personale, “le organizzazioni e il legislatore tendono a standardizzare le organizzazioni, invece c’è bisogno di una personalizzazione organizzativa. Una competenza strategica è ascoltare le richieste personali facendo investimenti culturali e inclusivo”. “Come direttori del personale e come persone che si occupano di persone nell’organizzazione – ammette – vediamo che dopo il Covid siamo in una situazione di vissuto con molti paradossi. Ad esempio il mercato del lavoro che è una stanza con tantissimi sedie vuote e tantissime persone in piedi. Inoltre molte organizzazioni fanno una fatica enorme a trovare competenze. Bisogna concretamente cominciare a ragionare su quali siano le competenze giuste, ragionando su un collegamento tra scuola e imprese”.
“Il welfare è la nuova frontiera. Noi consigliamo di essere totalmente flessibili nella mente, comprendendo le esigenze dei lavoratori nel contesto anche urbano in cui vivono”. A dirlo Rosario De Luca, presidente del Consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoroi. “Un lavoratore resta – osserva – se l’azienda riesce a dargli una prospettiva fornendo anche una formazione adeguata. C’è da essere molto attenti alla realtà in cui si interviene”.
“In materia di semplificazione – spiega – abbiamo preparato uno studio che riguarda la capacità della macchina burocratica per rimuovere a costo zero delle situazioni che bloccano le aziende o che comunque ne limitano l’attività”.
“L’auto aziendale è considerata come ‘fringe benefit’ e nasce come una desiderata idea di alleggerire l’onere fiscale. Auspichiamo che nel 2023 vengano riconosciuti per intero gli eco-incentivi anche per chi noleggia auto, al pari di chi le acquista. Speriamo che ci sia una revisione della tassazione sull’auto aziendale nel nostro Paese, partendo da un allineamento al resto d’Europa sulla deducibilità dei costi delle vetture”. A dirlo Alberto Viano, amministratore delegato LeasePlan Italia e presidente Aniasa,
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