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Don Giannotti: “L’economia che non uccide è inclusiva, etica e non disumanizza”

8 Marzo 2022

Roma, 8 mar. (Labitalia) – “L’economia che non uccide non solo può far uscire dalla crisi ma è l’economia del futuro, l’economia del cuore, quella appunto che fa vivere e non uccide. Non è quella che esclude e non include che disumanizza e non umanizza, l’economia che non si prende cura del creato, che non mette al centro la dignità della persona umana”. Questo il messaggio che don Antonello Giannotti, sacerdote della Diocesi di Caserta, intende dare con il suo saggio ‘L’economia che non uccide’, Edizioni Saletta dell’Uva, che verrà presentato venerdì 11 marzo nella parrocchia Buon Pastore di Caserta. All’evento parteciperanno l’autore della prefazione, Stefano Zamagni, presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali e l’autrice della postfazione Enrica Carbone docente di Economia politica presso l’Università della Campania Luigi Vanvitelli.

“Importante – spiega all’Adnkronos/Labitalia don Giannotti – è muoversi verso un’economia inclusiva che si articola nella collaborazione, in un’accoglienza emancipante. Come il modello Caserta che vede una collaborazione tra rifugiati ed autoctoni per migliorare il territorio e le proprie condizioni. Questa è la differenza tra integrazione e inclusione. Secondo Papa Francesco, la cupidigia di alcuni, troppo presi dal godere di tutto ciò che il mondo offre, genera, inevitabilmente, forme di ingiustizia e di esclusione di altri dal godimento di quegli stessi beni; forme di esclusione che possono anche degenerare in violenza. In questi casi occorre addivenire ad un ‘patto sociale realistico e inclusivo’ che poggi su di una solida base culturale e direttamente ponga un fermo alla speculazione, che crei lavoro, vera priorità rispetto al miglioramento dei sistemi di produzione”.

“Il lavoro – sottolinea – non andrebbe considerato come una semplice variabile dipendente dei meccanismi finanziari e monetari, bensì elemento fondante della società, per cui è urgente rimuovere le cause strutturali che lasciano indietro tanti fratelli. La questione non si risolve con assistenzialismo ed elemosine, perché queste non bastano a rimuovere la povertà e l’inequità. I piani assistenziali sono soluzioni provvisorie per arginare l’emergenza, ma, dopo l’intervento di urgenza, si deve andare oltre, si deve guardare lontano”.

Don Giannotti riprendendo i concetti di politica di Papa Francesco afferma che “la politica animata dalla carità è una buona politica, sia sociale che economica. Stiamo parlando di una sana politica, capace di riformare le istituzioni, coordinarle e dotarle di buone pratiche, che permettano di superare pressioni e inerzie viziose. In altri termini, il Papa postula una politica che si muova su grandi principi Vanno quindi affrontate e risolte le cause strutturali della povertà e dell’iniquità, vanno superati i piani assistenziali che sono soluzioni provvisorie. Va creata un’economia nuova ed onesta, inclusiva, con l’aiuto di una politica buona, di istituzioni pubbliche riformate. Non basta, per quanto meritoria e imprescindibile, l’azione delle Caritas diocesane. Infatti, non si tratta solo di dare da mangiare, ma di mettere la gente in condizione di portare il pane a casa, di guadagnarlo e di vivere con dignità”.

“Quindi – sottolinea – abbiamo il primato della politica sull’economia dove la politica è una politica economico-sociale che persegue un’amicizia sociale perché è illuminata dall’amore; dove questo amore non è sentimentalismo, ma la consapevolezza di quanto vale un essere umano. Un altro principio è la riforma finanziaria di stampo etico. Papa Francesco lancia un altro secco no alla nuova idolatria del denaro e fa notare la grande forbice che si rileva evidente nella distribuzione della ricchezza tra paesi ricchi e paesi poveri; forbice aggravata dalla corruzione strisciante che altera il valore di ogni cosa e dall’evasione fiscale segno di profondo egoismo”.

“Una riforma finanziaria – auspica don Giannotti – che facesse riferimento all’etica porrebbe fine a comportamenti contrari al dovere di solidarietà verso chi è nel bisogno, farebbe guardare lontano e affrontare le sfide complesse che, nel mondo, pongono a rischio la stessa sopravvivenza sul pianeta”.

“Dobbiamo convincerci – fa notare don Giannotti – che questa è la vera economia e che ognuno deve fare la sua parte, come dice Madre Teresa ‘l’oceano è fatto di gocce’ e che quello di Papa Francesco non è un sogno perché sappiamo che ci sono almeno 432mila aziende italiane, ad esempio, che operano secondo la logica della green economy, governano la produzione tenendo sotto controllo l’impatto che generano sull’ambiente e scelgono fonti energetiche tese a diminuire l’emissione di CO2. Sono così nate nuove figure professionali come l’ingegnere energetico strettamente collegato a questa visione etica dell’economia, del fare impresa”.

“Ecco come nasce il libro – spiega – che non ha nessuna pretesa scientifica, ma vuole essere uno strumento pastorale sposando il progetto di Papa Francesco che ci auguriamo di poter diffondere. L’economia di Francesco è un modello spirituale di comportamento in cui mezzi e strumenti sono impegnati con scienza e coscienza a promuovere la diversificazione produttiva e la creatività imprenditoriale, per aumentare i posti di lavoro, contrastare il concentramento della ricchezza nelle mani di pochi, per eliminare la speculazione finanziaria”.

“Quella di Francesco – ribadisce don Antonello Giannotti – è l’economia del futuro e della speranza. Allora ben vengano i movimenti come Fridays for future e The economy of Francesco che dal basso sollecitano le coscienze di ciascuno e quelle dei decisori politici ad assumere una volta per tutte la veste del Buon Samaritano che, non solo arriva ‘all’ora giusta’ e allevia le ferite, ma arriva ‘nell’ora prima’ per prevenire i possibili eventi negativi”.

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