Edilizia, Genovesi (Fillea): “Condono parola pericolosa, su piccole irregolarità no prezzo politico”
Roma, 26 set. (Labitalia) – “La parola condono è una parola pericolosa, a prescindere. Premetto che dobbiamo leggere il testo, se ci sarà. E comunque, anche se si dovesse trattare di un condono di piccole irregolarità da un punto di vista catastale o di forma, e cioè di cose che non intaccano nè la cubatura, nè tantomeno lo spazio di distanza tra un’opera e l’altra, che sono cose non condonabili per me per principio, sono cose che si fanno pagando la sanzione, non si può pensare a un prezzo politico”. E’ netto Alessandro Genovesi, segretario generale della Fillea Cgil, commentando con Adnkronos/Labitalia, sull’ipotesi di condono edilizio su piccole irregolarità che ‘balla’ in queste ore all’interno del governo.
“E poi, se si tratta delle piccole irregolarità, quali sono? Parliamo di un’accelerazione delle pratiche sospese del condono del 1985 o di un condono di piccole irregolarità? Perchè si tratta di una grande differenza. Perchè una cosa è dire -sottolinea il leader degli edili della Cgil- condono delle irregolarità e un conto è dire accelero il fatto che la pubblica amministrazione deve in molti Comuni rispondere sulle difformità a suo tempo denunciate con il condono del 1985 e del 1993. Una norma che permette dopo 20 anni di avere una risposta la trovo di buon senso. Ma temo che non sia solo quello”, sottolinea Genovesi.
E poi il numero uno della Fillea ribadisce un aspetto a suo dire centrale. “Premesso che dobbiamo leggere il testo, premesso che se parliamo di piccole irregolarità del 1985 o piccole irregolarità successive, comunque sia non esiste che anche ‘la messa a posto’, visti che molti condoni vengono fatti o per prendere i bonus o per vendere la casa, avvenga a prezzo politico. Si paga la sanzione, si paga l’intero riaccatastamento, al massimo si riaprono quindi i termini per pagare la multa, e senza sconti. Ribadisco: non può riguardare nè metrature, nè destinazioni d’uso, nè distanze, è un insulto alle norme di buona civiltà, è una porcheria. Comunque vada, si paga la multa, si paga la sanzione e si paga il professionista”, rimarca ancora.
E per Genovesi in conclusione il condono “credo che sia più una boutade di queste ore destinata a sgonfiarsi. Non c’è un testo, non c’è niente, c’è solo l’ennesimo atto di propaganda. Se poi l’obiettivo è fare cassa, ci sono altri modi: basterebbe affrontare il tema della rendita o del bed and breakfast non autorizzati per ricavare dieci volte di più senza rifare l’ennesimo piccolo grande condono”, conclude.
La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
Leggi anche