Ex Ilva: Federmanager, investire ora o sarà troppo tardi
Roma, 2 feb. (Labitalia) – “Nel dibattito sul futuro degli stabilimenti ex Ilva, a seguito dell’emanazione del decreto per la salvaguardia delle imprese strategiche per il Paese e dello stanziamento di 680 milioni di euro per ripianare i debiti verso i fornitori, la nostra posizione è molto chiara. Se vogliamo garantire un futuro all’azienda occorrono investimenti immediati e adeguati”. Lo afferma il presidente di Federmanager, Stefano Cuzzilla. “Federmanager negli anni ha già offerto alle istituzioni il proprio contributo in termini di proposte e di soluzioni tecniche per la competitività delle principali unità produttive dell’ex Ilva, con particolare attenzione allo stabilimento tarantino” ricorda Cuzzilla sottolineando come “riprogettare l’area a caldo di un impianto a ciclo integrato, avendo come obiettivo una produzione di molto inferiore rispetto al suo target produttivo di circa 8 Mt/a di acciaio liquido, significa ottenere un’unità produttiva fortemente squilibrata, impossibilitata ad alimentare con volumi adeguati gli impianti e gli stabilimenti a valle. Con conseguenze inevitabili sui costi di produzione ed evidenti ostacoli alle economie di scala necessarie per autofinanziare la società”.
“Negli anni – sottolinea Cuzzilla – non si è provveduto agli interventi strutturali e di manutenzione indispensabili per assicurare equilibrio della gestione. Oggi c’è il rischio concreto di compromettere ogni prospettiva di rilancio produttivo. Siamo pienamente soddisfatti delle misure introdotte dal recente decreto voluto dal Governo per agevolare lo sviluppo industriale dei siti di elevato interesse strategico, quale il centro siderurgico di Taranto, ma chiediamo una riflessione ulteriore. Se per accelerare l’avvio del nuovo piano industriale e lo sblocco degli stanziamenti per l’ex Ilva è necessario un riequilibrio nell’assetto societario tra la partecipazione dello Stato e di Arcelor Mittal, allora invitiamo il Governo ad assumere con determinazione il definitivo controllo di Acciaierie d’Italia, tramite Invitalia”.
“In ogni caso – conclude il presidente di Federmanager – occorre una immediata discontinuità nella gestione rispetto a quanto registrato finora, avviando celermente la risalita dei volumi di produzione nel rispetto dei vincoli imposti dall’Aia, nonché gli investimenti nell’adeguamento degli impianti dell’area a caldo: su tutto questo Arcelor Mittal non può esimersi dalle sue responsabilità”. “In rappresentanza del management dell’azienda da tempo abbiamo denunciato i rischi connessi alla mancanza di investimenti in questi anni” – aggiunge il presidente regionale di Federmanager Puglia, Piero Conversano, chiarendo che “dopo anni di incertezze, chiediamo a tutte le componenti istituzionali, politiche ed economiche di stimolare il confronto tra tutti i soggetti interessati al rilancio del sito siderurgico. Da questo punto di vista, la proposta di un Accordo di programma per la città di Taranto ci trova certamente d’accordo, se serve a una rinnovata consapevolezza e unità di intenti sulla sorte dell’impianto e dell’intera comunità tarantina”.
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