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Inflazione. economista Livolsi: “Governo, produzione e distribuzione puntino su riduzione costi”

18 Febbraio 2022

Milano, 18 feb. (Labitalia) – “Contro l’inflazione, governo, produzione e distribuzione puntino sulla riduzione dei costi”. A dirlo Ubaldo Livolsi, economista e fondatore e presidente della Livolsi & Partners. “Lo strumento classico – spiega – per tenere sotto controllo e contrastare l’inflazione è l’aumento dei tassi di interesse, cosa che la Bce, guidata da un’economista di fama mondiale, Christine Lagarde, già direttrice del Fmi, non ha finora fatto. Questo perché l’inflazione odierna è dovuta principalmente sia a una riduzione dell’offerta di alcuni beni, mi riferisco per esempio ai microchip, la cui produzione è concentrata nel lontano Oriente, in particolare a Taiwan, essenziali per fabbricare tanti manufatti, dalle automobili agli elettrodomestici, sia a un incremento del costo di molte materie prime utilizzate in diversi settori merceologici, come l’acciaio e il legname”.

“La tendenza inflattiva – dichiara – è stato ingigantita dalla difficile gestione e uscita dalla pandemia, complicata dalla diffusione della variante Omicron, dall’aumento dei prezzi dell’energia, legati alle questioni di geopolitica, penso alla nuova guerra fredda in atto tra Washington e Mosca, con la possibile occupazione della Ucraina o di parte di essa ad opera della Russia, che controlla il rubinetto del gas che in alquanta parte arriva in Europa. Va anche segnalato il rincaro dei trasporti: oggi per un container da 20 piedi, che prima della pandemia costava 1.500 dollari Usa sulla tratta Cina-Europa, si spende cinque/sette volte più”.

“L’inflazione – sostiene – cui abbiamo assistito 40 anni fa in Italia era invece connessa al calo dei consumi, evento da inquadrare nello scenario italiano e internazionale di allora, che aveva caratteristiche specifiche ed è incomparabilmente diverso dall’attuale. Per questo sono convinto che una volta che la ripresa si consoliderà, l’uscita dalla pandemia darà maggiori certezza e fiducia e si confermerà la prospettiva, già oggi iniziata seppur appena, di un calo del costo dell’energia, l’inflazione comincerà a scendere”.

“Decisivo – precisa – è l’aumento del costo dell’energia: certe previsioni parlano di un +65% della bolletta dell’elettricità e quasi del 60% di quella del gas nel 2022. Alcune piccole aziende sono arrivate a lavorare di domenica quando l’energia costa meno. La spesa media annuale di una famiglia italiana – che deve già confrontarsi con l’incremento del prezzo dei generi alimentari – dovrebbe salire dagli 800 ai 900 euro. Il governo sta già agendo, Palazzo Chigi ha finora stanziato più di 10 miliardi contro il caro bollette”.

“La produzione e la distribuzione – sottolinea – devono però fare la loro parte. Su questo punto l’esecutivo dovrebbe confrontarsi con loro e fare maggiore opera di persuasione. Credo che tra gli imprenditori ci sia consapevolezza che gli aumenti a loro carico non possano ricadere totalmente sui consumatori”.

“Tuttavia – avverte Livolsi – possono essere introdotti, magari con incentivi e agevolazioni statali, processi di efficientamento. Penso a più investimenti nella multicanalità e nella riduzione dei costi in genere”.

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