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Infortuni, Anmil: da ripresa attività aumento casi, serve patto tra istituzioni imprese e parti sociali

29 Dicembre 2021

Roma, 29 dic. (Labitalia) – “Sarà solo attraverso un grande patto collaborativo comune tra istituzioni, imprese e parti sociali che potremo arrivare alla concreta diffusione tra tutti i lavoratori della consapevolezza e della percezione del concetto di rischio per evitare dolori e drammi inutili”. A dirlo il presidente dell’Anmil, Associazione fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro, Zoello Forni, in occasione dell’iniziativa ‘alberi per la sicurezza’ che la ‘Fondazione sosteniamoli subito’ dell’Anmil ha promosso.

“E se il lato umano di questa vicenda – avverte – poco importa, sotto l’aspetto economico la sicurezza sul lavoro dovrebbe essere vista come elemento di crescita del sistema Italia utile alla qualità e competitività dell’economia nazionale, partendo dal programmare il tema della sicurezza nelle scuole e da un sistema formativo dei lavoratori concretamente efficace, in grado di coinvolgere emotivamente e professionalmente, utilizzando anche la forza della testimonianza per un impatto sulle coscienze di tutti”.

“Nel 2021 – ricorda – secondo i dati Inail la situazione è senza ombra di dubbio un dispregio della vita dei lavoratori che affrontano ogni giorno rischi che non dovrebbero esistere o sono molto più elevati solo per la mancata prevenzione. Dopo un 2020 fortemente condizionato dalla pandemia che oltre ai tragici danni umani aveva fatto crollare tutti i principali indicatori macroeconomici nazionali, ci si sarebbe aspettato un calo dei numeri a fronte di una maggiore responsabilità sociale nei confronti della vita umana che invece sembra sempre più non avere valore”.

“Dopo un 2020 fortemente condizionato dalla pandemia da che ha fatto crollare tutti i principali indicatori macroeconomici nazionali, nel 2021 si registra una decisa ripresa delle attività produttive nel nostro Paese che porterà, secondo tutte le previsioni più accreditate, anche a livello internazionale, ad un bilancio consuntivo annuo decisamente positivo, sintetizzato da una crescita del pil superiore al 6%”. A dirlo Franco D’Amico, coordinatore scientifico dell’Anmil. “Ma dall’altra parte – spiega – come inevitabile rovescio della medaglia, c’è da registrare anche una ripresa degli infortuni sul lavoro che, nei primi 10 mesi dell’anno (ultimo periodo al momento disponibile) vi è stato un grave aumento delle denunce di infortunio del 6,3% ed un leggero calo dell’1,8% di quelli mortali (da 1.036 casi a 1.017)”.

“In particolare – osserva – per quanto riguarda gli infortuni mortali, il lieve calo registrato dalle statistiche Inail, potrebbe indurre ad una visione distorta dell’andamento del fenomeno, in quanto non tiene conto della diversa composizione dei decessi legati all’infezione da Covid in ambito lavorativo, che nel 2020 avevano rappresentato circa un terzo del totale, mentre nel 2021 si sono praticamente dimezzati”.

“I primi dieci di quest’anno – afferma Franco D’Amico – sono anche stati costellati da un numero impressionante di incidenti mortali plurimi: ben 15 con un totale di 35 decessi, anch’essi in netta crescita rispetto agli anni precedenti. Ma al di là delle statistiche sono le cronache di questi mesi e di questi giorni a raccontarci il quotidiano stillicidio di lavoratori morti nell’adempimento del loro dovere. E, tornando alle statistiche, sono proprio i due settori, costruzioni e agricoltura, che forniscono il contributo maggiore al bollettino dei decessi lavorativi nel periodo gennaio-ottobre 2021: 112 morti in occasione di lavoro (esclusi in itinere) in agricoltura e 98 nelle costruzioni”.

“E in questi settori – sostiene – che sono considerati ‘tradizionali’ per antonomasia, si continua a morire ancora in modo tradizionale. Secondo studi recenti elaborati dagli esperti Inail su una platea di eventi pluriennali, quasi la metà dei decessi tra i lavoratori agricoli avviene per il ribaltamento del trattore; mentre circa il 60% dei morti in edilizia avviene per caduta dall’alto”.

“Per quanto riguarda in particolare le costruzioni – continua Franco D’Amico – un settore estremamente frammentato composto prevalentemente di piccole imprese, c’è stata una forte ripresa delle attività produttive sospinta anche dai vari ‘bonus e superbonus’ messi a disposizione dal governo per finanziare ristrutturazioni ed efficientamenti energetici, al fine di incentivare la ripresa dell’economia in generale. Da sempre, infatti, il settore delle costruzioni costituisce un volano efficace per tutte le altre attività produttive ad esso ausiliarie, come l’industria del ferro, del legno, dei materiali da costruzione, dei trasporti ecc”.

“Purtroppo – avverte – resta il problema delle irregolarità e della mancanza di sicurezza che da sempre caratterizzano le piccole imprese edili che, per propria natura, non hanno una sede fissa né una stabilità o continuità lavorativa e quindi più difficili da ispezionare e controllare”.

“Come riferito dal direttore dell’Ispettorato nazionale del lavoro (Inl) Bruno Giordano – ricorda – abbiamo iniziato una vigilanza da qualche mese da cui risulta che oltre 9 imprese edili su 10 non sono regolari. Con ciò non si può certamente affermare che oltre il 90% delle imprese edili italiane non è in regola con le normative sulla sicurezza sul lavoro, perché quello citato da Giordano è soltanto un campione molto ridotto rispetto all’intero panorama nazionale; per di più si tratta di un campione non casuale ma ‘mirato’, nel senso che la cronica carenza di Ispettori induce a concentrare l’attenzione investigativa su quelle imprese sospette oche sono in qualche misura ‘in odore’ di irregolarità”.

“Una più ampia e capillare presenza di ispettori su tutto il territorio nazionale – continua – diventa pertanto essenziale per verificare il rispetto delle regole e consentire anche di valutare a posteriori gli effetti delle varie iniziative di prevenzione, che pure vengono attivate, al fine di consolidare quella cultura della sicurezza che purtroppo presenta ancora oggi molte lacune, e non solo nelle costruzioni”.

Si moltiplicano in questi giorni in tante città gli ‘alberi per la sicurezza’ che la ‘Fondazione sosteniamoli subito’ dell’Anmil (Associazione fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro) ha promosso grazie alla collaborazione con le amministrazioni comunali per richiamare l’attenzione, in questi giorni di festa, sugli infortuni sul lavoro che purtroppo non si arrestano e di cui ha parlato anche Papa Francesco nella liturgia della notte di Natale a conferma della gravità di una piaga sociale che dobbiamo fermare. Nati da un’idea che l’artista Francesco Sbolzani ha voluto donare alla Fondazione dell’Anmil, gli alberi sono figure che prendono forma da caschi antinfortunistici montati su una tipica intelaiatura da cantiere e disposti appunto a forma di albero di Natale; i caschetti sono prevalentemente di colore giallo ma ne sono stati aggiunti anche alcuni di colore nero e altri di colore rosso per simboleggiare sia gli incidenti mortali che gli infortuni, quanto al luogo della loro installazione, sono stati i Comuni ad individuarlo in qualità di patrocinatori dell’iniziativa mentre i Sindaci hanno partecipato alle inaugurazioni delle installazioni.

Il primo ad essere allestito è stato l’8 dicembre a Ragusa, grazie all’impegno della presidente Anmil territoriale Maria Agnello, vedova di un caduto sul lavoro, il supporto del sindaco Peppe Cassì di Ragusa e del presidente Anmil regionale, Antonino Capozzo, che a sua volta ha contribuito anche all’organizzazione dell’allestimento a Palermo insieme al presidente Anmil territoriale Salvatore Malaponti. Il 16 dicembre a Vaiano in provincia di Prato, sono stati inaugurati a distanza di due giorni sia l’Albero di Sbolzani che una ‘panchina’ dedicata alle vittime del lavoro, grazie all’attivazione del presidente Anmil territoriale Giuseppe Pitronaci e alla disponibilità del sindaco Primo Bosi.

In provincia di Latina si è attivata la vice presidente nazionale Anmil Debora Spagnuolo, vedova anche lei di un caduto sul lavoro la cui morte è stata causata da una caduta da un tetto, e grazie al sostegno del sindaco di Minturno, Gerardo Stefanelli, il 19 dicembre un imponente Albero è stato installato sulle mura del Castello. Nello stesso giorno sono stati inaugurati altri due Alberi: a Cittanova, in provincia di Reggio Calabria, grazie al presidente della Fondazione Anmil ‘Sosteniamoli subito’ Francesco Costantino e al sindaco Francesco Cosentino; e sul lungomare di Porto San Giorgio, in provincia di Fermo, grazie al presidente Anmil Marche, Marcello Luciani, con la partecipazione del sindaco Nicola Loira.

Il 20 dicembre la presidente Anmil di Latina, Annamaria Ferreri, con i sindaci di Monte San Biagio, Federico Carnevale, e di Fondi, Beniamino Maschietto, ha previsto un allestimento simbolico attraverso un’affissione dell’immagine dell’Albero stampata su manifesti di 6×3 mt. Altri due alberi sono stati inaugurati in Calabria: il 20 dicembre a Vibo Valentia grazie all’impegno del presidente territoriale Anmil Michele Caridà e il 22 dicembre a Cosenza con l’organizzazione di Antonio Domma, entrambi sostenuti dalle rispettive amministrazioni locali, rappresentate dai Sindaci Maria Limardo e Franz Caruso.

E ancora il 23 dicembre, a Fucecchio in provincia di Firenze, località nota per avere dato i natali a Indro Montanelli, un altro albero ha visto l’impegno in prima persona del sindaco Alessio Spinelli e del presidente Anmil di Firenze Evaretto Niccolai, i quali hanno fatto un enorme lavoro coinvolgendo soprattutto i ragazzi delle scuole del territorio. Le ultime inaugurazioni si sono svolte il 24 dicembre a S. Vitaliano e a S. Giorgio a Cremano, in provincia di Napoli, e mentre nel primo caso l’albero è stato installato sulle impalcature di un cantiere grazie all’impegno di Licia Ferrante, assessore alla Cultura e alla formazione di Vaiano, e alla disponibilità della ditta Immobiliare Lombardi srl e con il patrocinio del Comune, l’ultimo albero è stato realizzato in modo più simbolico addobbando l’albero posto nella casa comunale con i caschi e prendendo parte all’evento il sindaco Giorgio Zinno, del presidente del consiglio comunale Michele Carbone, del presidente Anmil della Campania Patrizia Sannino e del presidente Anmil di Napoli Raffaele Ievolella.

“Questi alberi – dichiara Francesco Costantino, presidente della Fondazione Sosteniamoli subito – che rimarranno allestiti per l’intero periodo delle feste, hanno richiamato l’attenzione degli stessi cittadini, dimostrando tutta la forza dell’idea di Sbolzani e centrando questo primo obiettivo della Fondazione Anmil, ma per il prossimo anno prevediamo di allestire almeno un albero per provincia e faremo in modo di sensibilizzare tutti anche sulle drammatiche condizioni in cui si ritrovano le famiglie che perdono un congiunto a causa del lavoro sia per il dolore che per i risarcimenti iniqui previsti da una legge del 1965 che deve essere totalmente rivista”.

“Mentre – aggiunge – al caro Maestro Sbolzani con cui mi sono sentito molte volte in questo periodo va il nostro più sincero ringraziamento per aver pensato alla nostra Fondazione per divulgare i valori della prevenzione e della tutela delle vittime del lavoro”.

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