Innovazione, Carellario (Gruppo Maggioli): “Interoperabilità e regole per futuro sanità digitale”
Roma, 20 mag. (Labitalia) – “La sanità digitale necessita di interoperabilità, visione e coraggio”. A fare il punto con Adnkronos/Labitalia Alessandro Carellario, responsabile Pac e Progetti grandi clienti del Gruppo Maggioli e amministratore delegato di Sinapsys, società del Gruppo Maggioli. “Se oggi – afferma – ancora non riusciamo ad avere un sistema sanitario digitale interconnesso il problema certamente non va ricercato nella disponibilità di tecnologia, perché di quella ce n’è in sovrabbondanza. Il nostro Sistema Sanitario, come noto, è complessivamente uno dei migliori nell’assicurare salute ai cittadini. In Italia, da questo punto di vista, siamo molto avanti. Bisognerà continuare a spingersi però verso un utilizzo della tecnologia in modo sempre più coordinato, chiaro e ben indirizzato anche dal punto di vista normativo”.
“Questo – afferma – perché, sebbene le numerose sperimentazioni condotte a livello globale dimostrino risultati significativi, senza un chiaro indirizzo da parte delle istituzioni, in particolare del Ministero della Salute e delle normative di riferimento, rischiano di non essere implementate in modo sistemico e omogeneo. In questa direzione sono già stati compiuti importanti passi avanti: il DM77, ad esempio, ha introdotto non solo nuove indicazioni organizzative in ambito sanitario, ma anche una spinta ulteriore verso l’adozione del Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0. Tuttavia, la percentuale di adesione da parte delle Regioni è ancora disomogenea, così come lo sono i risultati in termini di integrazione dei dati. Questa frammentazione rende difficile, a livello centrale, la raccolta e valorizzazione dei dati necessari per fornire risposte omogenee ed efficaci, ostacolando anche la possibilità di riutilizzare queste informazioni in altre applicazioni, che potrebbero invece essere capitalizzate e restituite in forma di valore”.
“Pertanto – avverte – queste differenze importanti nei territori devono spingerci a fare di più per raggiungere una reale disponibilità e condivisione dei dati, che consenta politiche di sistema efficaci per la salute dei cittadini e per la sostenibilità dell’intero comparto sanitario. Il vero nodo è l’interoperabilità dei sistemi e la capacità del sistema Paese di agire con coerenza, visione e regia”. Per questo Alessandro Carellario giudica “un modello virtuoso il ‘Green pass’ che ha dimostrato come la reale necessità di dare risposte in modo rapido e perentorio, a fronte di una situazione fra l’altro imprevedibile, abbia fornito un forte impulso ad agire. E’ stato possibile il raggiungimento di un ambizioso risultato, coinvolgendo in un processo ben definito e in modo assolutamente coordinato tutti gli attori: istituzioni, operatori sanitari, fornitori di tecnologia, cittadini. Un aiuto in questa direzione potrà certamente essere fornito dal EHDS (European Health Data Space) un impianto normativo andato in vigore a Marzo 2025 che prevede una roadmap ben delineata e che coinvolge tutti i Paesi membri proprio sui temi dell’interoperabilità dei dati sanitari”.
“Non dimentichiamo – precisa Alessandro Carellario – che l’obiettivo primario del SSN è quello di assicurare salute-ma lo deve fare tenendo presente la fisica realizzabilità. Non si può quindi prescindere dalle valutazioni economiche del sistema. Questi due aspetti, che sembrano mutuamente esclusivi, spesso convergono: occuparsi in modo attivo della cronicità non solo migliora le condizioni di salute dei pazienti ma, prevenendo il manifestarsi di ulteriori fasi acute, rappresenta contestualmente una migliore gestione, anche in termini di economicità e organizzazione”. Importante anche l’esperienza del Gruppo Maggioli, attraverso Sinapsys, nel campo degli screening oncologici: è in corso una sperimentazione con agenti AI per semplificare la gestione dei contact center, incrementando significativamente la capacità di interazione con i cittadini e garantendo un servizio attivo H24.
“Noi – sottolinea – come Gruppo Maggioli forniamo il nostro contributo lavorando ogni giorno per mettere a disposizione dell’innovazione i nostri oltre 100 anni di storia fatta di contenuti, studio profondo dei processi e delle norme per semplificare ed accompagnare le attività delle Istituzioni nello svolgimento delle loro funzioni in chiave innovativa con i cittadini al centro. In tema di Screening oncologico abbiamo in sperimentazione una applicazione della IA che ha già registrato ottimi risultati e che tiene conto anche delle specificità linguistiche locali, come la comprensione dei dialetti: elemento tutt’altro che marginale nella comunicazione sanitaria sul territorio”.
“Sanità digitale – chiarisce – non è dunque sinonimo di tecnologia significa interoperabilità, visione organizzativa, coraggio normativo e, solo in ultima istanza come fattore abilitante la tecnologia. E’ una sfida complessa, ma necessaria. Solo investendo ulteriormente sulla definizione di modelli condivisi, connessi a strumenti organizzativi uniformi potremo costruire una governance capace di integrare l’innovazione nei processi, così da migliorare l’accesso e la qualità delle cure per i cittadini”.
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