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Lavoro: Federmanager, in Italia salari troppo bassi, alziamoli per sostenere crescita Paese

12 Febbraio 2024

Roma, 12 feb. (Labitalia) – “Alzare i salari e migliorare la qualità del lavoro deve essere la priorità per favorire la crescita del Paese e per valorizzare e trattenere le nostre competenze. Condividiamo la visione del Governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, che ha sottolineato come il recupero del potere d’acquisto dei salari sia fondamentale per sostenere i consumi e la ripresa economica. Siamo convinti che il solo recupero del potere d’acquisto non sia sufficiente, in Italia i salari vanno incrementati in maniera significativa”. E’ quanto ha dichiarato Stefano Cuzzilla, presidente di Federmanager e Cida. D’altra parte, la questione delle retribuzioni emerge anche dalla lettura dei dati Inapp: in Italia, tra il 1991 e il 2022, i salari reali sono cresciuti appena dell’1%, a fronte di una media Ocse pari al 32,5%. Un trentennio terribile per il potere d’acquisto di individui e famiglie. “L’intero sistema Paese è chiamato a ‘lavorare per il lavoro’ -ha detto ancora Cuzzilla- per aumentare le retribuzioni e il loro potere d’acquisto è necessario intervenire con un taglio del cuneo fiscale strutturale, che produca effetti su tutti i redditi, anche quelli più alti, legati a maggiori responsabilità”.

È necessario rendere qualitativamente migliore la produzione attraverso scelte strategiche di politica industriale che possano premiare i prodotti italiani di eccellenza incoraggiando le aziende a guardare oltre le crisi. A fronte anche di una necessaria evoluzione del sistema delle aziende, composto principalmente da micro e piccole imprese, per creare effetti positivi in tema di produttività. Anche perché, se è vero che il tasso d’occupazione cresce a ritmi incoraggianti, con il 61,9% registrato a dicembre, per quanto riguarda il quadro delle retribuzioni restiamo sempre circa 10 punti sotto la media Ue. Anche per questo assistiamo al preoccupante fenomeno della “fuga” all’estero da parte dei giovani: negli ultimi anni ben 10 su 100 hanno lasciato il Paese.

Dare nuovo slancio al lavoro richiede altresì la soluzione dell’annosa questione del mismatch di competenze che interessa tutti i settori. Per quanto riguarda le figure dirigenziali, secondo le elaborazioni dell’Osservatorio 4.Manager su dati Anpal, nel 2023 il 66,8% delle imprese ha avuto difficoltà nel reperimento di manager, con un aumento dell’11,5% rispetto al 2022. “Allineare le retribuzioni italiane alla media europea è un obiettivo che tutti dobbiamo perseguire -ha concluso il presidente di Federmanager e Cida- le organizzazioni di rappresentanza come la nostra, che difendono la contrattazione collettiva e promuovono quella di secondo livello, sono in prima linea in un costante e proficuo dialogo con i diversi livelli istituzionali”.

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