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Lavoro, Inps: “In 95 contratti 96% del totale dei dipendenti privati”

21 Agosto 2022

Roma, 21 ago. (Adnkronos/Labitalia) – Sono 27 i contratti collettivi nazionale di lavoro (ccnl) che nel complesso interessano oltre 100.000 dipendenti; altri 16 ccnl riguardano insiemi di dipendenti compresi tra 50 e 100.000 unità e altri 52 interessano gruppi di dipendenti compresi tra 10.000 e 50.000 unità. A questi 95 ccnl principali, almeno per numerosità dei dipendenti interessati, fa riferimento il 96% dello stock complessivo di dipendenti delle imprese private extra-agricole. Emerge dal XXI Rapporto annuale Inps.

Considerando anche gli altri ccnl (sono 95) con un numero di dipendenti compreso tra 1.000 e 10.000 si arriva al 98,2% della platea totale. La quota rimanente di dipendenti (1,8%), è diviso tra 249 microcontratti (con qualche centinaio o qualche decina di lavoratori coinvolti), alcune situazioni particolari anche di grandi realtà aziendali (Fca Group) e, infine, i casi di informazione mancante (dichiarazioni che omettono il riferimento al ccnl).

Le variazioni rispetto ad ottobre 2019 nel numero di afferenti a ciascun ccnl danno conto delle modifiche recenti che hanno caratterizzato la struttura produttiva: i maggiori indici di crescita sono rilevati per la distribuzione organizzata (+36%), per il lavoro somministrato (+29%) e per l’artigianato edile (+20%).

Le contrazioni più rilevanti sono per i dipendenti delle aziende turistiche (-24%) e per alcune tipologie di personale socio-assistenziale (attorno al -13%).

L’Inps evidenzia che per ciascuno dei 27 ccnl principali e per i gruppi degli altri ccnl, la femminilizzazione dei dipendenti varia da un minimo del 6% nell’artigianato edile al massimo dell’84% per gli studi professionali e per l’artigianato dell’acconciatura-estetica. Per quanto riguarda l’incidenza di dipendenti stranieri, questa oscilla tra il 2% nel comparto del credito e il 38% nell’artigianato del sistema moda (tessile abbigliamento e calzaturiero, ceramica, occhialeria). Quanto all’incidenza del part time, si va dal 4% della chimica al 71% del ccnl multiservizi (imprese di pulizia, cooperative socio-sanitarie).

“Emerge che le platee dei diversi ccnl sono significativamente differenziate e implicitamente richiedono diversi focus di attenzione alle problematiche sottese alla diffusione del lavoro femminile, alla presenza di immigrati e di stranieri, al ricorso al part time”, evidenzia l’Inps.

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