L’intelligenza artificiale per la trasformazione digitale delle imprese
Roma, 6 giu. (Adnkronos/Labitalia) – Tra le tecnologie digitali di ultima generazione l’Intelligenza Artificiale è una delle più complesse e discusse grazie alla sua capacità di acquisire rapidamente enormi quantità di dati e informazioni che le permettono di imparare e interagire con l’ambiente. Oltre a intervenire in diversi ambiti delle nostre vite quotidiane, l’IA, se opportunamente utilizzata, può imprimere un’accelerazione nella transizione digitale delle imprese.
Paolo Lobetti Bodoni, consulting leader di EY Italia commenta “Ignorare la nascente rivoluzione fornita dall’IA significa condannare le proprie imprese ad una minor competitività nel mercato globale e, per l’Italia, perdere l’opportunità di accelerare la propria trasformazione digitale. Oggi il 65% delle aziende in Italia ha già adottato sistemi di IA, anche se in fase embrionale, e il Paese è al terzo posto per capacità di produrre innovazione. Dati positivi e in linea con il resto dei Paesi europei, ma se consideriamo che nell’ultimo anno sono stati investiti 457 milioni di euro in Italia contro i 15 miliardi a livello europeo ci rendiamo conto quanto ci sia ancora margine di crescita in questo settore”.
“L’adozione dell’IA – osserva – richiede, però, un cambio di mindset da parte delle aziende e delle organizzazioni: non si tratta solo di acquisire tecnologie avanzate, ma di implementare un approccio olistico all’interno dell’organizzazione. Questo significa comprendere i bisogni degli utenti finali, sviluppare competenze specifiche, costruire una cultura della sperimentazione e dell’innovazione all’interno della propria impresa e definire processi di lavoro che possano integrare l’IA in modo efficace. Questa modalità di implementazione a 360° è la chiave per generare vero valore a lungo termine”.
L’impatto stimato da EY dell’uso di IA sul prodotto interno globale è di 15 trilioni di dollari entro il 2030. Attualmente però secondo l’Osservatorio EY solo l’8% delle aziende è impegnato nell’adozione diffusa di tale tecnologia e quindi il suo pieno potenziale è ancora lontano dall’essere sfruttato. Per un’applicazione su larga scala dell’IA servirebbe una spinta decisa, ma non senza un’adeguata governance che garantisca una corretta adozione della tecnologia, con particolare riferimento alla sicurezza e alla protezione dei dati.
In questa direzione va vista l’approvazione a dicembre 2022 da parte del Consiglio europeo dell’AI Act, un approccio di regolamentazione basato sulla classificazione dei sistemi di AI in base al livello di rischio che possono comportare per i diritti fondamentali dei cittadini. Governance dunque, ma anche investimenti che, per quanto riguarda il nostro Paese, pur essendo aumentati del 30% nell’ultimo anno, ci vedono ancora piuttosto indietro rispetto a Usa, Cina, Regno Unito, Francia, Germania e Spagna.
Per le aziende le possibili applicazioni di IA sono diverse: automazione di interi processi come la gestione dei dati e del personale; ricerca e sviluppo di nuovi prodotti e servizi con riduzione dei costi, tempi e aumento della qualità degli stessi; personalizzazione della relazione con i clienti attraverso modelli di interazione diretti e su misura; miglioramento dell’efficienza dei dipendenti e collaboratori aziendali.
Ma per fare in modo che l’IA rappresenti un valore aggiunto le imprese dovrebbero allineare la cultura, la struttura e le modalità di lavoro adottando una strategia integrata tra conoscenza del processo, etica e sicurezza. Il che si tradurrebbe in un cambio di atteggiamento complessivo, a cominciare dallo sviluppo di conoscenze specifiche, la definizione di processi di lavoro che integrino l’IA in modo efficace anche tramite regole chiare e un’infrastruttura adeguata.
Un modello di business ‘AI driven’ in cui l’organizzazione è interamente progettata attorno all’Intelligenza Artificiale e basata su di essa, dove ogni funzione deve essere pensata per migliorare l’efficienza e l’efficacia della strategia.
Ad esempio, tramite un accesso facile e veloce ai dati per permettere operazioni e feedback rapidi e interattivi tra funzioni e team diversi. Sinora le aziende che hanno accolto l’AI in tutta l’azienda hanno ottenuto un valore significativo dei loro investimenti e in genere dedicano il 70% di tali investimenti all’integrazione dell’IA nei processi aziendali, il 20% alle tecnologie e il 10% negli algoritmi di IA.
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