L’Unione europea sceglie Cfi per far crescere le imprese sociali
Roma, 29 mar. (Adnkronos/Labitalia) – Rafforzare e far crescere, in tutta Italia, cinquanta imprese sociali in forma cooperativa: è questo l’obiettivo del progetto Small2big promosso da Cfi-Cooperazione finanza impresa. Il progetto Small2big è stato scelto e co-finanziato dall’Unione europea – Grant Agreement n. 101101757 – per realizzare gli obiettivi previsti dalla call of proposal ‘Transaction costs to support social finance intermediaries’ a valere sull’European social fund+ 2022, con la quale la Commissione europea si propone di incentivare lo sviluppo del mercato finanziario delle imprese sociali e ridurre i costi di transazione nell’accesso al capitale di rischio per quelle di minore dimensione.
Il piano è stato presentato oggi alla Cariplo Factory di Milano e ha visto il coinvolgimento di rappresentanti della Commissione Europea e realtà nazionali del terzo settore impegnati nell’obiettivo comune di favorire lo sviluppo dell’economia sociale in Europa. Sono quattro i progetti approvati a livello europeo, oltre all’Italia – rappresentata da Cfi -anche quelli di Francia, Germania e Spagna.
Con un investimento di 8 milioni di euro, Cfi sosterrà i progetti più meritevoli sviluppati sia da cooperative sociali che da workers buyout, ossia quelle aziende rigenerate in forma cooperativa dai dipendenti. Cfi, partecipata e vigilata dal ministero delle Imprese e del Made in Italy e impegnata da oltre 35 anni nello sviluppo dell’occupazione in forma cooperativa, si trasforma così in incubatore e acceleratore di piccole e medie imprese sociali, con lo scopo di renderle più green, competitive, inclusive e innovative. Gli interventi su ciascuna pmi arriveranno sino a 200mila euro.
Oltre alla riduzione dei costi di istruttoria, e alla riduzione della remunerazione del capitale investito a un massimo del 2% del valore dell’intervento, le azioni previste da Cfi per il raggiungimento degli obiettivi del progetto prevedono l’erogazione di supporto professionale personalizzato – sia in fase di elaborazione del piano economico finanziario che nella successiva fase di monitoraggio dell’andamento aziendale – e anche l’attivazione di strumenti finanziari complementari per aumentare il sostegno alla crescita dell’impresa.
“Con Small2big Cfi – spiega Mauro Frangi presidente di Cooperazione finanza impresa Cfi – si cimenta con una nuova sfida. Finanziando il progetto che abbiamo presentato, l’Unione europea sceglie Cfi come intermediario finanziario specializzato, capace di accompagnare e accorciare la distanza tra le imprese sociali cooperative di minore dimensione e i capitali necessari al loro sviluppo imprenditoriale e sociale. Sostenendo la capitalizzazione e la crescita anche delle realtà di minore dimensione, cercheremo di fare di Cfi un vettore e un attore importante per la realizzazione di questo disegno che è parte integrante, costitutiva e qualificante, della crescita e dello sviluppo dell’Unione”.
Un progetto di grande rilievo, considerando che da decenni le imprese sociali svolgono un ruolo sempre più importante in Europa: un settore che conta oggi 13,6 milioni di lavoratori.
“Abbiamo analizzato l’economia sociale e abbiamo valutato che, in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo oggi, non si può prescindere da queste realtà produttive. In alcuni paesi- come Francia e Italia – le imprese sociali rappresentano il 10% del prodotto interno lordo”, sottolinea Santina Bertulessi, vice capo di Gabinetto del Commissario europeo per l’Occupazione e i Diritti Sociali Nicolas Schmit.
“Parliamo quindi – continua- di un settore di estrema rilevanza che è giusto che sia conosciuto, riconosciuto e messo al centro dell’Unione europea”. Secondo Bertulessi ‘tra i pilastri’ degli interventi della Commissione ci sono senz’altro “l’importanza delle competenze e dell’innovazione, fondamentali per resistere sul mercato. Per questo abbiamo creata una rete per mettere insieme le realtà sociali con quelle accademiche e della formazione. E’ indubbio che si sia riconosciuto il potere trasformativo delle economie sociali. È verso questa direzione che tutti dobbiamo spingere”.
Da oltre 35 anni Cfi realizza investimenti nei workers buyout e da 10 ha allargato la sua missione alla cooperazione sociale e, oggi, con 85,8 milioni di impieghi in essere (66,3 milioni realizzati con fondi propri e 19,5 milioni con fondi pubblici nazionali o regionali in gestione) rappresenta uno dei principali investitori istituzionali specializzati nell’investimento in capitale sociale e finanza a lungo termine per le imprese cooperative e dell’economia sociale. Dal 1986 sono state finanziate 586 imprese cooperative di cui 325 wbo con poco meno di 322 milioni di investimenti complessivi. I posti di lavoro salvati o comunque sostenuti sono 27.205 di cui 9,954 nei wbo. L’investimento pubblico per addetto è stato inferiore ai 12 mila euro. Per ogni euro investito il ritorno positivo per lo Stato è stato di 7,1 euro ottenuto attraverso le imposte a carico di imprese e lavoratori oltre al risparmio negli ammortizzatori sociali.
La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
Leggi anche