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Made in Italy, Morosetti (Bocconi): “65,7% imprese sopra 20 mln euro sono familiari”

18 Novembre 2022

Roma, 17 nov. (Adnkronos) – Le aziende familiari in Italia hanno buone capacità di crescita, con buoni risultati di redditività e hanno una situazione finanziaria solida. Sono molte, rappresentano i due terzi delle aziende italiane, pari al 65,7 %, delle aziende con fatturato pari o superiore a 20 milioni di euro. E’ la fotografia scattata da Paolo Morosetti, senior Lecturer di Strategy and Entrepreneurship presso Sda Bocconi, illustrando una ricerca dell’Osservatorio Aub 2022, durante la cerimonia per i 100 anni del gruppo Sapio, impresa con una lunga storia familiare alle spalle.

Si tratta di una platea imprese di piccole dimensioni e medio-grandi per un totale di 11.803. Accanto alle note positive Morosetti tuttavia ha evidenziato alcune criticità di questa tipologia di aziende, presenti in diversi settori del made in Italy. A cominciare dalla leadership che il più delle volte è “anziana”, contando la percentuale maggiore di leader sopra i 70 anni, un dato che evidenzia come non venga favorito un auspicabile ricambio generazionale, laddove poi meno di 3 aziende su 10 hanno un consigliere con meno di 40 anni. Inoltre solo il 25% delle aziende familiari sono quotate.

“Le aziende familiari raggiungono determinati risultati grazie a governance efficaci, aperte agli esterni e con consiglieri che hanno un respiro internazionale, – ha commentato Morosetti con l’Adnkronos – il secondo punto riguarda la professionalizzazione delle organizzazioni: i familiari che entrano come management possono dare un contributo ma vanno selezionati in modo opportuno, a loro va data una cultura della sensibilità dell’azienda come l’attenzione ai valori e ad una prospettiva di lungo termine. La grande sfida – ha concluso – è la formazione degli azionisti che acquisiscono questo ruolo per eredità. La formazione è fondamentale per le performance future dell’azienda altrimenti i soci non formati possono arrecare gravi danni alla continuità dell’impresa e rallentare il progresso verso business sostenibili e responsabili”.

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