Milano: Giornata Braille, Cramum porta arte multisensoriale di Morella all’Istituto dei Ciechi
Milano, 14 feb. (Labitalia) – Il 21 febbraio si celebra la Giornata Nazionale del Braille. La giornata è stata voluta quale momento di sensibilizzazione dell’opinione pubblica nei confronti delle persone non vedenti, in coincidenza con la giornata mondiale della difesa dell’identità linguistica promossa dall’Unesco. Infatti, questo sistema consente ai ciechi di accedere al patrimonio culturale scritto dell’umanità. L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che nel mondo siano 36 milioni le persone cieche e 217 milioni gli ipovedenti, ovvero coloro che hanno un residuo visivo, il totale rappresenta circa il 4% della popolazione mondiale. Il codice braille rappresenta quindi l’opportunità di accesso alla cultura scritta, dalla letteratura agli spartiti musicali, per 253 milioni di persone.
All’Istituto dei Ciechi di Milano si è scelto di celebrare la Giornata con Cramun che presenta la mostra Fiat Lux di Fulvio Morella a cura di Sabino Maria Frassà, aperta da oggi e fino al 21. La mostra celebra la Giornata Nazionale del Braille raccontando attraverso i quadri scultura tattili dell’artista Morella la libertà oltre i limiti. L’artista da anni lavora al progetto Blind Wood in cui unisce il legno tornito, che l’ha reso noto, con il metallo e il braille, quest’ultimo impiegato non solo quale forma di scrittura ma anche per la sua inedita valenza estetica. Il risultato sono quadri-scultura che vanno “visti” con mani e occhi e che indagano il significato dell’essere liberi oltre e al di là dei limiti. L’allestimento si sviluppa intorno a questa impostazione olistica e multisensoriale dell’arte: le opere devono anche essere toccate e sono quindi affisse a un’altezza inferiore agli standard al fine di facilitarne la fruizione tattile, oltre che visiva.
Per capire le opere il visitatore è perciò invitato a toccare tutte le opere in mostra. A prima vista i quadri scultura di Fulvio Morella possono sembrare astratti, ma in realtà non lo sono: essi interpretano in modo geometrico forme tratte dalla quotidianità (il volo degli uccelli, una goccia d’acqua o una pastiglia). Il senso di tali immagini è rivelato attraverso scritte braille che decorano tutte le opere.
L’artista ci interroga così su chi alla fine sia in grado di comprendere veramente le opere: le persone che sanno leggere il braille o chi possiede il senso della vista? La verità è che ognuno di noi percepisce e comprende la realtà in modo diverso e parziale. Soltanto se ci confrontiamo e ci aiutiamo – ognuno con le proprie unicità – siamo in grado di capire il vero senso delle opere e del mondo in cui viviamo. E’ quindi l’invito ad aiutarsi reciprocamente a costituire la luce nell’oscurità a cui si riferisce l’artista con il titolo della mostra “Fiat Lux” (Sia fatta luce). Fulvio Morella spiega infatti che “le persone non hanno limiti. Ognuno di noi è dotato di una piccola luce che deve imparare a condividere con gli altri per illuminare insieme il Mondo”.
La mostra Fiat Lux è così anche un’acuta riflessione sul rapporto tra libertà e limite. Non a caso la prima opera in mostra rende omaggio a Louis Braille che duecento anni fa donò con il suo alfabeto la possibilità di leggere e scrivere alle persone cieche o ipovedenti. Quest’opera, che porta il nome della mostra, rappresenta un occhio chiuso che riesce comunque a vedere grazie al braille. L’artista riflette in questo modo su come il poter comunicare – leggere e scrivere – sia la vera libertà degli esseri umani. Tale tema si ritrova anche nelle opere Ali di gabbiano e Medicina. Se il collegamento tra libertà e volo è esplicito, più celato risulta quello con la “medicina”. Non tutti infatti sanno che l’Italia è stato il primo Paese a prevedere che le scatole dei medicinali avessero scritte in braille già nel 1992.
Un’altra sezione di opere in mostra è dedicata agli sforzi necessari per essere liberi: l’imparare a vivere insieme e il senso di libertà sono i temi dell’opera Stormo, mentre la difficoltà di distinguere nella vita cosa sia importante è alla base dell’opera Batea.
In particolare questo quadro scultura è dedicato a Dante a settecento anni dalla sua scomparsa ed è centrale nel percorso dell’artista, dal momento che è stata eseguita durante il primo lockdown. In braille è riportata la scritta “E quindi uscimmo a riveder le stelle” a significare che, dopo le difficoltà, torneremo a essere liberi. L’impegno e la costanza necessarie per essere liberi sono anche i temi centrali delle opere successive: in Grammofono l’artista racconta la necessità di ascoltare gli altri prima di imparare a suonare insieme, mentre in Goccia l’acqua che scava lentamente la pietra è metafora stessa dell’esistenza umana. Questa sezione non poteva che completarsi con il sommo elogio alla pazienza necessaria per vivere insieme liberamente e protagonista dell’opera Orologio infinito.
La mostra si conclude con due opere – Specchio Cieco e Io (autoritratto) – attraverso le quali l’artista ci invita a riflettere su come la libertà sia qualcosa di intimo e profondo, ben al di là delle apparenze.
Fulvio Morella, nato in Valtellina nel 1971, è l’artista che ha portato la tornitura del legno nell’arte contemporanea. Si può dire che sia cresciuto con il legno: fin dall’infanzia ha imparato ad amare questa nobile materia nella falegnameria del padre, che produceva per lo più infissi e che Morella ha affiancato fin da ragazzo. Dalla fine degli anni ’90 Morella lascia le tecniche della lavorazione del legno imparate in famiglia per approcciare la tornitura del legno, alla base di tutte le sue opere. Il suo obiettivo è non solo scardinare l’idea di tornitura intesa come tecnica per la realizzazione di oggetti di design “rustici”, ma superare il confine tra arte e design.
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