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Vino, Perillo (Cantina di Venosa): “Puntiamo su alta qualità, sostenibilità e innovazione tecnologica”

1 Ottobre 2025

Roma, 1 ott. (Adnkronos/Labitalia) – “Questo progetto di ristrutturazione e ampliamento nasce 15 anni fa e si chiama ‘Progetto di alta qualità’, perché in cantina abbiamo adottato una filosofia semplice, quella di fare vini non di qualità ma di alta qualità. E questo l’abbiamo fatto condividendo il nostro progetto con i 350 soci della Cantina, che gestiscono 800 ettari di vigneti. E’ un progetto molto importante perché abbiamo trasformato completamente la cooperativa, dall’essere una cooperativa che produceva vini da taglio siamo passati a una cantina che imbottiglia tutto il vino che produce, solo piccoli residui si vendono ancora come vino sfuso”. Così Francesco Perillo, presidente di Cantina di Venosa, cooperativa vitivinicola leader in Basilicata e tra le più grandi del Sud, parla con Adnkronos/Labitalia del progetto di rilancio e ampliamento dell’azienda

“Ed è un progetto molto importante – prosegue – anche perché teniamo molto all’ambiente e alla sostenibilità, tanto è vero che nel 2012 abbiamo fatto partire un impianto fotovoltaico che non va per luce diretta ma per luce diffusa: inizia a produrre non appena fa giorno e finisce a tarda notte. Tutte le lavorazioni che facciamo in Cantina sono supportate dall’impianto fotovoltaico, in più usiamo solo colle vegetali, vetro e carta riciclati, e siamo attenti al risparmio idrico. Sono cose che rappresentano molto per la cooperativa, perché ci fanno risparmiare ma anche guadagnare tanto consenso nei confronti del consumatore, che ci premia tutti i giorni acquistando i nostri vini che sono vini di grande pregio per una cooperativa”.

“La nostra è anche una cantina molto tecnologica: abbiamo cambiato tutte le attrezzature sempre in un’ottica di salvaguardia ambientale, quindi per il risparmio idrico, per consumare meno energia, quindi meno emissioni di anidride carbonica in cantina. Un’altra cosa molto importante, etica, è che siamo molto attenti alla sicurezza dei lavoratori: abbiamo preso una macchina di ultima generazione e abbiamo detto agli operai che non devono più usare le braccia ma devono usare il cervello, quindi abbiamo anche qualificato il loro lavoro”, conclude.

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