**Autonomia: il karma, piazzale Loreto e la vispa Teresa, la lunga notte della Camera**
Roma, 19 giu (Adnkronos) – Alle 4,45 del mattino stropicciato il giusto, Nicola Fratoianni prende la parola in aula: “La collega Boldrini poco fa diceva siamo a teatro. Ma il teatro è una cosa seria, questo non è teatro, è una rappresentazione di scarsissima qualità…”. Applausi dall’opposizione. E’ stata una lunga notte quella dell’autonomia alla Camera. Il provvedimento è stato votato alle 7,40 del mattino, tra tricolori e bandiere regionali sventolate tra gli scranni dalle opposte fazioni, dopo circa 11 ore di interventi.
Per intuire che sarebbe dovuta passare la nottata, alle 20.05 è bastato ascoltare l’intervento di Gianni Cuperlo: “Volevo chiedere al ministro Calderoli se rammenta il diciannovesimo capitolo di quel capolavoro che è Pinocchio…”. Eccolo qui, affidato a un deputato di esperienza, lo ‘start’ alla maratona oratoria dell’opposizione, determinata a rallentare in ogni modo il via libera al provvedimento. La tensione in aula si taglia subito con il coltello. Michela De Biase (Pd), bacchetta il governo: “Già non siete attenti, poi se date anche le spalle all’opposizione che parla…Per carità, non metto in dubbio che magari due cose insieme le riuscite a fare, però”.
A ora di cena spunta il tricolore, appoggiato sulle spalle dei deputati M5S: “Continuiamo a far girare i germi del patriottismo, come vede presidente…”, dice Antonio Caso tra gli applausi dei suoi. Qualcuno tenta di stare nel merito: “Sappiamo bene che l’Italia ha un grande problema di siccità e allora cosa andiamo a fare? Le dighe saranno solo di quella regione? E la regione accanto, che magari non ha una diga, non potrà più utilizzare quell’acqua?”, chiede Emma Pavanelli (M5S).
(Adnkronos) – Intanto il tricolore ‘contagia’ gli altri gruppi, lo indossa anche Marco Grimaldi (Avs). “Fermatevi, fermatevi! Avete ancora tempo per farlo”, interviene accorata Emma Pavanelli (M5S). Forse ancora con l’adrenalina da piazza Santi Apostoli, dove nel pomeriggio era andata in scena la manifestazione anti autonomia, l’opposizione riempie tutti gli scranni. E i deputati sono molto determinati: “L’obiettivo finale è lo stupro della Costituzione! Sarà mica perché è una Costituzione antifascista?”, tuona Andrea Quartini (M5s).
Ma non tutti gli interventi sono con toni così accesi, alcuni parlamentari scelgono infatti la strada dell’ironia: “Volevo spiegare alla nostra presidente cos’è la nostra bandiera. Allora…”, attacca Susanna Cherchi (M5s) illustrando le origini del vessillo nazionale (“Mazzini ha preso spunto dal VI Canto di Dante Alighieri…”). Ma basta poco a riaccendere gli animi, ci pensa Marco Pellegrini (M5S): “Bossi disse nel ’97: quando io vedo il tricolore m’incazzo, lo uso soltanto per pulirmi il sedere! In realtà non disse per pulirmi il ‘sedere’, diciamo che l’ho ingentilito”. Seguono i ringraziamenti (“di cuore”) del presidente di turno, Giorgio Mulè.
Intanto si fa notte piena e i deputati fanno avanti e indietro dalla buvette, aperta per tutta la seduta. Un caffè, un panino, una coca cola e si torna in aula. Dario Carotenuto (M5S) non perde la verve: “ministro Calderoli, colleghi della Lega, se non avete trovato i soldi per i Lep almeno cercate di ritrovare i 49 milioni che avete rubato e almeno quelli metteteli per finanziare i Lep!”.
(Adnkronos) – Però siamo sempre in notturna. Così Toni Ricciardi (Pd) si lamenta: “Ora, colleghe e colleghi, io capisco che non siamo a un concerto di Frankie Valli, però quanto meno un minimo di partecipazione ci potrebbe essere”. Intorno alla mezzanotte, però, l’atmosfera torna a scaldarsi. L’aula vota la seduta a oltranza e Debora Serracchiani (Pd) urla “vergogna!”. Scoppia la bagarre. “Non si rivolga così alla presidenza! La prego per l’ultima volta!”, la riprende il presidente Mulè.
Ma Serracchiani non molla: “Se no che fai?”. Per la deputata del Pd scatta il richiamo ma ormai il gruppo dem si è ‘acceso’ di nuovo e tutta l’opposizione unita scandisce: “Vergogna, vergogna!”. Il tempo di riportare la calma in aula e Maria Cecilia Guerra (Pd) prende la parola: “La vispa Teresa avea tra l’erbetta a volo sorpresa gentil farfalletta…No, scusate, ho sbagliato recita. Quella che dobbiamo raccontare è un’altra favola”. Con saggezza Paolo Ciani (Pd-Demos) allora osserva: “Sono le 2,47 i nostri concittadini si domanderanno quale fosse la fretta e l’urgenza per stare qui di notte. Noi, sinceramente, non le vediamo”.
Ed è allora, forse perché le ore sono davvero piccole, Susanna Cherchi (M5S) che si scatena: “La cattiveria si paga. Voi state facendo mangiare le vostre deiezioni agli italiani e col karma non si scherza. Prima o poi la mangerete voi, i vostri figli e i vostri nipoti”. Mulè cerca di riportare l’ordine, ma Cherchi non si ferma: “Gli italiani sono un popolo strano, non dimenticate piazzale Loreto. Mussolini è arrivato a piazzale Loreto e l’hanno messo a testa in giù; non dimenticatevelo questo”. E’ fatta, però. L’alba è arrivata e così il voto finale. Non prima di approvare la mozione di Andrea Casu (Pd): “Vorrei rivolgere un sentito ringraziamento alle funzionarie, ai funzionari della Camera, ai commessi, al personale della buvette, alle donne e agli uomini che hanno lavorato anche tutta questa notte per consentirci di servire la Repubblica fino in fondo”. Applausi.
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