Inchiesta Perugia: Rampelli, ‘occorre stanare il mandante’
Roma, 5 mar. (Adnkronos) – “Sul dossieraggio occorre stanare il mandante: chi ha commissionato un lavoro simile, usando pezzi dello Stato. Un conto è l’hackeraggio servendosi di società private, un conto è utilizzare dei servitori dello Stato infedeli per compiere atti illeciti. Se il finanziere Pasquale Striano dichiara di non aver commesso reato, significa che c’è un’inchiesta che coinvolgerebbe cinquemila persone perché è lecito indagare solo in presenza di un’ipotesi di reato. È una dichiarazione paradossale e infondata . Non ha agito da solo, bisogna stanare il mandante. Dobbiamo uscire dal paradigma per cui se un finanziere sbaglia la Guardia di Finanza è corrotta, se un magistrato commette un illecito allora la magistratura è corrotta, se un giornalista attinge da fonti illecite e viene fatto notare è in pericolo la libertà di stampa”. È quanto ha dichiarato il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia a ‘L’Aria che tira’ su la7.
“È vero che la legge tutela la segretezza della fonte giornalistica, però -avverte- sia la Costituzione che le leggi ordinarie stabiliscono un perimetro entro cui tale segretezza può essere esercitata. Agli articoli 200 e 204 del Codice di Procedura Penale viene permesso al giudice di chiedere le generalità della fonte al giornalista sé necessaria all’individuazione del colpevole. E, qualora l’illecito sia proiettato verso una destabilizzazione delle Istituzioni, decade il principio del segreto professionale. Se duecento persone degli spiati sono in Parlamento, non siamo di fronte a un tentativo di destabilizzazione, come del resto ha appena dichiarato Di Pietro?”.
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