Ucraina: armi sovietiche in esaurimento, Mosca fa affidamento su forniture straniere/Adnkronos
Kiev, 28 lug. (Adnkronos) – Con l’invasione su vasta scala dell’Ucraina, la Russia ha notevolmente ridotto le proprie, un tempo vaste, scorte di armamenti dell’era sovietica. Lo rileva una nuova analisi del Kyiv School of Economics Institute (Kse), secondo cui le spedizioni provenienti dai principali giacimenti di stoccaggio della Russia scenderanno da un picco di 242.000 tonnellate nel 2022 a 119.000 tonnellate nel 2025. “La Russia sta inviando meno materiali per la ristrutturazione e la riparazione di quanto sappiamo che le officine possano gestire. Le attrezzature di migliore qualità e facilmente riparabili sarebbero state le prime a essere spostate”, ha dichiarato al Financial Times Pavlo Shkurenko, analista del Kse Institute.
Dal 2022, la Russia ha attivamente cercato di riadattare le attrezzature dismesse per il dispiegamento in prima linea. Tra queste, un gran numero di carri armati T-72 e T-80, prodotti originariamente negli anni ’70, che sono stati osservati in Ucraina. Anche alcuni carri armati T-54, la cui produzione è iniziata alla fine degli anni ’40, sarebbero stati impiegati in combattimento. Alcuni analisti militari, tuttavia, sconsigliano di interpretare la riduzione delle consegne di veicoli blindati in prima linea come un segnale definitivo che le forze russe stiano “perdendo efficacia in combattimento”. Questi esperti sottolineano con il Financial Times che le tattiche di battaglia della Russia si sono adattate per impiegare meno veicoli di questo tipo e, inoltre, osservano che “le forze armate russe stanno anche investendo molto per accumulare nuove scorte”.
L’analisi del Kse evidenzia anche la crescente dipendenza della Russia dai suoi alleati asiatici, a causa della riduzione delle sue risorse interne. L’industria della difesa russa ora dipende dalle forniture cinesi, mentre le sue forze armate ricevono la maggior parte delle munizioni dalla Corea del Nord. In termini di peso, circa il 52% delle spedizioni etichettate come “materiali esplosivi” destinate agli arsenali russi nel 2024 proveniva da Nakhodka, una regione portuale sul Mar del Giappone utilizzata dalla Corea del Nord. Le spedizioni da quest’area sono aumentate da zero prima della guerra a 250.000 tonnellate entro il 2024.
Lo studio è in linea con la valutazione di Kyrylo Budanov, capo dell’intelligence militare ucraina, che questo mese ha dichiarato che la Corea del Nord ha fornito il 40% delle munizioni alla Russia. Inoltre, la Russia prevede di spendere circa 1.100 miliardi di dollari per il riarmo nei prossimi 11 anni in preparazione di una potenziale guerra su larga scala, secondo Budanov. Analogamente, una valutazione dell’intelligence sudcoreana ha suggerito che la Corea del Nord ha inviato 28.000 container alla Russia; inoltre, è noto che Pyongyang ha fornito alla Russia missili balistici, obici e persino truppe. L’analisi ha inoltre individuato circa 13.000 tonnellate di materiale esplosivo di probabile provenienza iraniana, in base ai punti di ingresso nella catena logistica vicino al Mar Caspio.
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