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Covid, aggiornati o a zero vendite: il destino dei vaccini approvati in Ue

21 Agosto 2023

Milano, 21 ago. (Adnkronos Salute) – Un punto fermo: le prossime campagne di vaccinazione anti-Covid, che partiranno in autunno 2023, si baseranno sull’utilizzo dei nuovi vaccini monovalenti aggiornati a XBB.1.5 (la variante Kraken) per coprire le ‘versioni’ di Sars-CoV-2 che più stanno circolando. I nuovi prodotti scudo sono in arrivo nelle prossime settimane in Ue: si tratta dei vaccini a mRna di Moderna e di Pfizer/BioNTech, che potrebbero ottenere l’approvazione già a settembre, e di quello proteico adiuvato di Novavax, atteso a ottobre. Niente spazio se non per loro, al momento, nelle raccomandazioni che guideranno le attività di immunizzazione in vista della stagione fredda.

Ma gli altri vaccini approvati in questi anni che fine hanno fatto o faranno? Qual è il loro destino? Per alcuni le vendite si sono azzerate. Altri – come quelli basati sulla tecnologia a mRna – resistono e si ‘reinventano’ grazie ad aggiornamenti costanti. “In linea di principio tutti i vaccini rimangono approvati e possono essere usati”, premette all’Adnkronos Salute Marco Cavaleri, che all’agenzia europea del farmaco Ema è responsabile ‘Rischi sanitari e Strategie vaccinali’ e presiede la Task force emergenze, interpellato al riguardo. Poi “nel 2024 rivedremo la situazione”, annuncia. Quindi alcune autorizzazioni potrebbero essere rivalutate, sembrerebbe.

Del resto alcuni vaccini sono arrivati ‘in zona Cesarini’ al traguardo della richiesta di autorizzazione. E oggi come oggi non riuscirebbero a trovare una collocazione nelle prossime campagne. Ma non è detto che non possano tornare ‘in auge’ più avanti, a seconda delle necessità dettate dall’evoluzione del virus e della loro capacità di seguirle e darvi risposta. Altri vaccini invece hanno un destino già più segnato. “Le aziende stanno ponderando cosa fare in futuro – spiega Cavaleri – Alcune, come Hipra, stanno pensando come attrezzarsi per rapidi cambiamenti di composizione”. E il traguardo, a quanto si apprende, potrebbe essere raggiunto anche prima della fine dell’anno.

Hipra è l’azienda spagnola che ha ottenuto il via libera di Ema per il suo vaccino proteico anti-Covid Bimervax* a marzo 2023, come richiamo da usare negli over 16, vaccinati con un vaccino a mRna. E’ un vaccino mirato a una proteina Spike delle varianti Alfa e Beta di Sars-CoV-2. Dagli studi era emerso che questo vaccino è in grado di portare livelli più elevati di anticorpi contro la variante Beta ma anche contro Omicron. Quindi qualche mese fa è entrato nel ventaglio delle opzioni Ue. E potrebbe continuare il suo percorso rinnovandosi.

Nell’elenco c’erano poi i vaccini a vettore adenovirale, per esempio Vaxzevria* di AstraZeneca. Per quest’ultimo, i grafici finanziari rilasciati nelle settimane scorse dall’azienda, relativamente al secondo trimestre 2023, mostrano una casella vuota: nessuna vendita registrata per il vaccino Covid nel periodo aprile-maggio-giugno. Dal boom registrato nel 2021 a entrate in esaurimento, dunque. Nella stessa direzione sembra andare anche l’altro vaccino a vettore adenovirale, quello di J&J: il secondo trimestre 2023 è stato il primo senza vendite negli Stati Uniti per il prodotto, che ha però generato ancora entrate internazionali per 285 milioni di dollari. E anche il vaccino Covid di Valneva – a virus inattivato, adiuvato – dai dati relativi stavolta al primo trimestre 2023 risulta aver totalizzato zero vendite a gennaio-marzo. Anche questo vaccino era stato approvato in Ue, a febbraio scorso.

Ma se e come eventualmente cambierà il quadro dei prodotti autorizzati nell’Unione lo si capirà solo nei prossimi mesi. Intanto, alcuni vaccini Covid spariranno? I piani delle aziende e la capacità di aggiornamento avranno, da quello che sembra, un peso. E un ruolo lo giocherà anche l’evoluzione del virus: al momento è XBB la ‘famiglia’ di varianti più diffusa, una grande famiglia di cui fanno parte i mutanti che hanno circolato più frequentemente nell’ultimo anno, da Arturo (XBB.1.16) a Kraken (XBB.1.5), fino anche alla nuova variante d’interesse Eris (EG.5 e i suoi discendenti tra cui il veloce EG.5.1). Ma già in questi giorni ha fatto parlare di sé una nuova variante battezzata Pirola (BA.2.86), che affonda le origini in un antenato Omicron (BA.2) più lontano nel tempo, ma ha un numero molto alto di mutazioni che la rendono, secondo gli esperti Gb, “distante sia da BA.2 sia dalle varianti derivate da XBB attualmente in circolazione”.

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