Covid: Aifa, uso antibiotici in calo ma boom azitromicina
Milano, 10 mar. (Adnkronos Salute) – Calo generale dell’utilizzo di antibiotici in Italia durante la pandemia di Covid-19, infezione virale causata dal coronavirus Sars-CoV-2, quindi non diretto bersaglio di questo tipo di farmaci come invece le malattie batteriche. Fa eccezione solo l’azitromicina, con un boom degli acquisti da parte degli ospedali che al Nord del Paese ha sfiorato nella prima metà del 2020 il +200%, e un aumento dell’acquisto privato di oltre un terzo nell’intero 2020. Si tratta dell’antibiotico finito sotto i riflettori delle cronache nel gennaio scorso perché diventato introvabile, producendo un allarme carenza che ha costretto l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) a ribadire come “nessun antibiotico è approvato, né tantomeno raccomandato, per il trattamento di Covid-19”.
A rilevare il trend è ‘L’uso degli antibiotici in Italia – Rapporto nazionale 2020’, redatto dall’Osservatorio nazionale sull’impiego del medicinali dell’Aifa, diffuso e presentato oggi in diretta streaming sui canali dell’ente regolatorio nazionale.
L’uso degli antibiotici nell’ambito dell’assistenza convenzionata, cioè prevalentemente riferito alla prescrizione da parte dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta, nel primo semestre 2021 – viene sintetizzato nel report – è stato pari a 10,5 dosi definite giornaliere ogni mille abitanti al giorno (Ddd/1.000 ab die), in riduzione del 21,2% rispetto al primo semestre del 2020. Dalla valutazione dell’andamento mensile nel periodo da gennaio 2019 ad agosto 2021, si rilevano in tutti i mesi del 2020 consumi minori rispetto al 2019, con differenze più accentuate nel periodo aprile-giugno (caratterizzato nel 2020 da lockdown) e a dicembre (mese in cui sono state potenziate le misure per ridurre gli spostamenti tra regioni). I consumi dei primi 8 mesi del 2021 appaiono molto simili a quelli di fine anno 2020, con una media mensile di 10,2 Ddd, un livello minimo di 9,6 Ddd nei mesi di maggio e agosto e un massimo di 12,1 Ddd registrato a marzo.
Zoomando sull’azitromicina, dal rapporto risulta che nell’ambito dell’assistenza convenzionata è l’unico principio attivo, insieme alla fosfomicina, per cui i consumi complessivi del 2020 (1,3 Ddd/1.000 ab die) non sono diminuiti rispetto al 2019. Passando all’analisi dell’acquisto privato, da parte dei cittadini, mostra un incremento dei consumi del 33,3% rispetto al 2019, che pone l’azitromicina al terzo posto per consumo con 0,4 Ddd/1.000 ab die. L’acquisto privato di questo antibiotico, si precisa nel report, costituisce un quarto del consumo totale.
Relativamente poi agli acquisti diretti, quelli da parte delle strutture sanitarie pubbliche, nel primo semestre 2020, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, sono stati registrati notevoli incrementi nell’uso di azitromicina, più elevati al Nord (+192,0%) e al Sud (+145,6%) rispetto al Centro (+69,1%), a cui si aggiungono quelli registrati nel secondo semestre 2020. Al contrario, nel primo semestre 2021 i consumi hanno registrato una tendenza in riduzione rispetto allo stesso periodo del 2020.
“Tali andamenti – si legge nel report – sono stati registrati nonostante la pubblicazione della scheda informativa Aifa ad aprile 2020, poi aggiornata a maggio, che ha stabilito che l’uso di tale antibiotico per indicazioni diverse da quelle registrate doveva essere considerato esclusivamente nell’ambito di studi clinici randomizzati e in caso di eventuali sovrapposizioni batteriche”.
La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
Leggi anche