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Covid: l’analisi, ‘quasi 2/3 dei 5-11enni non vaccinati, ecco perché’

7 Febbraio 2022

Milano, 7 feb. (Adnkronos Salute) – “Ancora oggi due bambini su tre di età compresa fra 5 e 11 anni non hanno ricevuto il vaccino anti-Covid”. In questa fascia d’età, infatti, non ha fatto neanche la prima dose “il 65,30%, mentre i genitori di questi bambini e ragazzi non sono vaccinati solo nel 12% dei casi”. Il che significa che “abbiamo circa 2 milioni di bambini che non stati vaccinati nonostante almeno uno dei loro genitori abbia fatto le dosi e dunque crede nella necessità di proteggersi. Bisogna allora chiedersi: perché questi genitori ‘pro-vax’ non hanno fatto immunizzare i loro figli?”. E’ la domanda che si pone Italo Farnetani, professore ordinario di pediatria della Libera università Ludes di Malta.

“Sicuramente non è per noncuranza o trascuratezza”, analizza l’esperto che all’Adnkronos Salute traccia 3 identikit di genitori. In due di questi rientrano le mamme e i papà che scelgono di non vaccinare: “Ci sono gli autorevoli, i protettivi e gli autoritari – elenca Farnetani – Sono autoritari quelli che vorrebbero imporre le loro scelte ai figli: è questa la categoria in cui rientrano i genitori no vax. Ma questi genitori non garantiscono la salute e la quotidianità dei propri figli, li espongono piuttosto a un rischio di salute o di privazione della vita scolastica e di relazione. Basti pensare infatti alla quarantena a cui potrebbero essere sottoposti i ragazzi non immunizzati”, secondo le regole oggi in vigore nelle scuole.

I genitori autorevoli sono invece “quelli che sanno prendere delle decisioni nell’interesse dei figli senza incertezze o paure, riescono cioè interamente a svolgere la loro funzione genitoriale e sanno operare con sicurezza e ragionevolezza le scelte migliori nell’interesse dei più piccoli che non sono ancora autonomi. Li fanno quindi vaccinare e lo fanno prima possibile, vincendo le eventuali paure, perché sanno che prima i bambini sono protetti meglio è, sia per la salute sia per la frequenza scolastica”.

C’è poi la categoria dei genitori protettivi, “che non si assumono la responsabilità di scegliere il vaccino per i propri figli perché hanno paura che faccia loro male, senza rendersi conto che mai nessun vaccino ha determinato reazioni ed effetti negativi superiori a quelli della malattia che si intende prevenire – illustra Farnetani – Questo tipo di genitore protettivo pensa di fare bene al proprio figlio non vaccinandolo. E invece fa l’esatto contrario. Mi domando dunque: perché fanno così? Il genitore protettivo, infatti, è quello che più spesso ricorre alle visite mediche, ai farmaci, alla prevenzione per paura che il proprio figlio si ammali. In questo caso dunque è molto probabile che la cattiva informazione e soprattutto le false notizie abbiano agito negativamente sul loro comportamento”.

Questa categoria di genitori, evidenzia l’esperto, potrebbe essere “pro-vax, probabilmente si sono vaccinati loro stessi contro Covid. Ma hanno paura e timore di prendersi una responsabilità per i propri figli. Che cosa fare allora? Consiglio ai genitori” alle prese con dubbi e indecisioni “di parlare con il pediatra o il medico curante del bambino per esporgli i loro timori. E allo stesso tempo – conclude Farnetani – invito i pediatri e i medici di famiglia a contattare per primi i genitori che non hanno fatto vaccinare i figli, perché lo scambio di idee a livello personale è estremamente efficace e può evitare eventuali danni per la salute dei bimbi”.

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