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Da archeobatterio in sorgenti termali molecole inalabili anti Sars-CoV-2

30 Agosto 2023

Milano, 30 ago. (Adnkronos Salute) () – Si chiamano nanofitine e derivano da una proteina che si trova in un archeobatterio presente nelle sorgenti termali. Sono molecole inalabili che un team di scienziati ha deciso di testare contro il coronavirus Sars-CoV-2. Risultato: sono state in grado di neutralizzare con successo il virus nei topi, risultando anche ben tollerate. Lo studio è pubblicato su ‘Molecular Therapy’. Protagonista un microrganismo: il Sulfolobus acidocaldarius. Partendo da questo archeobatterio i ricercatori dell’azienda biotech Affilogic hanno ingegnerizzato le nanofitine e hanno dimostrato come le molecole siano in grado di inibire il virus del Covid legandosi alle sue proteine ​​​​Spike. Nei roditori le nanofitine raggiungono rapidamente i polmoni in dosi elevate, prevenendo ed eliminando le infezioni in fase precoce, secondo quanto riportato nel lavoro.

“Siamo stati in grado di generare in pochi mesi le nanofitine anti Sars-CoV-2 e di fonderle geneticamente insieme in un’unica potente molecola in grado di bloccare contemporaneamente diverse regioni del virus per una maggiore efficacia”, spiega il primo autore dello studio, Sébastien Viollet. “I metodi classici si basano principalmente sulla neutralizzazione di una singola regione dei virus per inibire l’infezione. Siamo andati oltre questo, per far sì che si mantenesse potenzialmente l’efficienza del ‘blocco’ anche se una delle regioni del virus fosse mutata”.

Obiettivo dei ricercatori era superare i limiti osservati in precedenti trattamenti anti-Covid, come gli anticorpi monoclonali la cui efficacia spesso è stata messa in crisi dall’avvento di nuove varianti di Sars-CoV-2. Se approvata per l’uso nell’uomo, spiegano gli esperti, la tecnologia della nanofitina potrebbe offrire un’alternativa non invasiva con immediata inibizione della carica virale presente nei tessuti polmonari. Poiché le molecole sono relativamente piccole e molto termostabili, la loro resistenza alle alte temperature e a un’ampia gamma di valori di pH potrebbe aiutare a semplificare la produzione e la formulazione, aggiungono i ricercatori.

“E’ una tecnologia che potrebbe essere implementata anche in altre malattie respiratorie infettive, aumentando il numero di farmaci biologici somministrati direttamente nel polmone per un’azione rapida e facilità d’uso”, afferma Viollet. Caratteristiche “di particolare interesse per popolazioni come i neonati e gli anziani”. In più, prosegue, “si prevede che il costo di questi prodotti inalatori sarebbe inferiore agli attuali prodotti iniettabili rendendoli più accessibili a livello globale”. Ora, puntualizzano gli autori, sarà necessario ulteriore lavoro per ottenere la reattività crociata contro un ampio spettro di varianti, pur prospettandosi un rapido processo di sviluppo. Infine, dovrebbe essere eseguito un nuovo studio sull’efficacia per valutare le nanofitine rispetto ad altri prodotti biologici nella stessa configurazione.

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