Estate, Iss: in 4 anni oltre 2mila incidenti in acqua, ‘ecco come prevenirli’
Milano, 25 lug. (Adnkronos Salute) – In Italia, segnala l’Istituto superiore di sanità (Iss), “tra il 2015 e il 2019 sono stati identificati e analizzati oltre 2mila casi di incidenti in acqua, di cui 1.209 fatali. Le vittime sono per lo più uomini, con la fascia d’età più colpita che è quella tra 45 e 64 anni”. Nel mondo ogni anno, secondo stime diffuse dall’Onu, annegano circa 236mila persone. E l’annegamento, viene evidenziato, è una delle principali cause di morte a livello globale per i bambini e i giovani di età compresa tra 1 e 24 anni, e la terza causa di morte per lesioni accidentali, rappresentando il 7% di tutti i decessi correlati a lesioni a livello globale. Numeri che vengono ricordati in occasione della Giornata mondiale per la prevenzione degli annegamenti.
Per l’occasione l’Iss, oltre a evidenziare i numeri italiani che descrivono l’impatto di questa problematica, rilancia 4 regole d’oro per proteggersi da questi incidenti: sorveglianza dei bimbi da parte degli adulti, recinzioni alle piscine o altri bacini d’acqua, corsi di nuoto per i bambini, evitare di sostare in spiaggia nelle ore più calde, è l’elenco postato via Twitter. Sui social, l’Iss condivide nuovamente anche un vademecum per la prevenzione degli annegamenti nei più piccoli. Il trend degli incidenti in acqua nel nostro Paese è costante, “con circa 3-400” episodi “l’anno, ma negli ultimi anni aumentano gli incidenti nelle acque interne (laghi, fiumi), con un rischio maggiore per questa tipologia di episodi per gli stranieri residenti nel Paese”.
Circa il 68% degli incidenti in acqua da sommersione ha un esito mortale o comunque grave, con ricovero in prognosi riservata o in terapia intensiva. Considerando sia i decessi che gli incidenti non fatali, le tre fasce di età più a rischio risultano essere quella 45-64 anni (18,2% di tutti gli incidenti in acqua), quella 65-79 anni (16,2%) e quella 0-10 anni (13,9%). A proposito dei bambini, l’Iss avverte che “un bimbo molto piccolo (fino ai 3-4 anni d’età) può trovarsi in difficoltà anche in pochi centimetri d’acqua”. E che “sono sufficienti dai 3 ai 6 minuti per annegare”. Si ribadisce l’importanza della sorveglianza e si danno poi alcune raccomandazioni di prevenzione. Consigli come far indossare la cuffia ai bimbi per evitare il rischio che i capelli si impiglino nei bocchettoni di aspirazione delle piscine, o coprire le piscine con appositi teli, togliere tutti i giocattoli dalla vasca dopo l’uso perché il bimbo potrebbe esserne attratto e cadere in acqua per cercare di recuperarli.
La Giornata mondiale per la prevenzione dell’annegamento, è stata proclamata con una risoluzione dell’Assemblea generale Onu nel 2021 e si celebra ogni anno il 25 luglio. Questo evento di advocacy globale, spiegano le Nazioni Unite in una nota, “serve come un’opportunità per evidenziare il tragico e profondo impatto dell’annegamento sulle famiglie e sulle comunità e per offrire soluzioni salvavita per prevenirlo. Tutte le parti interessate – governi, agenzie Onu, organizzazioni della società civile, settore privato, mondo accademico e persone – sono invitate a celebrare la giornata sottolineando la necessità di un’azione urgente, coordinata e multisettoriale su misure comprovate.
Misure che vanno dall’installazione di barriere che controllano l’accesso all’acqua al fornire luoghi sicuri lontano dall’acqua, come asili nido, per bambini in età prescolare. E ancora: insegnare il nuoto e la sicurezza in acqua; addestrare le persone al salvataggio e alla rianimazione; definire e far rispettare norme sicure sulla navigazione; migliorare la gestione del rischio di alluvione. La nuova risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha infine invitato l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) a coordinare le azioni sulla prevenzione dell’annegamento all’interno del sistema Onu. In tale veste, l’Oms guida i preparativi per la Giornata mondiale per la prevenzione dell’annegamento.
“Gli annegamenti costituiscono un problema drammatico in tutto il mondo “, conclude l’Iss, ricordando che ai Paesi è stato richiesto di definire strategie ad hoc per ridurne l’impatto e che in Italia, con questa missione, è nato, su iniziativa del ministero della Salute, l’Osservatorio per lo sviluppo di una strategia nazionale di prevenzione degli annegamenti ed incidenti in acque di balneazione.
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