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In arrivo il Blue Monday, il giorno più triste dell’anno

10 Gennaio 2024

Roma, 10 gen. (Adnkronos Salute) – Gennaio non è un mese facile da affrontare e come sempre a pesare è anche il Blue Monday in arrivo il prossimo lunedì 16. A definire il terzo lunedì di gennaio come ‘giorno più triste dell’anno’ sarebbe stata un’equazione matematica messa a punto nel 2005 dal dottor Cliff Arnall, che all’epoca insegnava nei corsi serali dell’Università di Cardiff in Galles, ma ormai il confine fra verità e leggenda è quasi scomparso. Eppure qualcosa di reale e tangibile rimane nella tristezza che coglie dopo la chiusura delle festività natalizie: si torna al lavoro e l’orizzonte delle prossime vacanze è molto lontano. Non solo. Stando ad un’analisi di ProntoPro, marketplace per i servizi professionali, l’inizio dell’anno è un momento particolarmente sensibile per i consulti psicologici e a gennaio ci si dedica maggiormente al benessere mentale, con un picco della domanda di psicologi proprio nella settimana del Blue Monday.

Osservando l’andamento delle richieste di psicologi nel mese di gennaio, infatti, gli analisti hanno rilevato che la settimana del Blue Monday, in alcuni casi, supera di oltre 10 punti percentuali le ricerche di psicologi effettuate nei primi 7 giorni dell’anno. Nel gennaio 2023, per esempio, le richieste avvenute in concomitanza del ‘lunedì triste’ hanno raggiunto il picco massimo del mese, pari al 28%, contro il 17% della prima settimana e una media mensile del 20%. Un andamento simile è stato registrato nel 2022, nel 2021 e nel 2020, dove nella settimana del Blue Monday si sono concentrate rispettivamente il 24%, il 22% e il 25% delle richieste, contro una media mensile che si è attestata sempre intorno al 20%. Inoltre, gennaio è il mese nel quale, su ProntoPro.it, si registra un’impennata nella domanda di psicologi rispetto agli altri periodi dell’anno. Nel 2023, infatti, nel primo mese dell’anno le richieste hanno raggiunto il 21%, contro una media annuale di poco superiore all’8%.

A rompere il tabù è la Gen Z, visto che il 44% di chi cerca uno psicologo ha tra i 19 e i 25 anni. Analizzando il comportamento delle varie fasce d’età, gli analisti hanno notato che a cercare il supporto di uno psicologo nel 2023 sono stati soprattutto i ragazzi maggiorenni sotto i 25 anni (44%), una generazione che mostra un costante e crescente interesse per il benessere mentale e registra infatti la più elevata percentuale di crescita rispetto all’anno precedente nella domanda per servizi di questo tipo: +6 punti rispetto alle altre fasce d’età. A seguire i Millennial (26-35 anni), dai quali viene il 26% delle richieste per supporto psicologico. Solo il 14% della domanda di psicologi proviene invece da persone tra i 36 e i 50 anni, con un calo di 3 punti rispetto al 2022, mentre l’8% viene da chi ha tra i 10 e i 18 anni, in calo di 2 punti percentuali rispetto al 2022. Fanalino di coda sono coloro che hanno più di 51 anni che, con solo il 7% di richieste per questo tipo di servizi, risultano trascurare un po’ di più la salute mentale.

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, a livello globale sono oltre 300 milioni le persone che soffrono di problemi d’ansia, il disturbo più comune tra quelli legati al benessere mentale, e che in Italia riguarda quasi 2 milioni e mezzo di cittadini. I dati raccolti da ProntoPro lo confermano: considerando tutte le richieste di supporto psicologico registrate dal portale, oltre il 60% di chi è alla ricerca del servizio lo fa per problemi legati ad ansia, stress, attacchi di panico e paure, un bisogno cresciuto di 5 punti rispetto al 2022. Parallelamente, tra le motivazioni più comuni per rivolgersi a uno specialista ci sono anche i problemi di personalità, come la bassa autostima o la rabbia, che interessano il 50% dei richiedenti. Più basso, invece, secondo l’Oms, il numero di utenti che chiede un consulto per problemi relazionali (32%), depressione (29%), traumi (20%), problemi sessuali o di coppia (18%), disturbi alimentari (12%) o dipendenze (7%). Il 26% degli utenti è infine alla ricerca di una consulenza generica.

Confrontando i dati si scopre che, dal punto di vista dei bisogni, le fasce d’età mostrano alcune specificità. Per esempio, gli analisti di ProntoPro hanno indicato che i ragazzi tra i 10 e i 18 anni sono quelli che più degli altri ricorrono alla terapia per disturbi alimentari (un’esigenza espressa dal 16% di loro, ben 4 punti percentuali in più rispetto al 12% della media nazionale di chi è alla ricerca di supporto psicologico). Tra i 26 e i 35 anni, invece, si va in terapia, più delle altre fasce d’età, per dipendenze (10%), ma anche per problemi relazionali (33%): quest’ultimo dato è superiore solo nella fascia 19-25. Fra i 36-50 anni si trova la percentuale più alta di ricerca di supporto per problemi di coppia (27% delle richieste, contro la media nazionale del 18%). Alla ricerca di una consulenza generalizzata sono invece soprattutto i genitori preoccupati per i bambini sotto i 10 anni, mentre le richieste per depressione arrivano in particolare dagli over 50.

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