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In Europa 33mila morti da infezioni resistenti, un terzo in Italia

5 Luglio 2023

Roma, 5 lug. (Adnkronos Salute) – L’antibiotico-resistenza è sempre più un problema di salute pubblica. In Europa, secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della Sanità, si registrano ogni anno più di 670mila infezioni resistenti ai farmaci, che uccidono circa 33mila persone, di cui quasi un terzo in Italia – Paese che ‘guadagna’ il primato a livello europeo – e assorbono risorse (sanitarie e non) per circa 1,5 miliardi di euro l’anno. Sono alcuni dati anticipati alla vigilia del meeting scientifico ‘Antimicrobico-resistenza e One Health, Sfide attuali e prospettive future’, organizzato da Vihtali, Value in Health Technology and Academy for Leadership and Innovation (spin off dell’Università Cattolica), domani a Roma.

A coordinare l’evento – accreditato Ecm e con la sponsorizzazione non condizionante di Msd – Giovanna Elisa Calabrò, ricercatrice di Igiene all’Università Cattolica di Roma e direttore operativo di Vihtali e Walter Ricciardi, ordinario di Igiene alla Cattolica e presidente del nuovo Osservatorio nazionale sull’antimicrobico resistenza (Onsar). Obiettivo dell’incontro è identificare e promuovere strategie per il controllo del fenomeno nel nostro Paese anche in risposta al nuovo Piano nazionale di contrasto all’antimicrobico-resistenza.

Negli ultimi anni – ricorda una nota – sono partiti più segnali di allarme contro le infezioni associate all’assistenza sanitaria e la resistenza antimicrobica da parte delle principali istituzioni internazionali, quali l’Organizzazione mondiale della Sanità, la Commissione europea, il Centro europeo per il controllo delle malattie infettive (Ecdc), con l’obiettivo di coordinare e rafforzare tutte le misure di prevenzione e controllo di questi fenomeni in costante aumento. Anche l’Unione europea è impegnata, ormai da molti anni, a combattere il fenomeno. In Italia, nel 2017, è stato approvato il ‘Piano nazionale di contrasto dell’antimicrobico-resistenza (Pncar) 2017-2020″. Il Pncar, prorogato fino al 2021, è stato recentemente aggiornato con un nuovo Piano che sarà valido per gli anni 2022-2025.

Contro questo fenomeno, spiegano gli esperti,” è necessario un approccio ‘One Health’, ovvero uno sforzo congiunto di più discipline professionali (medicina umana e veterinaria, settore agroalimentare, ambiente, ricerca e comunicazione, economia e altre) che operano, a livello locale, nazionale e globale, con uno scopo comune che si può riassumere in tre obiettivi prioritari: 1) prevenire e ridurre le infezioni, soprattutto quelle correlate all’assistenza sanitaria; 2) promuovere e garantire un uso prudente degli antimicrobici; 3) ridurre al minimo l’incidenza e la diffusione dell’antibiotico-resistenza e i rischi per la salute umana e animale.

L’antibiotico-resistenza “è un fenomeno che necessita oramai di un cambiamento culturale a cui tutti sono chiamati, medici e pazienti, per riconoscere il valore fondamentale di queste importanti risorse terapeutiche, che hanno determinato un impatto importante in termini di qualità e durata della vita media”, si legge nella nota.

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