L’indagine, il 67% degli italiani non sa cosa sia il cancro al polmone
Roma, 28 ott. (Adnkronos Salute) – È la terza neoplasia più diagnosticata in Italia, la seconda nella popolazione maschile, con circa 28mila diagnosi l’anno (stima Aiom), eppure – secondo una rilevazione Emg per AstraZeneca – il 67% degli italiani dichiara di conoscere poco o nulla il tumore al polmone. Ma circa 9 italiani su 10 tra gli intervistati ritengono sia importante fare campagne di informazione, rivolte a tutta la popolazione e il 73% sottolinea l’importanza del monitoraggio e la vicinanza dei medici per un miglior percorso di cura. La lotta alla disinformazione, l’assistenza, l’omogeneità diagnostica e l’equilibrio psicologico del paziente saranno al centro dell’iniziativa di open innovation ‘Breathink – al tumore del polmone ci pensiamo insieme’ (www.breathinkchallenge.com) promossa dalla multinazionale anglo-svedese, a Milano il 10 e 11 novembre.
Professionisti del settore sanitario, start-up, accademici ed esperti di innovazione si incontreranno con l’obiettivo di generare soluzioni innovative che possano realmente supportare clinici, pazienti e caregiver nell’affrontare al meglio la malattia, riferisce l’azienda con una nota. Proprio per identificare e colmare i gap presenti nel percorso di diagnosi e cura del paziente con tumore al polmone è nato, nel giugno scorso, il progetto open innovation. Partendo dall’ascolto di tutti gli interlocutori coinvolti nell’iter diagnostico-terapeutico – si legge nella nota – si è lavorato per raccogliere idee e stimoli esterni con l’obiettivo di generare soluzioni innovative che possano realmente supportare clinici, pazienti e caregiver nell’affrontare al meglio la malattia.
Dopo due fasi di ascolto e confronto, che hanno coinvolto in 4 mesi un ampio panel composto da professionisti del settore sanitario (oncologi, chirurghi, radioterapisti, pneumologi, biologi molecolari e psico-oncologi) e associazioni di pazienti (Walce – Women against lung cancer in Europe e Ipop – Insieme per i pazienti di oncologia polmonare), il progetto è giunto nella sua fase finale e sono stati individuati i 5 gap e le conseguenti sfide da affrontare per migliorare il percorso di diagnosi e cura del paziente con neoplasia polmonare: generale disinformazione sullo stato della malattia e del percorso di cura anche legato alle difficoltà di comunicazione tra pazienti, specialisti e associazioni pazienti; disomogeneità nella gestione dell’iter diagnostico e nello scambio di informazioni all’intero del team multidisciplinare che frena il tempestivo accesso del paziente alla terapia più efficace per la propria tipologia di tumore; necessità di integrare l’utilizzo dei Patient reported outcomes (Pros); necessità da parte del paziente di essere informato, rassicurato e tempestivamente supportato nella prevenzione, nel riconoscimento e nella gestione degli eventi avversi, con l’obiettivo di migliorare la qualità di vita, la motivazione e l’aderenza terapeutica; presenza di una figura di riferimento, che fornisca un supporto costante lungo tutto il percorso di cura e con cui costruire un rapporto di fiducia, quale per esempio l’oncologo, per una corretta gestione della malattia.
“Negli ultimi anni si sono registrati progressi significativi nella lotta contro il tumore del polmone – afferma Silvia Novello, presidente di Walce onlus -: dalle tecniche di diagnosi fino alle prospettive di cura. Si tratta di uno scenario completamente nuovo per il paziente che oggi può contare su un aumento della prospettiva di vita e, contestualmente, emerge la necessità di analizzare e comprendere bisogni del tutto nuovi, sia del paziente che del caregiver. Per questo riteniamo che progetti come questo siano di altissimo valore; sia perché mettono al tavolo tutte le figure coinvolte nel percorso di cura sia perché partono dall’ascolto delle necessità, per generare insieme soluzioni condivise”. Su questi punti il 10 e 11 novembre al Milano Luiss Hub professionisti del settore sanitario al fianco di start-up, accademici ed esperti di innovazione si confronteranno su tavoli di lavoro multidisciplinari nell’ultima fase di “Breathink” dedicata alla creazione. Obiettivo: ideare e selezionare il progetto più innovativo, efficace e vicino ai bisogni degli stakeholder coinvolti, che AstraZeneca poi si impegnerà a realizzare.
“Assicurare l’accesso a percorsi di diagnosi precoce e garantire, al contempo, un percorso terapeutico adeguato ai pazienti con tumore al polmone. Questo è il nostro obiettivo e vogliamo lavorare con tutti gli attori del sistema guardando avanti, al futuro delle cure, per rendere l’innovazione sempre più reale e quindi accessibile ai pazienti – sottolinea Francesca Patarnello, Vice president Market access & Government affairs AstraZeneca -. Essere protagonisti di un cambiamento rivoluzionario in oncologia significa anche raccogliere le sfide che vedono impegnati i pazienti con tumore al polmone, i caregiver e gli oncologi, facendoci promotori di progetti come “Breathink” al fine di trovare insieme soluzioni che possano migliorare il percorso diagnostico-terapeutico”.
Il tumore del polmone – secondo l’Aiom – rappresenta la prima causa di morte per cancro negli uomini e la seconda nelle donne: circa 34.000 i decessi per questa neoplasia (dato 2021), 23.400 negli uomini e 10.000 nelle donne. La sopravvivenza a 5 anni dei pazienti con tumore del polmone è ancora oggi limitata e influenzata negativamente dalla grande proporzione di pazienti che ricevono una diagnosi di malattia in stadio avanzato. Si stima che la sopravvivenza netta a 5 anni dalla diagnosi sia pari al 16% negli uomini e al 23% nelle donne.
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