Salute, i cittadini si sentono più vulnerabili: serve un nuovo approccio al benessere
Parma, 19 lug. (Adnkronos Salute) – Si è svolto a Palazzo Soragna, sede dell’Unione parmense degli industriali, un incontro con rappresentanti delle istituzioni locali, mondo del commercio e dell’imprenditoria, dello sport e della diplomazia estera, voluto da Sanofi (azienda farmaceutica con 50 anni di storia) e dalla Camera di commercio francese. Obiettivo, un confronto per tracciare un nuovo percorso per il benessere del cittadino, della collettività e del territorio.
L’esperienza del Covid 19 ha dimostrato come la salute sia la priorità e in alcuni casi una preoccupazione. Il 54% della popolazione sente il bisogno di “riorganizzare le proprie priorità” e il 46% manifesta una crescente percezione di vulnerabilità. Questo porta ad un 26% di senso di ansia e stress in più rispetto al passato; ben il 43% si sente più stanco mentre per il 38% peggiorano le malattie croniche e la forma fisica (Fonte dati Ipsos). Il dibattito sulla sanità e sulla salute è centrale nell’agenda politica e mediatica del paese. Quasi 3 cittadini su 4 promuovono il Servizio sanitario nazionale, anche se è forte il senso di disparità di servizio a livello territoriale, elemento di rischio potenziale per la coesione sociale del paese. Inoltre, i temi sulla salute all’interno del Pnrr non sono chiari al 70% della popolazione.
“Viviamo costantemente in uno stato di emergenza – ha spiegato Andrea Massari, presidente della Provincia di Parma – e questo sta quasi diventando il nostro status, come se fosse normale. Una situazione che fa perdere i punti di riferimento e la voglia di programmare il futuro. Ciò che abbiamo dato per scontato, ad esempio l’acqua, scontato non è. Se riusciamo a capire questo, forse abbiamo già fatto il primo passo per creare percorsi virtuosi”.
Per gli esperti, è necessario perseguire un approccio ‘One Health’ che riconosca la salute umana, la salute animale e la salute dell’ecosistema legate indissolubilmente e che chiami a raccolta discipline, saperi e competenze diverse per promuovere e sostenere la diffusione di stili di vita responsabili verso sé stessi e verso la collettività, così da produrre ricadute rilevanti per la crescita sociale ed economica del paese e dei singoli territori.
Le imprese giocano un ruolo strategico perché oltre a determinare un impatto economico sono in grado di incidere sempre più, grazie a politiche aziendali illuminate, sul tessuto socio-ambientale di riferimento. “Il capitale umano è uno dei fattori prioritari per il buon funzionamento di un’azienda – ha sottolineato Gabriele Buia, presidente dell’Unione parmense degli industriali – Puntare al miglioramento delle condizioni di vita, salute e benessere delle persone deve essere un obiettivo fondamentale non solo di ogni comunità ma anche di un tessuto economico dinamico, evoluto e focalizzato sull’alta qualità come quello parmense. Per questo siamo grati agli organizzatori per aver voluto sviluppare qui a Parma una riflessione approfondita su questi temi, attingendo anche dalle esperienze locali e portando spunti per possibili evoluzioni future”.
I territori giocano un ruolo fondamentale in questo contesto: da un lato è necessario che le istituzioni locali possano creare un framework di riferimento per il benessere della popolazione, dall’altro va sottolineato il ruolo imprescindibile delle aziende sul territorio che creano un impatto economico, sociale ed ambientale sempre più connesso con la vita dei cittadini.
Parma è un territorio molto importante caratterizzato da un tessuto imprenditoriale particolarmente ricco e dinamico. Nel settore farmaceutico, ad esempio, dei 67 mila addetti a livello nazionale 3 mila sono a Parma: “Come Sanofi ho voluto stimolare questo confronto in un territorio che conosco bene e che mi sta particolarmente a cuore – ha dichiarato Marcello Cattani presidente e amministratore delegato di Sanofi Italia e Malta – L’ho fatto innanzitutto per ribadire quanto il settore farmaceutico abbia un ruolo strategico per la sicurezza, lo sviluppo economico e sociale del nostro Paese. Investimenti in ricerca, innovazione e crescita professionale non costituiscono mai un costo ma un investimento che genera valore per il futuro dei nostri territori”.
In Italia è di 3,1 miliardi nel 2021 l’investimento che il settore farmaceutico ha messo in campo per innovazione tecnologica e ricerca clinica, mentre la produzione industriale ha superato i 34 miliardi mettendo l’Italia al secondo posto in Europa dietro alla Germania (l’Italia era prima nel 2020).
“Un valore di filiera, che copre dall’R&D al manufacturing, alla distribuzione, all’indotto – ha continuato Cattani – vorrei che questo incontro incoraggiasse un approccio olistico alla salute che sappia integrare cura, alimentazione, sport e benessere e che consideri la salute un investimento e non un costo. Perché si possa affrontare le sfide della salute di domani facendo interagire esperienze, conoscenze e discipline diverse. Sfide, per altro, che tutti gli Stati europei si trovano oggi ad affrontare e che, come nel caso di Francia e Italia, può trovare importanti sinergie in un’ottica non solo di collaborazione ma anche di competitività tra gli Stati”, aggiunge Cattani. “In particolare Italia e Francia possono, insieme, guidare la centralità del settore Life-science – chiosa – perché l’Europa non perda competitività verso altri continenti”.
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