Salutequità, 6 proposte per digitale e cronicità
Roma, 15 set. (Adnkronos Salute) – Nel sesto anniversario dall’approvazione dell’accordo Stato-Regioni sul Piano nazionale cronicità (Pnc) – era il 15 settembre del 2016 – Salutequità, Associazione per la valutazione della qualità delle politiche per la salute, elenca i 6 passaggi da fare per rendere attuale il piano dal punto di vista della digitalizzazione.
I punti, diffusi in una nota dell’associazione comprendono: 1) Aggiornare il Pnc, viste anche tutte le novità intercorse rispetto alla sanità digitale, modificando gli obiettivi e le azioni prioritarie in esso previste, nonché l’elenco delle patologie della parte seconda (restano fuori patologie molto impattanti come ad esempio sclerosi multipla, psoriasi, cefalea cronica, Osas-sindrome delle apnee ostruttive del sonno), poliposi nasale, asma anche nell’adulto); 2) Definire le tariffe specifiche per tutte le prestazioni di telemedicina; inserire la telemedicina ufficialmente nei Livelli essenziali di assistenza e misurarla nel Nuovo sistema di garanzia. Ciò permetterà di renderla strutturale, aggiornata e adeguatamente finanziata e sostenibile anche oltre il Pnrr, Piano nazionale di ripresa e resilienza; 3) Definire i criteri di valutazione e rimborsabilità delle digital therapies per renderle una vera risorsa e integrarle con il processo di digitalizzazione in atto.
Ancora: 4) Misurare gli esiti della telemedicina anche con un aggiornamento del Piano nazionale esiti, guardando a dimensioni come equità e qualità di vita di pazienti e caregiver – i Prems e i Proms (la raccolta delle esperienze di cura e degli esiti riferiti del paziente, ndr) devono diventare un valore assoluto per il Servizio sanitario nazionale – impatto sul territorio, umanizzazione; 5) Assicurare che gli investimenti del Pnrr per la telemedicina non generino disparità tra pazienti affetti da diverse patologie (privilegiando solo alcune patologie a discapito delle altre) e che incentivino il co-design con professionisti sanitari e pazienti. Creare meccanismi incentivanti l’integrazione informativo/gestionale sociale e sanitaria, attualmente solo una possibilità; 6) Rivedere da subito i Percorsi diagnostico terapeutici assistenziali Pdta, indicando dove/per chi/quando/come sono consigliate le prestazioni di telemedicina e supportando i clinici nelle valutazioni sulle modalità erogative (tele o tradizionali), anche considerando aspetti importanti per la medicina di genere come mostrano le esperienze di alcune Regioni (per esempio farmaci e gravidanza in ambito dermatologico e per patologie auto-immuni) e ambiti clinici complessi, come quello carcerario.
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