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Sanità: ‘Salviamo Ssn’, domani manifestazioni e sit-in in 35 città

14 Giugno 2023

Roma, 14 giu. (Adnkronos Salute) – Con lo slogan ‘Salviamo la sanità pubblica’ domani nelle piazza di oltre 35 città italiane sono in programma sit-in, assemblee e incontri pubblici promossi dai sindacati dei medici riuniti nell’Intersindacale: Anaao Assomed, Cimo Fesmed, Aaroi Emac, Fassid, Fp Cgil medici e dirigenti Ssn, Fvm, Uil Fpl e Cisl Medici. Assieme a loro anche 20 associazioni di pazienti e cittadini. A Roma, i segretari nazionali delle sigle promotrici ha organizzato un incontro al Leon’s Place Hotel di via XX Settembre alle 9.30 per denunciare lo stato della sanità pubblica nel nostro Paese e sollecitare interventi per scongiurare il collasso del sistema.

“Il sistema sanitario è prossimo al collasso dopo oltre un decennio di definanziamento, chiusure di reparti, posti letto e servizi. Lo testimoniano le lunghe liste d’attesa, che costringono migliaia di persone a rivolgersi ai privati, mentre chi non può permetterselo, rinuncia sempre di più a curarsi. Siamo l’unico Paese tra quelli avanzati a ridurre il finanziamento del Sistema Sanitario: spendiamo quasi la metà della Germania, un terzo in meno di Francia e Inghilterra, nonostante l’invecchiamento della popolazione e l’aumento delle cronicità”. Lo affermano in una nota congiunta Anaao Assomed, Cimo-Fesmed, Aaroi – Emac, Fassid, Cgil Medici e dirigenti Ssn, Federazione veterinari e medici, Uil Fpl sanità, Cisl Medici.

“La realtà quotidiana continua ad essere fatta da tetti di spesa del personale fermi al 2004 e una salute pubblica che continua ad essere considerata una spesa e non un investimento e un segno di civiltà. Chiediamo l’appoggio dei cittadini alla nostra mobilitazione. I tagli colpiscono noi quanto loro e non accetteremo oltre di essere insultati e aggrediti per carenze di cui non abbiamo responsabilità – rimarcano i sindacati – Non ci sono più medici di pronto soccorso e per sostenere il servizio, verranno sostituiti dai medici di reparti già in sofferenza e privi di competenze specifiche, che così verranno sottratti ai loro compiti assistenziali. Nella nostra regione interi reparti di ospedali periferici si sostengono con medici costretti a spostarsi da altri ospedali distanti decine di chilometri, con grosso pregiudizio della qualità e sicurezza delle cure”.

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