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Schillaci, ‘in Italia 194 centri senologia, obiettivo ridurre frammentazione cure’

21 Marzo 2024

Milano, 21 mar. (Adnkronos Salute) – “Si è lavorato con le Regioni per rendere sempre più capillare la presenza dei centri di senologia sul territorio nazionale”. Centri “che al 2022, secondo i nostri dati, risultano essere 194. E a dispetto di un’opinione diffusa, non sono tutti concentrati nel Nord, ma sono ormai diffusi su tutto il territorio nazionale”. Lo ha sottolineato il ministro della Salute Orazio Schillaci, intervenendo oggi al dicastero al convegno ‘La rete delle Breast Unit’. Tra gli altri, ha partecipato all’evento anche la commissaria europea per la Salute e la sicurezza alimentare Stella Kyriakides.

“Riguardo al volume di attività – ha aggiunto il ministro – su 422 strutture che eseguono l’intervento chirurgico per il carcinoma mammario, sono 126 gli ospedali che rispettano lo standard di almeno 135 interventi l’anno, pari al 30% di tutte le strutture che effettuano questa prestazione. Proprio per invertire il trend, il ministero della Salute ha adottato una strategia per incoraggiare le Regioni a concentrare l’esperienza nei centri identificati, riducendo la frammentazione dell’offerta sanitaria per il tumore al seno. Una policy che ha già dato i primi risultati: dal 2019 al 2022 – ha evidenziato Schillaci – abbiamo ridotto del 22% gli ospedali che eseguono questa tipologia di intervento. Inoltre, il coinvolgimento della Rete dei centri di senologia nei programmi di screening mammografico ha ridotto la dispersione delle pazienti, con un trend di incremento degli accessi nelle Breast Unit”.

“Nel 2023 in Italia sono state stimate circa 56mila diagnosi di tumore alla mammella – ha ricordato il ministro – che rappresenta la neoplasia più frequente nelle donne e purtroppo la prima causa di morte nella fascia d’età tra i 35 e i 50 anni. Per fortuna, però, non mancano numeri positivi: il dato di sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è dell’88% e sono più di 834mila le donne viventi in Italia dopo una diagnosi di cancro al seno. Traguardi possibili grazie agli enormi passi avanti compiuti dalla ricerca, che hanno reso disponibili terapie sempre più innovative e personalizzate, e alla diffusione delle Breast Unit che garantiscono diagnosi precoce, interventi chirurgici secondo i più elevati standard e soprattutto una presa in carico multidisciplinare che credo sia la risposta migliore per una malattia come il cancro al seno. Un modello di presa in carico che si è sviluppato proprio grazie all’impulso del Parlamento europeo, che a partire dalla fine degli anni ’90 e soprattutto agli inizi degli anni Duemila ha affermato il diritto delle donne affette da questa patologia ad essere curate in centri multidisciplinari e con precisi volumi di attività”.

“L’Italia si è adeguata alle indicazioni europee. E’ del 2014 – ha ripercorso Schillaci – l’approvazione delle linee guida sulla Rete dei centri di senologia e del 2015 il Regolamento sugli standard ospedalieri. Si è sempre più investito per garantire alle pazienti con neoplasia mammaria di essere curate in strutture che rispettano elevati volumi di attività, pari ai 150 interventi all’anno, e la presenza di équipe multidisciplinari e multiprofessionali che sono i requisiti fondanti perché una struttura possa essere definita come Breast Unit”. Le “evidenze scientifiche – ha rimarcato il ministro – indicano che quando si rispettano questi indicatori si ha un aumento dei tassi di guarigione, una presa in carico dall’insorgenza della malattia fino alla riabilitazione specifica, una qualità della prestazione chirurgica, con incremento delle percentuali di ricostruzioni immediate e riduzione del numero di interventi demolitivi. Assicurare ad una donna la possibilità di avere una ricostruzione immediata del seno e di evitare una mutilazione della mammella significa migliorarle la qualità della vita, investire sul suo benessere psicologico, tutelare la dignità della persona”.

“Anche nel Piano nazionale di ripresa e resilienza – ha proseguito Schillaci – c’è un contributo decisivo nel migliorare l’assistenza sanitaria alle pazienti colpite da questa malattia oncologica. Sappiamo, infatti, quanto sia prioritario oggi rafforzare la medicina del territorio per garantire l’integrazione tra territorio e ospedale. La sfida che ci pone l’Europa è anche quella di superare una visione concettuale dell’offerta sanitaria basata sulla contrapposizione tra ospedale e territorio, nell’interesse del paziente che ha diritto ad una sanità di prossimità, capace di rispondere ai bisogni di salute in tempi, setting e strutture appropriati”.

“Ma c’è un altro intervento del Next Eu Generation su cui vorrei soffermarmi: quello relativo alle risorse messe a disposizione per acquistare le grandi apparecchiature che garantiscono una maggiore affidabilità e sicurezza diagnostica. Tecnologie che nella diagnosi precoce di un tumore alla mammella possono fare la differenza, riuscendo a identificare anche le lesioni di più piccole dimensioni”, ha precisato il ministro, puntualizzando che “tra i requisiti richiesti ad una Breast Unit c’è anche la capacità di collaborare con progetti di ricerca nazionali e internazionali”. Perché “è grazie alla ricerca che abbiamo fatto progressi nelle cure, è grazie al lavoro dei ricercatori che molte terapie utilizzate per superare un tumore al seno presentano un minor tasso di tossicità, consentono alle pazienti di affrontare la patologia con minor difficoltà e riescono ad avere una migliore qualità della vita. Traguardi che abbiamo raggiunto nell’ultimo decennio, inimmaginabili fino a pochi decenni fa. Ma la ricerca deve andare avanti. E nuove conquiste arriveranno – ha concluso Schillaci – se sapremo fare rete a livello europeo, favorendo lo scambio di informazioni, di dati clinici, di expertise, per offrire ai cittadini e alle cittadine europee cure sempre più innovative e prospettive di vita migliori e soprattutto un accesso per tutti alle migliori cure possibili”.

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